Il quadro non è sicuramente dei migliori. Nel webinar “Turismo e piano di ripresa Ue: come sostenere uno dei settori più colpiti dalla crisi” organizzato dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza, capo dell’ufficio, apre il tavolo di dialogo con un quadro generale sulla contrazione che in questo periodo di emergenza sanitaria ha subito il settore del turismo. Sia in termini di liquidità e numeri sia in termini di posti di lavoro.
Se il turismo pesa per il 13% del Pil nazionale, l’impatto sugli altri settori è nettamente superiore: il 56,4% del business ferroviario viene dal turismo; così anche il 34,4% dei trasporti su mare; il 90% dal trasporto aereo e il 6,1% del commercio al dettaglio. «Pertanto non potrà esserci una vera ripartenza europea e italiana senza un sostegno efficace a questo comparto che vale oltre il 10% del Pil e dell’occupazione nell’Ue e ha importanti ricadute su settori chiave, quali trasporti, commercio, agroalimentare, industrie culturali e creative, moda, edilizia o cantieristica navale» spiega Corazza.
Antonio Parenti, Capo della rappresentanza in Italia della Commissione europea ha esordito ricordando che il primo gruppo di lavoro di una certa rilevanza del G20 è stato proprio sul turismo, all’inizio di marzo. «Siamo in una situazione drammatica che rende prioritaria la sua ricostruzione. Si potrà fare con misure di breve e medio termine ma anche misure nel lungo periodo per rendere il turismo più sostenibile e renderlo in questo processo anche efficiente e fonte di guadagno sicuro per gli operatori del settore».
Poi è la volta del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che interviene attraverso un video messaggio registrato: «Dopo quasi trent’anni l’Italia torna ad avere un ministero per il Turismo, che è fondamentale per la ricostruzione economica italiana. Stiamo lavorando per creare una governance condivisa con le regioni e l’Unione europea per far ripartire il turismo in sicurezza» spiega il ministro. «Posso garantire che io e miei collaboratori, in dialogo tutti giorno con i collegi europei, stiamo cercando di creare un nuovo modello. Anzi un “Sistema turismo” italiano», aggiunge Garavaglia.
A prendere la parola è poi Kerstin Jorna, direttore Generale Mercato Interno e Industria della Commissione europea. «Questa pandemia ha portato l’ecosistema del turismo sull’orlo dell’abisso in Italia e in Europa. Le prospettive non sono dei migliori: si è dimezzato il turismo del 50% in Ue e quello transfrontaliero del 70%». C’è sempre speranza, però. «Gli europei vogliono viaggiare come prima: il 50% dei cittadini vuole cominciare a viaggiare già nei prossimi 6 mesi. Si tratterà di viaggi brevi, prenotati all’ultimo minuto e con un focus importante sulla sicurezza e la salute, quindi verso luoghi con spazi aperti e isolati nella natura», continua Jorna.
Jorna ricorda poi il sostegno dato dall’Ue: «L’Unione ha mobilitato un fondo d’emergenza al turismo. Abbiamo collaborato con i Paesi membri anche per le norme di spostamento e di sicurezza. Abbiamo fatto grandi passi avanti anche con i vaccini, così che i Paesi membri nei prossimi mesi possano riaprire le frontiere e tornare a fare del turismo» puntualizza.
Si è parlato anche della questione Digital Green Pass, un passaporto Covid con tutte le informazioni necessarie per tornare gradualmente a muoversi e viaggiare in Europa e nel mondo. La «La Commissione Europea lavora a una proposta legislativa, che verrà presentata questo mese. Il Digital Green Pass servirà a facilitare la vita degli europei», aggiunge Jorna.
La prospettiva è quella a lungo termine, con l’obiettivo di «plasmare il sistema turistico per mantenere l’Europa come meta prediletta». Come fare? «Gli investimenti sono ovviamente importantissimi per l’economia del mercato unico. Privati e pubblici sono necessari per muovere la trasformazione digitale e verde per il settore: c’è una riforma del turismo che prevede investimenti nella mobilità verde, l’aumento delle capacità digitale delle imprese turistiche, e rendere più green le infrastrutture», spiega Jorna.
