Modello ItalianoOttocento morti al giorno, ma nessuno ha sbagliato nulla

Conte e i suoi scienziati ripetono che l’appiattirsi della curva dimostra la bontà delle loro scelte, ma le cose sono due: o riteniamo che questi numeri siano un prezzo da pagare «adeguato e proporzionato», oppure non lo erano i provvedimenti del governo

Valeria Ferraro /LaPresse

Secondo i dati di ieri, giovedì 26 novembre, in Italia erano morte di Covid 822 persone in 24 ore, mercoledì 722, martedì 853. Siamo da un mese sopra i cento, da due settimane sopra i cinquecento e andiamo ormai verso i mille morti al giorno. Eppure nessuno ha sbagliato niente. Non vi pare incredibile?

Ogni giorno, all’annuncio del numero sempre più alto dei decessi, seguono svariate considerazioni sul calo dei contagi e dell’indice Rt, sull’appiattirsi della curva e l’approssimarsi del plateau, tutti dati che dimostrerebbero quanto le misure prese dal governo stiano funzionando egregiamente.

Ma ammesso e non concesso che il calo dei contagi porti rapidamente a un calo significativo nel numero dei morti, ciò non dimostrerebbe, semmai, che tali misure andavano prese prima? Possibile che nessuno, dinanzi a questi numeri, senta l’esigenza di dare la benché minima spiegazione, e che anzi Giuseppe Conte e i suoi scienziati di fiducia continuino ostinatamente a rifilarci la compiaciuta formuletta delle misure «adeguate e proporzionate». Adeguate e proporzionate a cosa, di grazia? Perché le cose sono due: o riteniamo che una simile cifra sia un prezzo da pagare adeguato e proporzionato, oppure non lo erano le misure prese.

E non si dica che questo non è il momento delle polemiche. Avessimo fatto tutti quanti qualche polemica in più quando era il momento, e cioè a giugno, se non a maggio, forse ora non ci troveremmo di nuovo al punto di partenza. E soprattutto non rischieremmo di tornarci ancora una volta, al ritorno dal «sereno Natale» auguratoci dal presidente del Consiglio, come ci siamo tornati al ritorno dalla serenissima estate del bonus vacanze e delle discoteche aperte.

E no, non è vero che in tutto il mondo nessuno sta meglio di noi. È vero semmai l’esatto contrario. Siamo al sesto posto nel mondo per numero di morti in termini assoluti, e siamo ovviamente ben lontani dall’essere il sesto paese per numero di abitanti. Se poi contiamo solo i dati degli ultimi sette giorni, da mercoledì 18 a mercoledì 25, balziamo al secondo posto. Peggio di noi, per numero di decessi, soltanto gli Stati Uniti di Donald Trump, quello che invitava a curarsi con la candeggina. Un paese che conta peraltro 330 milioni di abitanti.

Per quanto ancora potremo sentirci dire che le misure stanno funzionando alla grande, e che il resto dipende da noi?