I tempi del decreto sostegni, ex ristori 5, si sono già allungati rispetto ai programmi iniziali. E per il momento non si ha ancora una data certa sulla approvazione, anche se il governo punta a chiudere il provvedimento da 32 miliardi entro la settimana.
La data fissata nelle agende dell’esecutivo, dopo il rinvio della scorsa settimana, è quella del consiglio dei ministri di venerdì prossimo, ma il braccio di ferro all’interno della vasta maggioranza è ancora in corso e potrebbe essere decisivo l’esito del vertice di oggi tra il ministro dell’Economia Daniele Franco e gli esponenti politici – scrive Repubblica. Nel frattempo si intensificano le critiche delle categorie produttive di nuovo in lockdown, che lamentano come a tre mesi dallo scostamento di bilancio e a un mese dall’insediamento del governo Draghi ancora non arrivi la boccata d’ossigeno con i ristori promessi.
Due dei nodi da sciogliere sono il cashback, il piano voluto personalmente dall’ex premier Giuseppe Conte per favorire l’uso della moneta elettronica, e la sanatoria sulle vecchie cartelle esattoriali che risalgono al 2000-2015. La soluzione di mediazione per entrambe le misure potrebbe essere quella di eliminarle dal decreto e lasciare la parola alle Camere.
Sul cashback, come proposto dal sottosegretario leghista all’Economia Claudio Durigon, l’idea sarebbe quella di bloccare l’operazione a luglio e recuperare 2-3 miliardi da destinare ai finanziamenti per lavoratori e imprese. Ma i grillini, ovviamente, non sono d’accordo. L’altra questione riguarda invece le oltre 60 milioni di cartelle esattoriali di difficile recupero. Sullo svuotamento dei vecchi crediti esecutivi sono d’accordo Lega e grillini. LeU e parte del Pd temono invece l’effetto “condono”.
La terza questione riguarda i ristori: la cifra è salita intorno a 11-12 miliardi, ma il meccanismo di distribuzione ancora non è ancora stato messo a punto. Tutti sono d’accordo sulla necessità di eliminare il criterio dei codici Ateco e di evitare di calcolare le perdite di un mese o due del 2020 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Ma sul nuovo meccanismo non c’è ancora l’intesa: la soluzione che si fa strada è quella di valutare con un algoritmo il decremento del fatturato medio mensile moltiplicato per un coefficiente.
A questi aiuti, con lo stesso metodo, dovrebbero accedere anche circa 800mila professionisti, scrive Il Sole 24 Ore, superando quindi il “Reddito di ultima istanza” che era stato creato un anno fa dal decreto Cura Italia, il primo contro la crisi economica Covid.
Nel decreto saranno finanziate inoltre altre tre mensilità del Reddito d’emergenza. Ma i requisiti saranno rivisti per escludere le spese per l’affitto e ampliare così la platea. E i lavoratori che hanno finito i sussidi di disoccupazione (Naspi e Discoll), a prescindere dai requisiti patrimoniali e reddituali, potranno accedervi.
Novità importanti anche sul Reddito di cittadinanza, a quasi due anni dal suo varo, che nel provvedimento potrà intanto contare su 1 miliardo in più. Mentre il comitato scientifico presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno lavorerà per sdoppiarlo tra politiche per il lavoro e politiche per la povertà, si prospetta una novità. Il Rdc sarà sospeso, senza decadere, a quanti troveranno un lavoro retribuito sopra la soglia incassata fin lì, per poi riprendere in automatico dopo la fine del contratto.