Sarà lanciata anche una guida online per gli investimenti Ue al turismo. «In questo pacchetto ci sono misure che prevedono un’agenda del turismo, nella quale i principali punti sono resilienza, sicurezza, digitalizzazione e sostenibilità. Questo significa nuovi incentivi, anche per la condivisione dei dati perché fondamentali per l’acquisizione delle competenze» continua la rappresentate Ue.
Meno ottimista Bernabò Bocca, presidente Federalberghi: «Gli alberghi sono stati costretti alla chiusura perché vuoti. Noi siamo chiusi per un’oggettiva mancanza di clienti. Sicuramente il 2020 – con il -50% di fatturato generale, per le città d’arte -80%, e per le località marittime -30% – è astato un anno devastate», spiega Bocca.
Sarò comunque un’estate all’insegna del turismo italiano ed europeo. «Ovvero un turismo di prossimità. E per questo è molto importante avere un passaporto vaccinale. La Grecia sotto questo aspetto si sta muovendo molto velocemente, con isole già Covid free. Mi chiedo se anche l’Italia potrebbe attuare questa strategia in alcune isole» continua.
In merito al Next Generation Eu, invece: «Avevamo contestato la prima bozza per le poche risorse e per come erano state indirizzate. I fondi devono essere ridistribuiti in maniera diversa, anche in vista della conversione che le infrastrutture alberghiere possono fare in questo periodo» spiega Bocca.
Giorgio Palmucci, presidente ENIT, parla invece del presente: «per il 2021 si prevede un calo almeno del 35% per quanto riguarda gli ospiti pernottanti, per una cifra, per quanto riguarda il turismo domestico, di circa 20 miliardi», spiega.
Mentre l’europarlamentare Antonio Tajani rivolge la sua attenzione sulle compagnie di stato, ricordando soprattutto la situazione di Alitalia, conferma il suo appoggio (e quello di Forza Italia) «alla creazione di un passaporto vaccinale in Europa». Un altro tema trattato è la Direttiva Bolkestein 2006/123/CE, tanto detestata dai concessionari di stabilimenti balneari, che dispone che le concessioni demaniali marittime siano assegnate con gara pubblica. «Penso che possa essere anche un vantaggio per gli investimenti, ma in Italia è stata fatta molta confusione ed è stata interpretata in maniera errata» spiega Tajani.
Brando Benifei, parlamentare europeo e capo delegazione del Partito democratico affronta la questione dell’accessibilità: «Gli aiuti devono essere onnicomprensivi per ogni settore e filiera del turismo. In modo da fornice come una sorta di diritto ai cittadini italiani di viaggiare nel proprio paese» spiega.
Molto critici invece Luca Patané, presidente Confturismo, Carlo Fidanza, parlamentare europeo e capo delegazione Fratelli d’Italia, e Fabrizio Licordari, presidente Assobalneari. Il loro è un attacco condiviso ai vertici Ue, lamentando l’assenza di sostegni specifici per il turismo, e accusando una latitanza di incentivi reali per superare questo momento. Mentre per Marina Lalli, presidente Federturismo, «se non ci sarà un cambio di rotta molte aziende falliranno. C’è un problema molto serio, quello della liquidità. I debiti che stiamo sottoscrivendo non posso essere restituiti in 6 anni, è fisicamente impossibile». Ricordando anche che «il turismo ha un tasso di lavoratori donne molto alto, quindi se non interveniamo subito a pendere la maggior parte degli impieghi saranno proprio loro».
Conclude Elly Schlein, vice Presidente della Regione Emilia Romagna, che spinge per un turismo che utilizzi al meglio le risorse di Next Generation EU e del nuovo bilancio europeo per aiutare il settore a risollevarsi e sostenere la competitività e trasformazione verso maggiore sostenibilità e digitalizzazione.
Arrivano poi i saluti di Fabio Massimo Castaldo, vice presidente del Parlamento europeo: «Il rilancio settore si basa su un sostegno rapido, e per far impartire la macchina saranno necessari i fondi in arrivo dall’Europa. L’Italia è sulla buona strada per creare un’economia del turismo, promuovendo piani per trasformare e innovare l’intero settore con progetti di digitalizzazioni e sostenibili» conclude Castaldo.