Leadership che ispira cambiamentoIl premio “Donna Europea dell’anno 2020” de Linkiesta sul più importante magazine polacco

Il supplemento di Gazeta Wyborcza, il principale quotidiano polacco, dedica un articolo alla prima edizione del riconoscimento del nostro giornale. Marta Lempart, fondatrice del movimento Ogólnopolski Strajk Kobiet ci ringrazia su Facebook per aver «visto che oltre a esponenti politici di spicco, esistono e fanno cose importanti donne comuni»

LaPresse

Il magazine dedicato alle donne Wyborcza.pl, che esce in supplemento a Gazeta Wyborcza, il più importante quotidiano polacco, parla del premio “Donna Europea dell’anno 2020” de Linkiesta. «È un premio per le leader dello sciopero e per i leader dell’opposizione bielorussa, ma anche per le centinaia di migliaia di donne polacche e bielorusse che scendono in strada da mesi per protestare» scrive il magazine.

Sono Sviatlana Tsikhanouskaya, Maria Kolesnikova, Veronika Tsepkalo, Marta Lempart, Klementyna Suchanow e altre centinaia di militanti, lavoratrici, studentesse, impiegate, accademiche e casalinghe che in Bielorussia e in Polonia lottano per ottenere qualcosa che nel nostro Vecchio Continente sembrava ormai scontato: il rispetto dei diritti civili.

In precedenza, anche il Financial Times ha riconosciuto Marta Lempart come una delle donne più influenti al mondo. «So perfettamente che la Polonia non è la Bielorussia, sia nel contesto della violenza della polizia che nella definizione di dittatura. Ma sottolineo che quando si tratta di un potere che sopprime i cittadini e che non offre diritti umani, non possiamo che provare tanta solidarietà. Ecco perché ci capiamo» scrive Lempart su Facebook.

«La cosa che ci collega di più è che le donne in entrambi i Paesi sono in prima linea nelle proteste – derubate dei diritti, e maltrattate dallo Stato, che abusa dei suoi poteri. In Polonia è nata una specie di cultura della protesta grazie allo sciopero femminile e alle altre organizzazioni civili. Non so cosa possono ottenere da noi i bielorussi – parlare per qualcuno è sempre difficile. Certamente siamo ispirati dalla forza delle loro proteste, e dal fatto che hanno trovato e trovano la forza di lottare a lungo, scendendo in piazza nonostante la violenza» continua il post

Marta Lempart ringrazia anche Linkiesta, capace secondo l’attivista di aver «visto che oltre a esponenti politici di spicco, esistono e fanno cose importanti donne comuni».

Linkiesta, si legge nell’articolo, assegna la prima edizione del premio “Donna Europea dell’Anno 2020” a colei che crede ancora nella democrazia, nella libera scelta e nella parità di diritti. Le donne polacche e bielorusse che protestavano contro la dittatura di Lukashenka e contro il trattamento delle donne come cittadine di seconda classe, sono state selezionate da una giuria composta da otto donne italiane: Emma Bonino, Mara Carfagna, Simona Bonafé, Lia Quartapelle, Flavia Perina, Anree Ruth Shammah, Sofia Ventura e Anna Zafesova.

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