Neotelevisionell caso di Nent dimostra che resistere a Netflix si può, basta copiarla

La piattaforma streaming scandinava riesce a difendere con successo la sua posizione nella regione, mantenendo il secondo posto a poche lunghezze dal gigante americano. Merito di una strategia coraggiosa e della consapevolezza che dai migliori si deve solo prendere esempio

di Stephen Monterroso, da Unsplash

Il boom dello streaming in Europa, imposto anche dalla pandemia, ha certificato lo strapotere delle piattaforme americane. In prima fila compaiono Netflix, Amazon Prime e Disney Plus, che si sono accaparrati l’86% delle sottoscrizioni e un totale di 141 mila nuovi utenti nell’Europa Occidentale, come dimostrano i dati Ampere Analysis riportati dal Financial Times.

Non è una novità: le produzioni d’Oltreoceano hanno sempre avuto grande popolarità in Europa e, nella nuova era dello streaming, ogni provider ha messo a punto una sua strategia di conquista. Netflix, per esempio, punta sulle produzioni a carattere locale: il successo del francese “Lupin” (sia in termini di numeri che di battage) ha dato loro ragione, e lo stesso si può dire di “Dark”, la serie tedesca, anche se in misura minore. Disney Plus, dal canto suo, viaggia con 13mila abbonati in Europa, tutti guadagnati con il minimo sforzo, dal momento che la sua offerta si fonda su classici e blockbuster Marvel.

Per i concorrenti europei è difficile resistere. I dati mostrano una flessione del 10% delle iscrizioni ai provider locali dal 2014 al 2020, i budget sono ridotti e la maggior parte dei protagonisti mostra titubanza nell’affrontare il mondo dello streaming.

Tranne uno. La società pan-nordica Nent (Nordic Entertainment Group), con sede a Stoccolma rappresenta la risposta europea al dominio dello streaming americano. Ben lontana dalle dimensioni (sia come capacità economica che come investimento) di Netflix, può vantare però un buon secondo posto in più Paesi nordici, insieme a un trend in crescita. Le revenue si aggirano intorno al miliardo di euro (Netflix, per capire, arriva a 24) e la strategia di difesa, ma anche di attacco, sembra funzionare.

Al suo attivo ha un’offerta che mescola sport e serie televisive, film (nuovi e classici) e cartoni animati per bambini, con circa tre milioni di abbonati in Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia. Un’area in cui Netflix ne conta poco più di quattro. Sono quasi alla pari ma sul fronte revenue, dal momento che il pacchetto sportivo è più caro, riesce perfino a superare il gigante americano. È l’unica realtà in Europa che riesce a difendersi, e anche bene.

Le ragioni – prendere nota – sono diverse.

Al primo posto, l’avere abbandonato l’approccio conservativo che ancora domina in aziende affermate come Mediaset, Vivendi e Canal Plus. Nent è stata tra le prime a passare allo streaming: una scelta frutto di visione e in parte, va aggiunto, dovuta alla sua debolezza strutturale. Nel 2014, quando la Modern Times Group (il suo nome precedente) è finita sotto la guida di Anders Jensen, l’attuale Ceo, occupava seconde e terze file nel settore. Una situazione che, per paradosso, ha reso più facile la scelta di battere una strada diversa. «Se hai il 99,9% dei tuoi ricavi che proviene dalla pubblicità, ci vuole molto coraggio per passare a un servizio di video-on-demand a basso prezzo», spiega al Financial Times.

Al secondo posto, una struttura territoriale già consolidata. Nent era già presente nella regione scandinava e questo ha reso più semplice introdurre la nuova piattaforma in mercati già conosciuti.

A questo passaggio va aggiunta anche un riequilibrio degli investimenti: Nent taglia sul modello tradizionale e investe sulla nuova tecnologia. Risultato: nuove produzioni, serie tv e successi regionali. Con l’obiettivo di sbarcare anche in altri Paesi nei prossimi 10 anni (tra i primi: il Baltico e la Polonia) e raggiungere i 10 milioni di abbonati.

Insomma, il rivale di Netflix non fa mistero di avere come modello proprio Netflix. «Se non copi, sbagli» avrebbe detto. Ed è la strada giusta. Rimane da chiedersi allora: perché gli altri non lo fanno?