Europa, Italia, pandemia, America e diritti. Emma Bonino al Linkiesta Festival ha parlato di questo e molto altro. Durante l’incontro con il direttore de Linkiesta Christian Rocca e il giornalista Andrea Fioravanti, l’esponente di +Europa si è lasciata andare a un’analisi a 360 gradi dei molti temi che animano la scena nazionale ed estera. A partire dalla gestione della pandemia da parte del governo italiano: «Probabilmente immaginavano che la seconda ondata non sarebbe arrivata – spiega la Bonino sollecitata da Rocca. Ma dal punto di vista sanitario, scuole e trasporti l’impreparazione del governo si è dimostrata notevole».
A tal proposito, il direttore de Linkiesta ricorda alla Bonino la battaglia storica, fatta dai Radicali, per la separazione tra politica e scienza. Il motivo dell’iniziativa, secondo la Bonino, sta nel fatto che anche «la scienza non ha una voce sola, e si finisce per non credere più a niente». Mentre in questo momento storico urge la necessità di sicurezza, come «i dati sui contagi, che devono essere omologati, omogenei e pubblici. Ancora invece non ci sono, e questo non è simpatico» ricorda l’esponente di +Europa.
È la volta poi di Andrea Fioravanti, redattore de Linkiesta. Che domanda: quante probabilità ci sono che il governo decida di prendere il Mes? «È da giugno che dovevamo fare questa richiesta. Non è stata fatta perché la componente dei Cinque Stelle ne ha fatto una bandiera puramente identitaria e irragionevole. Per di più il governo ad oggi sta valutando un nuovo scostamento di bilancio, ovvero un nuovo debito pubblico» spiega Bonino. Che provoca poi il governo: «Vorrei vedere questi signori a una riunione con gli operatori sanitari e i famigliari delle vittime, a dirgli non li prendiamo quei soldi. Perché deve essere chiaro: le strutture sanitarie sono esattamente quelle di marzo».
Ma se invece che una battaglia ideologica si trattasse di una ripicca per non dare ragione a Salvini? «Ma se dobbiamo continuare a fare il male del Paese per non dare ragione a Salvini dove andiamo a finire» risponde la Bonino a Rocca.
C’è poi il nodo dello stato di diritto, delle storture di Polonia e Ungheria e di un dopo pandemia che rimane nebuloso per gli Stati membri dell’Ue. «Gli strumenti in mano all’Unione Europea per difendere lo stato di diritto non sono poi molti. È un tema che dovremmo affrontare per far capire ad alcuni nostri colleghi che l’Europa non è un bancomat» continua la senatrice. Magari portando l’argomento sotto i riflettori anche in Italia. «Al momento non c’è alcun dialogo con il governo sulla questione dello stato diritto e in particolare su Polonia e Ungheria. I vertici a Bruxelles sono incentrati esclusivamente sul versante economico: sul Next Generation Eu» svela la Bonino.
Sullo scacchiere globale è importante anche il versante Stati Uniti. L’amministrazione Biden, in caso di vittoria, secondo Bonino non «abbandonerà la focalizzazione sul Pacifico per occuparsi di più per l’Europa, ma certamente avrà più attenzione per un sistema multilaterale e non di rapporti bilaterali che distruggono l’Ue, obiettivo di Putin e Trump». Un minaccia che passa anche «dalle influenze che la Russia ha mosso sulla’America di Trump» e che molto probabilmente con «Biden perderanno la loro forza, a favore di tutte le democrazie occidentali, comprese quelle europee» afferma la Bonino.
Rocca affronta poi il tema delle minacce fatte da Trump nei giorni scorsi in merito a una sua uscita di scena per vie legali e non riconoscendo la vittoria di Biden. «Abbiamo avuto quattro anni di fuochi d’artificio con Trump, e forse il popolo americano ha bisogno di un po’ di quiete. Cosa che il presidente uscente non accetta: quindi andremo incontro a ricorsi e scontri. Non credo che concederà la vittoria a Biden, e non so davvero fin dove si potrà spingere» aggiunge la senatrice.
Ampliando il respiro, le elezioni americane potrebbe portare a nuove dinamiche antisovraniste in tutto il mondo occidentale. O almeno è quello che Emma Bonino si augura: «Spero davvero di sì, basta guardare Clinton, Blair, Dalema: è un legame che può ripetersi. Anche perché ai nazionalisti nostrani verrebbe meno un punto di riferimento molto importante».
E poi la domanda finale: cosa può fare +Europa per creare un polo liberale in grado di contrastare il sovranismo italiano? «Non sono brava nelle operazioni di palazzo, però è chiaro che per aggregarsi bisogna essere almeno in due. Noi teniamo le porte aperte ma gli altri non vogliono entrare. Probabilmente tutto quello che sta accadendo farà ragionare molte forze politiche, e solo allora sarà possibile ragionare su un centro liberale» Conclude Emma Bonino.