«L’Italia è un Paese noto per il suo amore per la libertà e per la Resistenza, come la Bielorussia. Noi siamo la nuova Resistenza nel cuore dell’Europa e chiediamo il vostro supporto», ha dichiarato la leader dell’opposizione bielorussa, Svetlana Tzikanouskaya, durante l’audizione della Commissione Esteri alla Camera. Nel suo discorso, Tzikanouskaya ha denunciato la mancanza di rispetto dimostrata da Aljaksandr Lukašėnka nei confronti della vita e della dignità umana, avendo mentito tanto sui risultati delle elezioni e sulla repressione dell’opposizione, quanto sulla diffusione del coronavirus nel Paese.
La leader dell’opposizione ha poi ricordato in diversi passaggi del suo discorso il legame che unisce l’Italia e la Bielorussia, ponendo l’accento sull’importanza della solidarietà che è «al cuore di ciò che sta accadendo». Come spiegato da Tzikanouskaya, questo sentimento ha portato i bielorussi per strada per manifestare contro il governo e ha reso possibile la costruzione di una coalizione con la comunità internazionale. «È la solidarietà ciò di cui abbiamo bisogno oggi più che mai».
Ma le notizie che continuano ad arrivare dalla Bielorussia non sono per nulla rassicuranti: gli arresti di chi si oppone a Lukašėnka continuano e sempre più persone vengono fermate con capi di accusa costruiti ad hoc in un Paese privo di un reale sistema giuridico. «Definire qualcuno un estremista o un terrorista è un nuovo strumento di persecuzione utile per mettere a tacere l’opposizione», ha affermato la leader dell’opposizione. Nonostante ciò, Tzikanouskaya si è detta determinata a proteggere l’indipendenza e la sovranità del Paese, entrambe in pericolo a causa delle ultime mosse di Lukašėnka. Il presidente vuole infatti firmare una legge che permetta al Consiglio di sicurezza di assumere i poteri normalmente riservati al capo di Stato in caso di sua morte, in piena violazione delle norme costituzionali.
Norme che invece l’opposizione vuole tutelare. «Per questo motivo», ha affermato Tzikanouskaya, «andiamo avanti con la proposta di avviare delle negoziazioni per una transizione pacifica del potere» anche grazie al sostegno dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Importante in questo scenario è anche il contributo dell’Italia. «La crisi in Bielorussia è una crisi che riguarda l’Europa e il mondo intero. Il popolo bielorusso ha bisogno dell’Italia per superarla. Abbiamo bisogno di voi per fermare la macchina della repressione».
Per la leader dell’opposizione, l’unica soluzione è indire nuove elezioni, avviare un dialogo di riconciliazione nazionale e portare avanti riforme del sistema politico indispensabili per ripristinare lo stato di diritto. Obiettivi, ha ricordato Piero Fassino, condivisi e sostenuti anche dalla Commissione da lui presieduta e dallo stesso Governo. L’onorevole ha anche lodato la piattaforma di dialogo lanciata da Tzikanouskaya, definita il segno della saggezza di un movimento di opposizione non-violento. A sminuire l’importanza dell’iniziativa, secondo Laura Boldrini (Pd), è invece lo stesso Lukašėnka, che nel definire Tzikanouskaya una terrorista dimostra di non voler percorrere la strada del dialogo. Boldrini ha anche ricordato che l’Italia ha fatto propria la causa bielorussa, avendo per esempio affermato con atti parlamentari che Lukašėnka è un presidente illegittimo e che la vera guida della Bielorussia è Tzikanouskaya. L’onorevole Gennaro Migliore (Iv) ha invece ricordato il coinvolgimento della Russia nella questione bielorussa, affermando che Putin non può opporsi alla legittima volontà del popolo della Bielorussia di essere libero e di vedere garantiti i propri diritti democratici.
Sia Migliore che Valentino Valentini (FI) hanno invece presentato la questione bielorussa dal punto di vista europeo. Per entrambi, l’Unione può fare di più per il popolo della Bielorussia ma deve agire come un fronte compatto per ottenere dei risultati. A insistere sul ruolo della comunità internazionale è stato anche Maurizio Lupi (Gruppo Misto), che ha evidenziato come la difesa della causa bielorussa dimostri che a oggi le violazioni dei diritti non sono più tollerate. Il deputato ha anche ricordato come il Parlamento italiano si sia schierato all’unanimità in favore della Bielorussia, a prescindere dalle singole appartenenze politiche.
Ma a che punto è a oggi il movimento di opposizione in Bielorussia? Secondo Valery Kavaleuski, capo di Gabinetto di Tzikanouskaya, il Governo deve fare i conti non solo con i movimenti dal basso ma anche con il malcontento dell’élite, che inizia a parlare di un post-Lukašėnka. «Questo è il risultato di una pressione interna, di una esterna ossia quella della comunità internazionale, ed economica, il che dimostra che le sanzioni funzionano». Nel rispondere alle domande sui rapporti con Mosca, Kavaleuski ha poi sottolineato che gli interessi russi saranno sempre rispettati in Bielorussia fintanto che non minaccino l’indipendenza e la sovranità dello Stato, come rischia invece di accadere sotto Lukašėnka.
«La sfida attuale non riguarda solo la Bielorussia, ma tutti», ha concluso la leader dell’opposizione. «È importante lottare, agire ed essere coraggiosi per dare a una nazione la possibilità di ottenere la sua democrazia».
Un punto sul quale l’Italia sta già dimostrando tutto il suo impegno. «Il Parlamento italiano ha fatto tanto per la Bielorussia», ha commentato a Linkiesta Lia Quartapelle, deputata dal Pd. «Quella di oggi è una giornata importante perché Tzikanouskaya ha incontrato anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e della Giustizia, Marta Cartabia. In termini di solidarietà l’Italia sta facendo tanto e abbiamo risposto affermativamente alle richieste di sostenere la Bielorussia nelle assemblee internazionali». Per quanto riguarda la proposta avanzata da Tzikanouskaya di formare di un gruppo parlamentare di amici della Bielorussia, Quartapelle ricorda che è già stato realizzato un coordinamento della società civile a cui hanno aderito parlamentari di tutte le forze politiche, sindacati, rappresentanti della diaspora e delle associazioni di amicizia con la Bielorussia in Italia. «Si tratta di un coordinamento ampio, civile e popolare che testimonia il nostro sostegno per la lotta della Bielorussia».