Fine anticipata“Watergate 2021”, il romanzo degli anni ’70 che ha previsto il delirio di Trump

Il libro di Ron Goulart parlava di un presidente americano grottesco e senza scrupoli che cercava di liberarsi dei nemici manipolando il passato. La collana Urania di Mondadori aveva visto lungo

AP Photo/Alex Brandon

Siamo nel 2021: il presidente degli Stati Uniti è un uomo senza scrupoli e privo di ogni senso del ridicolo, che cerca un modo come un altro per liberarsi dei suoi nemici. Non c’è senso del pudore, non c’è morale. Potrebbe sembrare la cronaca degli ultimi giorni dell’amministrazione Trump, invece è il riassunto della trama di “Watergate 2021”, titolo profetico come mai nessuno, scritto nel 1977 dal prolifico autore americano Ron Goulart e pubblicato in Italia l’anno successivo nella collana fantascientifica Urania dell’Arnoldo Mondadori Editore.

Fantascienza, appunto, perché la trama non riguarda solo un presidente americano grottesco e delinquente collocato nel nuovo millennio (cosa che si è realizzata in modo puntuale) ma, nelle sue 150 pagine, si dipana un racconto umoristico fatto di viaggi nel tempo e guerriglie politiche.

Il titolo originale è “The Panchronicon Plot”, che indica il complotto pantemporale che costituisce il nucleo della trama, in cui il presidente americano (in questo caso un certo Biz Bisbiglia) decide di liberarsi dei suoi avversari politici spedendoli nel passato con un macchinario speciale, non senza aver fatto loro un prudente lavaggio del cervello perché assumano nuove identità. In tutto questo c’è spazio anche per un uomo invisibile (è l’eroe positivo) e degli extraterrestri con forma di uomini-lucertola (per la gioia dei complottisti di oggi).

Non è un capolavoro, sia chiaro. Il libriccino è datato, il suo umorismo comprende passaggi oggi inaccettabili, ma pazienza. Quello che colpisce è, più che altro, la fortuna della titolazione italiana.

Impossibile non pensare oggi allo scoop del Washington Post, che ha pubblicato la registrazione della conversazione telefonica con cui il presidente americano ha cercato di fare pressioni nei confronti del Segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, chiedendogli di «trovare» i voti necessari per ribaltare il risultato elettorale delle presidenziali. «Non c’è niente di male a dire che avete ricalcolato», aggiungeva.

Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi, Trump è arrivato al suo capolinea. Sia perché la richiesta, del tutto illegale, è perfino illogica (non basta ribaltare la Georgia per tornare alla Casa Bianca). Ma perché lo scandalo, quasi un nuovo Watergate, potrebbe chiudere per sempre ogni spiraglio per una sua nuova candidatura. È tanto se, al contrario, non gli apre le porte di qualche prigione.

A differenza del libro, qui non ci sono eroi con il dono dell’invisibilità. Ma ci sono tanti eroi invisibili, se si vuole definire così, con un filo di retorica, tutti gli elettori e che, guidati dal desiderio di normalità e decenza, hanno deciso, a novembre, di votare contro Trump.

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