Il calcio che cambiaL’Uefa annuncia la nuova Champions, ma la Super League è irreversibile

L’organismo che gestisce il calcio europeo minaccia fuoco e fiamme, ma le 12 squadre non possono recedere dall’accordo che ha fatto nascere la nuova Lega globale. E insistono per continuare a giocare i campionati nazionali

Fabio Ferrari/LaPresse

La giornata di lunedì si era aperta, poco dopo la mezzanotte, con l’annuncio ufficiale dei 12 club fondatori della Super League. Inevitabilmente le ultime 24 ore sono state le più movimentate del calcio europeo da diversi anni a questa parte.

Sono emersi alcuni dettagli sull’accordo per la nuova competizione internazionale. Ad esempio, il documento firmato impedisce alle società contraenti di recedere, proteggendo di fatto la Super League da eventuali ripensamenti dell’ultimo minuto.

Il sito di The Athletic ha rivelato che i club hanno assunto InHouse Communications, agenzia di pubbliche relazioni britannica, per promuovere il lancio della Super League. Katie Perrior, presidente di InHouse, è stata responsabile della comunicazione dell’ex primo ministro Theresa May e ha lavorato anche alla campagna elettorale di Boris Johnson per il posto di sindaco di Londra nel 2008.

Durante la giornata sono arrivate le smentite del Porto, attraverso il presidente Jorge Nuno Pinto da Costa, riguardo il presunto ingresso del club lusitano nella Super League: «Ci sono stati dei contatti informali con alcuni club, ma non abbiamo dato particolare attenzione alla cosa. Siamo dall’altro lato, come il Bayern, l’Ajax o il Psg. Se siamo dentro alla Uefa, non possiamo seguire chi vuole andare via».

Inoltre sono state confermate alcune voci circolate già domenica sera: i club fondatori vorrebbero continuare a disputare le partite dei campionati nazionali – Serie A, Liga, Premier League – considerando la nuova competizione aggiuntiva, non sostitutiva. Ammesso che non siano espulsi dalle federazioni.

Confermato anche l’impegno del colosso bancario americano JP Morgan, che ha diffuso un comunicato stampa: «In cambio del loro impegno i club fondatori riceveranno un contributo una tantum pari a 3,5 miliardi di euro a supporto dei loro piani d’investimento in infrastrutture e per bilanciare l’impatto della pandemia Covid-19».

L’annuncio della Super League ha lanciato anche il titolo in borsa delle società interessate. Le azioni della Juventus sono protagoniste assolute di Piazza Affari: il titolo è balzato del 17,85% nel pomeriggio, arrivando a 0,91 euro; il Manchester United in avvio di seduta di lunedì fa un balzo del 9,3% a 7,6 dollari a Wall Street, e la sua capitalizzazione sale a 2,88 miliardi di dollari.

Sono state molte le critiche e le grida di chi propone di «lasciar andare via» i club fondatori, ma la stessa Uefa sa che rischierebbe un contraccolpo economico insostenibile per molte società.

Uno dei membri esecutivi della Uefa, Jesper Moller, ha proposto di «eliminare dalle semifinali di Champions League Real Madrid, Manchester City e Chelsea già questo venerdì, durante una riunione straordinaria del comitato esecutivo».

Il Comitato esecutivo Uefa
Nella mattinata di lunedì si è svolto anche il Comitato esecutivo della Uefa, a Montreux in Svizzera. La discussione sulla Super League non era all’ordine del giorno, ma se n’è parlato a margine. «Il mondo del calcio è unito, i governi sono uniti, siamo tutti uniti contro questo progetto senza senso. I calciatori che parteciperanno alla Superlega non disputeranno né il Mondiale né l’Europeo. Non potranno rappresentare le squadre nazionali», ha detto il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin.

Ma le critiche sono diventate anche più concrete: l’organizzazione europea sarebbe pronta a intentare una causa da 50 miliardi di euro nei confronti dei 12 club scissionisti, per danni e mancati guadagni.

Sul tavolo dell’Uefa intanto c’erano soprattutto due proposte: la nuova Champions League e le città che possono ospitare l’Europeo della prossima estate.

