Il Natale 2020 sarà difficile da dimenticare, non solo per la magia che sempre accompagna questo giorno e che lo imprime nei meandri della memoria, ma anche per le briglie che lo imprigionano e che mutano nell’essenza l’approccio ad ogni istante di questo fiabesco periodo. Niente cene in compagnia, nessuna vacanza da programmare, uscite ponderate e legate a necessità.
Sembra tutto così mesto, lontano dallo sfavillio consueto e dal luccichio che illumina il mese di Dicembre. Eppure, l’anima del Natale riesce a trovare linguaggi nuovi e inaspettati, varchi nella mente e nel cuore per generare energie e mantenere lo stesso spirito, nonostante le circostanze siano così atipiche. Anche pensare un regalo, che sia per se stessi o per altri, diventa una sfidante prova. Non un oggetto, statico nella già forte staticità del momento, ma un percorso, un itinerario che accenda i sensi e la fantasia, che disegni progetti che sanno di futuro già oggi.
In un’epoca in cui il movimento e la condivisione sono diventati una imprescindibile condizione di vita, è molto difficile ripensare completamente un modello di valore esperienziale, stabilire nuovi canoni di realtà, in equilibrio tra vero e virtuale.
Vogliamo provare a farlo attraverso immaginari viaggi, che poi tanto immaginari non sono, perché portano nelle nostre case e soprattutto nelle nostre menti sapori, luoghi, tradizioni, territori che ora ci raggiungono a domicilio, ma che sono lì, desiderosi di farsi esplorare con occhi nuovi quando il mondo tornerà ad essere un contenitore di socialità e libertà.
Eccoci allora pronti a percorrere un affascinante scenario gastronomico, tra le regioni italiane, senza doverci spostare dal divano e curiosi di scoprire l’universo di Bonverre. Progetto innovativo e di respiro contemporaneo, partito dall’invenzione del primo panettone in vasocottura, esperimento che ha dato vita a quella che è diventata una tendenza degli ultimi Natali e poi ha aperto le porte a collaborazioni importanti su ricette salate. Questa tecnica è un metodo molto antico che Bonverre utilizza unendo al meglio un patrimonio culinario prezioso e tecniche d’avanguardia basate sulla continua ricerca. Una cottura sottovuoto all’interno di un vaso in vetro, che consente di mantenere intatte le caratteristiche nutritive ed organolettiche degli ingredienti.
Il vetro diventa veicolo di sostenibilità e conservabilità, nell’ottica di una filosofia del riutilizzo.
Ogni ricetta Bonverre è una perla di sapori e memorie che può viaggiare nel tempo e nello spazio, fino alla cucina di casa. Dal tonno di maiale del Chianti allo stracotto di polpo, Bonverre racchiude ricette della tradizione radicate nei territori, ancora tutte da scoprire. Sono storie, diventate piatti d’autore di tanti chef italiani, che oggi si possono vivere anche fuori dai loro ristoranti.
Il Ragù di Selvaggina di Igles Corelli , Il Cortile, ragù di frattaglie dall’infanzia di Diego Rossi, oppure la versione rock del classico ragù alla bolognese, quello di Oltre. In un vaso sono racchiuse tradizioni ormai dimenticate come l’Aggiadda, il sugo acido della cultura tarbarchina sarda o la Trippa di Baccalà, tradizione veneta dei pranzi in famiglia di una volta e oggi riscoperta grazie a ristoranti come il Desco. Salato, ma anche dolce, con il panettone in vasocottura di Olivieri 1882 , votato miglior Panettone d’Italia per il Gambero Rosso e il Pan dei Siori, tipico dolce delle feste veronese, della storica Pasticceria Offellaria Perbellini.
Un’esperienza sublime, che a Natale diventa anche un’originale idea regalo. Quattro box tematiche: Sweet XMAS (per gli amanti della pasticceria italiana), Mare Nostrum (6 diverse ricette di pesce di mare e d’acqua dolce), Pasta Lovers (sughi e ragù dai sapori intensi e della tradizione) o Greatest Hits (6 best seller di Bonverre), delizie per tutti i gusti! Oppure la possibilità di comporre un Tasting Menu, per dar vita a una degustazione secondo il proprio palato.
Forte rimane anche la voglia di viaggiare, di dipingere il futuro pensando che presto si possa tornare a vedere luoghi, scovare terre, gustare ricette. E sulla scia di questi pensieri, scopriamo un interessante progetto nel Salento, Puglia Eco Travel, ideato da tre giovani e da una rete di piccole aziende agricole e indirizzi originali dell’ospitalità, dove dormire, provare la cucina di qualità, acquistare legumi, formaggi, miele e olio, seguire corsi e laboratori. Un’idea di turismo green, sostenibile, ecocompatibile, utile ed emozionante, che fa bene alla terra, all’ambiente, agli uomini.
