Il verde sta su tuttoL’e-commerce di moda italiano che seleziona i marchi europei ecosostenibili

Il progetto Staiy, nato nel 2019 da quattro amici poco più che ventenni, è interamente dedicato a brand e designer ecofriendly. Un marketplace che questa settimana inaugurerà a Berlino il suo primo concept store, dove verranno proposti i prodotti più innovativi e attenti all’ambiente

Staiy

Un e-commerce di moda sostenibile che raccoglie, selezionandoli in base a criteri ecofriendly, tutti i marchi europei più innovativi: da Komodo fino a Nat-2 e Womsh. Si chiama Staiy ed è stata fondata nel 2019 a Berlino da quattro amici e colleghi italiani, tutti classe ‘97 e ‘98, che hanno studiato Business Management tra Londra, Torino e la capitale tedesca.

La loro startup è nata per dare una nuova veste alla sostenibilità rendendola attraente e fruibili per tutti. «Ci siamo accorti di come nella moda, il secondo settore più inquinante al mondo, mancasse l’accessibilità alle scelte sostenibili e a standard di produzione chiari. Serviva un punto d’appoggio e di collegamento tra brand e designer, che già si impegnano nel rispetto dell’ambiente, e clienti finali», spiega Ludovico Durante, uno dei quattro fondatori.

La piattaforma di Staiy valuta la sostenibilità degli abbigliamenti sulla base dei cinque ambiti nei quali il settore della moda ha un effetto più marcato: acqua, aria, materiali, condizioni del lavoratore e impegno del brand in progetti ambientali e sociali. «Con 62 domande quantitative e qualitative – sottolinea Durante – noi valutiamo la condotta di ogni brand. Ad esempio analizziamo quanta acqua consuma per realizzare i prodotti ma anche come ricicla, per capire quanto la sua produzione impatta sull’ecosistema circostante». Estetica e sostenibilità. Se il marchio supera il primo step, viene sottoposto all’analisi delle risposte ai 62 quesiti per capire se può entrare nella piattaforma o meno. «La nostra valutazione dei brand, non appena vengono accettati sulla nostra piattaforma, si trasforma in un punteggio, da 0 a 5. Sulla pagina del prodotto, così come su quella del brand, l’utente può leggere quanti punti sono stati ottenuti in ogni indicatore. Più un brand si comporta bene su tutti e cinque i pilastri, migliore sarà il suo punteggio complessivo».

In seguito alla valutazione ogni prodotto proposto su Staiy ottiene degli impact points, che anche l’utente riscuote se decide di acquistarlo. Questi punti vengono poi trasformati in donazioni, grazie alla partnership con One Tree Planted, che sostiene progetti sociali e ambientali. Con i punti raccolti il cliente può donare alla One Tree Planted sostenendo uno dei quattro progetti proposti: sostenere l’emancipazione delle donne in Ruanda, il ripristino della foresta pluviale amazzonica in Perù, la protezione della fauna selvatica in Indonesia e la creazione di una fonte di acqua in Kenya. La catena di collaborazioni ecofriendly di Staiy non si ferma qui: la piattaforma è anche partner di 1% for the Planet, un’organizzazione internazionale impegnata a costruire, supportare e attivare un’alleanza di imprese impegnate finanziariamente nella creazione di un pianeta sano.

Il successo di Staiy è raccontato anche dai numeri. Un anno fa, il marketplace ospitava circa 40 brand, ora più di 120 brand. Il progetto ha ottenuto importanti riconoscimenti: è stato selezionato tra le migliori 10 startup dal Startupbootcamp FashionTech, che ogni anno individua 10 collaborazioni internazionali da supportare durante l’evento milanese FashionTech, ed è arrivato in finale ai Wmf Awards, i premi rivolti a web agency, aziende, brand, enti, Onp, istituzioni e personalità che si sono distinti nel panorama nazionale e internazionale dell’innovazione e del web marketing.

«Stiamo costruendo una rete di influencer e artisti, a oggi circa sessanta, per creare un nuovo ecosistema intorno al mondo del lifestyle sostenibile – continua Durante – Ciò che ci interessa è far capire al cliente finale che nella moda il prodotto può essere veicolo di un messaggio. Indossare un marchio e un brand che produce in un certo modo può essere la spinta per diffondere temi di cui non si parla a sufficienza, come quello ambientale».

 

Perché creare questa start up proprio a Berlino? «Dal riciclo dei materiali, alla cultura gastronomica vegetariana e vegana fino mobilità eco-friendly, dal carsharing al bikesharing, Berlino è una realtà almeno 10 anni più avanti rispetto alla nostra in termini di ecosostenibilità e non solo», sostiene il co-fondatore di Staiy

«Siamo cresciuti velocemente. La piattaforma è visitata mensilmente da oltre 8mila utenti, lo stesso vale per il nostro canale Instagram. In questo momento sono soprattutto l’Italia e la Germania i mercati predominanti. Siamo molto contenti dell’attenzione che il nostro Paese sta rivolgendo al tema, legato alla moda, della sostenibilità», confessa Durante. Il 17 novembre Staiy ha lanciato sul suo sito la sezione cosmetica, per garantire un’esperienza più completa ai clienti che si evolverà ulteriormente nel 2021. E questa settimana, nel cuore di Berlino, la startup aprirà il suo primo concept store, dove verranno proposti alcuni dei migliori marchi presenti sulla piattaforma.

«Con la pandemia abbiamo assistito a una crescita sia del numero di brand che hanno aderito al nostro progetto – circa tre a settimana – che di ordini da parte dei clienti. Un effetto sinergetico per il quale i primi si sono avvicinati alla nostra proposta per digitalizzarsi ulteriormente contribuendo alla nostra crescita, che ci ha consentito di attivare una selezione accurata per ridefinire il marketplace», sottolinea Durante. Parallelamente, da parte degli utenti sono cresciute la curiosità e le domande sui prodotti e i marchi. Quesiti cui i quattro giovani imprenditori cercano di rispondere quotidianamente, affiancati dai brand e dai designer, con delle dirette live sui canali social di Staiy. «Una realtà in crescita – conclude Durante – anche se non totalmente affermata». D’altra parte, è appena nata. Ma, pare, sotto una buona stella.

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