Ha scelto il giorno di Sant’Ambrogio Beppe Sala per annunciare la sua ricandidatura alla guida di Milano dando così inizio ufficialmente alla campagna elettorale che dovrà portare all’elezione del nuovo sindaco. Una partita complessa in cui nessuno potrà sbagliare la propria parte, compreso lo stesso Sala, alla luce di un contesto difficile che mai nessuno avrebbe potuto immaginare qualche anno fa.
Il 7 dicembre 2020, ore 12.00 (l’orario più amato da tutti i Social Media Manager): il Sindaco di Milano ha affidato a un video diffuso sui social le sue riflessioni, i suoi dubbi ma, soprattutto, la sua decisione: si ricandida. Una notizia importante che apre per i milanesi, la stagione della scelta fondamentale della guida cittadina dei prossimi anni. Un appuntamento che non riguarda solo il capoluogo della Lombardia, ma ha una portata nazionale.
Interessa tutti coloro che vedono Milano punto di riferimento di interi settori economici e creativi, simbolo di un’Italia che si impegna, che innova, che crea e ricerca. Su quest’ultima si potrebbero aprire mille parentesi per evidenziare l’importanza cruciale che assieme alla scienza ricopre in questa città, ruolo spesso poco considerato. Milano che vuole camminare ancora assieme alle grandi metropoli mondiali, senza paura di scommettere su se stessa con sacrificio e passione.
È un appuntamento guardato dall’Europa che vede in Milano la città italiana più europea, nei suoi ambienti, nelle sue atmosfere, ma anche e soprattutto nella sua mentalità e che ne riconosce le potenzialità e l’unicità come porta d’accesso al Mediterraneo.
Dall’Italia tutta che la riconosce capitale economica, il cui destino segna quello dell’intero Paese, con l’obbligo di tracciare la rotta e di affrontare questioni non più rimandabili come la crescita generazionale e lo sviluppo sostenibile.
È un appuntamento fondamentale guardato da un’intera generazione di ragazzi che vuole continuare a vedere in Milano la città delle opportunità dove merito e talento vengono riconosciuti e premiati. Dove l’ascensore sociale funziona ancora (caso unico nel Belpaese) e dove hanno luogo le relazioni e l’aggregazione fondamentali affinché i giovani possano entrare nei più importanti network globali.
Ma la partita milanese deve avere l’attenzione di tutto il campo progressista italiano. Perché è inutile girarci intorno, potrebbero arrivare tempi bui, tempi di destra, perché gli artifici sulle leggi elettorali e le manovre di palazzo non basteranno ad arginare il vento che, alimentato dalla crisi economica, soffierà e darà forza, legittimamente in democrazia, a quelle che adesso sono le opposizioni. Per questo, le città devono essere le roccaforti da cui ripartire. Serve il massimo contributo possibile.
La crisi economica sarà sempre più evidente, alcuni processi distruttivi, in particolare riguardanti i posti di lavoro, hanno ricevuto un’incredibile accelerata e la disoccupazione sarà sempre di più un dramma dei prossimi anni, così come la riorganizzazione degli spazi urbani. È vero che durante l’ultima tornata elettorale gli amministratori uscenti hanno vinto facilmente, ma la stanchezza psicologica dei cittadini e l’evidente impreparazione nella quale ci si è fatti trovare tutti dalla seconda ondata potrebbero invertire la tendenza.
E proprio per questo, perché non sarà facile, che in città tutti devono fare la propria parte.
La devono fare coloro che in maniera diretta e indiretta sono in politica. Innanzitutto, ringraziando Sala per la sua coraggiosa scelta di rimettersi in discussione. Il suo ritiro avrebbe aperto la porta a forti competizioni interne ma, soprattutto, alla vittoria della destra. Dunque, ora che la bella notizia c’è, tutti gli attori, le comparse, i tecnici devono anteporre le amministrative davanti alle proprie aspirazioni personali (spesso, ma non sempre, legittime) e agli interessi legati alle dinamiche dagli schieramenti politici nazionali. Questo significherà avere consapevolezza e maturità per capire l’importanza della posta in palio. Importanza e consapevolezza del contesto di cui Sala, con le sue parole, ha dimostrato di essere perfettamente conscio: “non mi candido per completare il lavoro, ma per iniziare una nuova fase”.
Quello che la città stava vivendo al netto del Covid è sotto gli occhi di tutti: i grandi risultati, le grandi opere, la qualità della vita, le olimpiadi; insomma, i fatti positivi, come dice lo stesso Sala nel suo video, sono tanti ma adesso tutto è cambiato e fatti e risultati potrebbero non bastare più.
E allora serve la politica, serve il Principe machiavelliano che sappia conquistare il risultato per assicurare i prossimi 5 anni di buon Governo alla città. La strategia sarà fondamentale: Milano, per ora, non ha bisogno di un nuovo leader di centrosinistra ma di un grande Sindaco. Per questo, sarà fondamentale creare un’interlocuzione, un link sentimentale con tutti i cittadini, anche quelli che si sentono meno compagni, ma che, magari, nelle prossime settimane, potranno diventare nuovi amici perché hanno a cuore lo stesso obiettivo.
Una proposta per i milanesi, che si sottragga alle logiche delle casacche e che si concentri su come governare i tanti cambiamenti in modo che Milano resti là, al suo posto: davanti a tutti. Per Sala, lo sforzo sarà quello di dare spazio e far capire che c’è spazio per chi desidera essere coinvolto in una Milano moderna anti-sovranismo e populismo, una città dove ricchezza e solidarietà vanno a braccetto. Sottrarre preziosa linfa al campo avversario sarà la chiave per vincere le elezioni già in campagna elettorale.
Leadership per tenere unito un campo largo, attenzione all’ascolto e voglia di offrire spazio a nuovi mondi, vocazione civica per arrivare al cuore di tutti i milanesi.
Una partita non scontata, insomma, con tante variabili per una città in difficoltà ma che vuole guardare avanti con fiducia e col suo spirito unico: «Sono pronto a ricandidarmi, ora dipende da voi. Ben sapendo che se non sceglierete me, sceglierete uno altrettanto bravo come sempre è successo». Ecco il segreto di Sala, ecco il segreto di Milano.