Un’occasione per aiutare i custodi del Salento più bello, che nonostante il periodo di grande difficoltà non vogliono rinunciare al loro sogno.
Per veicolare questo messaggio nascono gli Eco Box del Buongustaio nella versione Goloso o Vegetariano, un pacchetto di viaggio speciale, da regalarsi o regalare a Natale o in qualsiasi altra occasione, con voucher che scadono nel 2022. Occasione anche per scoprire ortaggi e legumi di antiche varietà locali, come la cicoria Galatina e il “mugnulo” (broccolo salentino), o il pisello riccio di Sannicola.
Un nuovo modo di intendere il viaggio, non solo attraverso i luoghi ma al fianco delle persone, del loro lavoro, dei frutti della terra. Ogni stagione ha il suo tour, con storie, sfumature, paesaggi, profumi e sapori diversi. E con la suggestione di un piccolo rito per rendere il futuro più verde, con la piantumazione di una piantina per la realizzazione di un “bosco diffuso”.
L’Eco Box è composto con prodotti da degustare subito e voucher per le esperienze che si potranno vivere in Salento, appena sarà possibile tornare a viaggiare. I voucher sono stati realizzati da Andrea De Simeis, eccellenza del Salento, in carta di cotone vergata a mano e colorati con terra d’ocra di Otranto, mentre il profumo dei fogli è distillato di arance amare estratto in corrente di vapore. Lo stesso box che contiene prodotti e voucher, pensato come cestino da picnic è stato disegnato da Andrea e realizzato da un falegname locale. Una storia salentina per riscaldare il Natale e far vivere il sogno di una terra verace e bellissima.
Continuando a vagare nell’etere tra questi itinerari , approdiamo nel sempre affascinante universo delle vigne. Chi ama il nettare divino avrà pensato svariate volte a come debba essere emozionante possedere un vigneto, poter vedere crescere ogni grappolo, raccoglierlo e poterne seguire la trasformazione passo a passo in cantina, fino alla bottiglia. Un desiderio ricorrente quanto irrealizzabile, per i più, ma che ora può trasformarsi in realtà con l’iniziativa “Adotta un filare”. Un progetto che rende possibile adottare a distanza il filare di un vigneto dell’azienda prescelta, in segno di salvaguardia del territorio e affermazione della cultura del vino.
Il filare porta il nome dell’adottante, in segno di simbolica appartenenza, e si diventa così protagonisti delle fasi di coltivazione, raccolta e vinificazione, con la grande soddisfazione di ricevere bottiglie prodotte dal proprio filare, una volta terminato tutto il ciclo.
Siamo nelle terre del prestigioso Barolo, nelle Langhe, precisamente nell’azienda Agricola Sara Vezza, nel Comune di Monforte d’Alba.
Una realtà che ha promosso con grande passione questa iniziativa, atta a creare un legame speciale con la vite e a salvaguardare un territorio prezioso, custode di prodotti di indiscussa eccellenza.
Tutto ciò diventa un regalo distintivo, che va oltre una bottiglia di vino, poiché abbraccia un’esperienza unica e suggestiva, fatta di richiami ancestrali della terra e di prezioso lavoro.
Leggere il proprio nome sull’etichetta che identifica il filare fa sussultare, così come diventare parte di un lungo e faticoso processo che dalla pianta porta in bottiglia. Un legame che vive anche a distanza, grazie alle costanti informazioni su tutte le fasi salienti di lavorazione e che può evolvere in esperienza diretta in azienda nei momenti più significativi, quali la vendemmia.
Quei doni che nessuna carta preziosa può abbellire, perché capaci di brillare di luce propria.
Mille e mille pensieri attraversano la mente, ora che vasi pieni di storia, luoghi affascinanti e polposi grappoli d’uva sono arrivati a scuotere le intorpidite sinapsi di questo tempo sospeso. Tante e stringenti possono essere le restrizioni, severi i divieti. Ma nulla che possa fermare quella innata tensione al viaggio e alla ricerca che già Ulisse aveva palesato nel suo incessante vagare tra i mari. Di millenni ne sono trascorsi, ma siamo ancora pronti a sfidare il canto delle Sirene e a sconfiggere le insidie di una pandemia, pur di non fermare mai quella fame di scoperta e di esperienza che da sempre abita l’animo umano.