In questi ultimi mesi, in molti Paesi del mondo, con l’arrivo del vaccino è stato annunciato l’inizio della fine della pandemia. Un ritorno alla normalità, o almeno in parte. A San Francisco, invece, durante la conferenza sanitaria annuale di JPMorgan, sono emerse delle previsioni poco rassicuranti. Secondo Stephen Tang, amministratore delegato di OraSure Technologies, una società di diagnostica, «la necessità di test per continuare a monitorare il Covid-19 durerà ben oltre il 2022, certamente nei Paesi con le economie più avanzate. E per i Paesi a basso e medio reddito, forse fino al 2027 o al 2030».
C’è poi la questione del mutamento del virus. La corsa ai vaccini e alle nuove varianti infatti potrebbe subire una battuta di arresto a causa della facilità di adattamento del Covid-19. «Sappiamo che sta cambiando ma non come. È qualcosa che stiamo cercando di anticipare», ha detto Angela Hwang, dirigente Pfizer, riflettendo sulla capacità del virus di mutare. «Potremmo trovarci in un momento in cui dovremmo aver bisogno di un nuovo vaccino».
Insomma, non proprio quel ritorno alla normalità che speravamo. Gli scienziati si aspettano inoltre che un ceppo mutante sfugga alle loro ricerche. Le aziende farmaceutiche sono fiduciose di poter rispondere con efficacia a tali scenari, ma questo obiettivo richiede l’adattamento dei vaccini, l’ottenimento in tempi rapidi dei necessari via libera normativi (idealmente senza un’altra serie di prove seguendo tutti i protocolli in piena regola) e il potenziamento della produzione. Troppi tentativi a vuoto potrebbero aggravare il bilancio globale delle vittime causate dalla pandemia.
Tutto ciò si traduce in una corsa contro il tempo: nel peggiore dei casi, infatti, saremo sempre un passo indietro rispetto all’evoluzione del virus, si legge sul Financial Times. E anche se i vaccini possono trattare le varianti, esiste una vasta parte della popolazione non idonea per i vaccini attuali, e diventare così un ostacolo all’immunità di gregge. Stephane Bancel, amministratore delegato di Moderna, ha dichiarato alla conferenza che la società inizierà presto ad affrontare questo problema testando il suo vaccino sui bambini piccoli: «Richiederà molto più tempo» ha spiegato Bancel, poiché gli scienziati procedono con cautela e con basse dosi. I primi dati di questi tentativi non saranno disponibili fino al prossimo anno.