Sfruttamento generaleTrump continua a mettere nei suoi spot elettorali dei testimonial a loro insaputa

Dopo aver inserito fuori contesto le dichiarazioni di Anthony Fauci in una pubblicità in cui sembra lodarlo, il presidente ha usato anche il capo degli stati maggiori riuniti, Mark Milley, riciclando le immagini in cui guarda con Mike Pence il raid contro al-Baghdadi

Afp

Il Trump ignorato
Ieri i senatori repubblicani hanno del tutto ignorato l’esistenza di Donald Trump, della campagna elettorale, del Covid che ha ucciso 215 mila americani e non viene arginato, della crisi e del pacchetto di stimolo che non passa. E si sono dedicati ad Amy Coney Barrett, a costruire una Corte Suprema in cui conservatori sono 6 a 3 e possono bocciare tutto, a partire, il mese prossimo, dall’Obamacare. E i loro consiglieri ora accusano il presidente di accanimento comunicativo: perché manda continui messaggi impopolari sul Covid, dopo aver preso il Covid, mentre aumentano in tutti gli Stati Uniti i casi di Covid.

Gli stessi consiglieri – ora parlano chiedendo l’anonimato, ma sembrano pronti al gesto dell’ombrello – dicono che una vittoria netta di Biden porterà conseguenze. Anzitutto, il divorzio tra i vertici repubblicani e Trump. Riverito per paura, i suoi tweet contro parlamentari anche solo vagamente polemici hanno distrutto carriere (ma se il risultato sarà sul filo, torneranno trumpiani e faranno più cose dubbie che in Florida nel 2000).

Il rosso Handmaid
La giudice nominata da Trump alla Corte Suprema Amy Coney Barrett sembra volersi presentare ogni giorno con un vestito che ricorda Il racconto dell’ancella. Oggi era direttamente rosso-Handmaid, la mascherina era bianca ma confermava l’effetto ostaggio. Coney Barrett non ha risposto alle domande su aborto, assistenza sanitaria, matrimoni queer. Ha parlato dei sui figli (sette, due adottati), ha ascoltato lodi e critiche con aria composta e sofferente. Ha poi fatto vedere che sul tavolo aveva solo un blocco bianco; ha fatto un figurone mostrando di saper dare risposte evasive senza appunti. Oggi è la giornata finale alla commissione Giustizia, parleranno testimoni pro e contro. La sua conferma pare sicura, al netto del 2020.

Brogli col Trickbot
Si segnalano – come previsto – attività ed entità impreviste. Che potrebbero cambiare i risultati elettorali. Una delle più pericolose e meno note si chiama Trickbot. È un gigantesco malware usato per lanciare cyber attacchi criminali, che aveva già infettato almeno un milione di computer. Tra questi molti computer di uffici pubblici: dove ora quelli del malware possono installare programmi che interferiscano col risultato elettorale. E al momento sono «una delle minacce più serie in queste elezioni», ha detto alla Reuters uno dei vicepresidenti di Microsoft, Tom Burt. Ora un giudice federale ha autorizzato Microsoft a disabilitare gli indirizzi IP associati con i server di Trickbot. Sempre Microsoft fa presente che le persone dietro il malware lo riadatteranno e riprenderanno le loro attività. Si tratterebbe di europei dell’Est, individuati dall’Fbi, che dovevano essere ufficialmente indagati da ieri, ma non è successo niente.

Le urne finte
Per alterare i risultati si usano intanto manufatti analogici. Come le urne finte per raccogliere le schede postali. Sul serio. In California sono decine. Sopra c’è scritto “Official Ballot drop off box”, ma sono illegali. Le hanno messe i repubblicani nell’Orange County, a Fresno, a Los Angeles. Uno dei dirigenti californiani del partito, Jordan Tygh, si è fatto fotografare davanti a un’urna finta, e ha postato la foto incoraggiando gli elettori a scrivergli per sapere dove trovarle. Lunedì il segretario di stato della California Alex Padilla e l’attorney general Xavier Becerra hanno ordinato di togliere le urne. Hector Barajas, portavoce dei repubblicani californiani, ha detto che sono «una valida forma di raccolta delle schede» e che continueranno a metterne. Non lo fanno per provare a vincere, in California è impossibile. Lo fanno, sembra, per provare che il voto postale è inaffidabile (pare che il piano iniziale fosse di far sparire le urne, farle trovare in seguito magari in discarica, gridare allo scandalo; poi i repubblicani hanno dovuto ammettere di essere stati loro, e ora è più complicato).

Le file in Georgia
Lunedì, per votare in anticipo, in molte contee della Georgia si aspettava dalle tre alle undici ore. Ieri nella Fulton County, quella di Atlanta, si arrivava a dodici. Non è una sorpresa, la Georgia ha una gloriosa tradizione di soppressione del voto e trucchi allo spoglio, Rinverdita due anni fa dal segretario di stato poi governatore Brian Kemp: vinse di misura sull’afroamericana Stacey Abrams, ma forse non aveva vinto. Stavolta però i video delle file sono online ovunque; e, se non altro, scandalizzano. E sono file in zone dove gli elettori non sono bianchi e dove il governatore ha fatto chiudere buona parte dei seggi (in Georgia, Trump è alla pari con Biden nei sondaggi; secondo sondaggi interni repubblicani, Trump sarebbe indietro, e forse va aiutato).