La riforma della Champions diventerà operativa a partire dal 2024, con un allargamento da 32 a 36 squadre e un cambio di format. I funzionari Uefa hanno ovviamente voluto sottolineare nella loro comunicazione che la qualificazione rimarrà aperta e dovrà sempre essere conquistata tramite il piazzamento in campionato.

I quattro posti in più saranno così suddivisi: uno alla terza classificata del campionato in quinta posizione del ranking, uno assegnato a una vincitrice del proprio campionato, portando da quattro a cinque il numero dei club che si qualificano attraverso il “Percorso Campioni”, altri due posti ai club con i coefficienti più alti negli ultimi cinque anni che si sono qualificati per la fase preliminare di Champions League, per l’Europa League o per l’Europa Conference League.

Tutte le squadre avranno la garanzia di disputare almeno 10 partite anziché le attuali sei. Le prime otto classificate di questo campionato si qualificano direttamente per la fase a eliminazione diretta, mentre le squadre dal 9° al 24º posto disputeranno gli spareggi.

Oggi invece si terrà il Congresso dell’Uefa, con le elezioni all’Esecutivo 2021-2025. Due italiani candidati: il presidente della Figc Gabriele Gravina, in corsa per la vicepresidenza, e Evelina Christillin da confermare membro del Consiglio Uefa.

Lo stesso Gravina ha ribadito il suo no alla Superlega: «Il calcio è dei tifosi. L’unica riforma percorribile è quella nata dalla proposta Uefa sulla Champions, ogni tentativo di fuga in avanti è irricevibile e dannoso per il calcio europeo».

Il Consiglio di Lega
Nella seconda metà del pomeriggio di ieri è iniziato anche il Consiglio di Lega della Serie A, in cui il presidente Dal Pino e l’ad De Siervo hanno messo sul tavolo il documento firmato dalle leghe europee e dalla Uefa per osteggiare la Super League.

I 20 club erano tutti collegati in video-call, compresi Juventus, Inter e Milan che hanno ribadito il concetto espresso nel comunicato di ieri: le tre big vorrebbero continuare a giocare anche in Serie A.

Atalanta, Cagliari e Hellas Verona invece avrebbero chiesto l’espulsione delle tre squadre fondatrici della nuova competizione da ogni altro campionato/coppa gestito da Fifa e Uefa, ma il Verona ha smentito.

Le reazioni di allenatori e calciatori
Chiunque ha espresso la propria opinione in merito nelle ultime 24 ore. Ma a fare più notizia sono soprattutto giocatori e allenatori delle squadre coinvolte nella Super League. Tra questi c’è Jurgen Klopp, tecnico del Liverpool, che già due anni fa si era espresso in modo del tutto negativo: «Non la concepisco, chi si divertirebbe a guardare sempre e solo Liverpool-Real ogni anno?». Intervistato prima della partita di Premier League contro il Leeds l’allenatore tedesco è stato diretto: «Ho sempre la stessa opinione, la mia idea non è cambiata e posso assicurare che nessuno di noi (giocatori e allenatori) è coinvolto in questa decisione. La parte più importante del calcio sono i tifosi e la squadra. Nient’altro».

Due giocatori delle formazioni di Manchester, Bruno Fernandes e Joao Cancelo, hanno preso posizione contro la nuova competizione: hanno scelto di dare visibilità al connazionale Daniel Podence, attaccante del Wolverhampton, ripostando su Instagram una sua dichiarazione molto critica della Super League.

Anche dal mondo della politica sono arrivate voci di opposizione alla nuova Super League. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha detto: «Il Governo segue con attenzione il dibattito intorno al progetto della Superlega e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport».

Sonya Gospodinova, portavoce della Commissione europea, invece ha dichiarato che «La Commissione difende il modello sportivo europeo fondato sull’autonomia, l’apertura, la solidarietà e l’interdipendenza delle federazioni internazionali».

Ieri sera invece il quotidiano francese Le Parisien ha rivelato che l’Eliseo starebbe valutando la possibilità di «modificare il diritto europeo per sostenere l’Uefa nel prendere misure contro la nascita della Super League: l’iniziativa potrebbe concretizzarsi in una direttiva europea che permetta all’Uefa di applicare sanzioni».