Cunningham trumpizzato
Chi ha diffuso la messaggistica zozza ma neanche tanto tra Cal Cunningham, candidato democratico in North Carolina, e una lobbista della cannabis molto sua amica, pensava di danneggiarlo. Di far crollare il suo consenso tra le imprescindibili elettrici suburbane. Di far rimontare il senatore repubblicano uscente Thom Tillis. È successo. Cunningham ha perso sette punti tra le donne (e due punti tra gli anziani). Però ha guadagnato 13 punti tra gli uomini del North Carolina. Che dopo mesi di spot a tappeto da candidato perbenissimo e noiosissimo, padre di famiglia e veterano, hanno cominciato a trovarlo simpatico. Ora conduce di sette punti (anche lui è stato aiutato da Trump, alla fine; tra Stormy Daniels e il presunto pee tape con escort russe intente a mingere sul futuro presidente, due whatsapp adulteri non scuotono granché).

Generali sfruttati
Dopo Anthony Fauci fuori contesto, che sembra lodare il presidente in uno spot pro Trump, la sua campagna ha un nuovo testimonial a sua insaputa. Questa volta hanno usato il capo degli stati maggiori riuniti, generale Mark Milley. È in una pubblicità elettorale, nel video in cui, con Trump e Mike Pence, guarda il raid contro al-Baghdadi. A differenza di Fauci, Milley tace. Ufficiali anonimi del Pentagono stanno però dicendo a tutti i media che le immagini non erano autorizzate, che i militari non possono fare propaganda elettorale, e altre cose ovvie che ora non lo sono (in Florida, Trump ha sfottuto Fauci; ora si teme per il generale).

Infermiere armate
Le persone che gravitano intorno a Trump hanno spesso guai giudiziari, a causa sua o per iniziative personali. Succede anche a chi è stato chiamato per dare un raro esempio edificante. Per dire. Amy Thorn è l’infermiera di terapia intensiva che aveva parlato alla convention repubblicana, difendendo la risposta trumpiana alla pandemia. È stata arrestata per aver sparato a una donna nello stomaco durante una lite. La vittima, Jonda Whitt. è in ospedale, non è in pericolo di vita. Thorn è fuori su cauzione. Secondo le cronache di Williamson, West Virginia, Thorn avrebbe trovato il suo fidanzato in un bar con Whitt. I tre hanno litigato, Thon è andata a prendere la pistola in macchina, poi ha trumpianamente spiegato ai poliziotti di aver dovuto sparare per legittima difesa.

Liste e scaramanzia
I democratici hanno paura, ricordano il novembre 2016 e la vittoria, a sorpresa ma neanche tanto, di Trump. Stavolta sono cautissimi. E se i media cominciano a fare nomi per un gabinetto Biden, dalla campagna arrivano poche indiscrezioni, e noiosissime.

Le ultime, su Politico, indicano la consigliera per la sicurezza nazionale di Barack Obama, Susan Rice, come segretario di Stato; o in alternativa uno dei due senatori del Connecticut. Un’altra obamiana, Michele Flournoy, andrebbe al Pentagono. Il senatore che sta per venire trombato in Alabama, Doug Jones, potrebbe avere l’Agricoltura. Il sindaco di Los Angeles Eric Garcetti i Trasporti, più importanti del solito perché Biden vuole intervenire sulle infrastrutture. Pete Buttigieg, uno dei più bravi a far campagna per Biden, anche su Fox News, andrebbe alle Nazioni Unite, o ai Veteran Affairs.

Al Tesoro ora è favorita Lael Brainard del board della Federal Reserve, e sarebbe uno sgarro ai progressisti che vogliono Elizabeth Warren. In caso, Biden li deluderebbe come li deluse Obama nel 2008, nominando al Tesoro Tim Geithner, della Federal Reserve di New York (Biden ha promesso «l’amministrazione più diversa di sempre», ma è complicato)

Florida Men
Ron DeSantis è il trumpianissimo governatore della Florida, ha studiato alla Harvard Law School ma si propone come lontano dalle élites. E per mostrare questa lontananza fa il covidiota. Al comizio di Trump, lunedì sera fuori Orlando, DeSantis era senza mascherina a fianco dell’ancora certamente malato presidente, e dava il cinque a tutta la prima fila. Ieri in Florida ci sono stati 2722 nuovi casi e 119 morti, e il gioioso video di DeSantis non è piaciuto a tutti. Però lo chiamano il Mini-me di Trump, e forse gli fa piacere.

Florida Biden
Ieri Joe Biden è andato nella Broward County, dove vive e viene arrestato l’ex campaign manager di Trump, Brad Parscale. Biden è andato a Pembroke Pines, a mezz’ora da Fort Lauderdale, e ha parlato, recita il comunicato stampa “delle sue idee per gli americani anziani”.

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