Horsin’ aroundL’universo surreale e disperato del creatore di BoJack

In “Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata”, uscito per Einaudi, Rapahel Bob-Waksberg riassume attraverso una serie di racconti la sua poetica assurda e malinconica, accostando elementi fantastici a situazioni più che comuni. Dove il lettore non può fare a meno di riconoscersi

di Scott Webb, da Unsplash

L’invenzione più famosa di Raphael Bob-Waksberg è un cavallo parlante, un ex star di una vecchia sit-com degli anni ’90 che affonda nelle dipendenze la sua difficoltà a stabilire relazioni autentiche con le persone. Un’idea così assurda che è diventata una delle serie più famose e celebrate di Netflix.

Prima ancora di BoJack Horseman però, Bob-Waksberg aveva scritto altro, ma non cose molto diverse. Sono i racconti di “Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata”, uscito per Einaudi con la traduzione di Marco Rossari, che raccoglie alcune pagine della sua scrittura disseminate negli anni. Storie surreali e assurde, amori dolorosi impastati in un umorismo dark, cenni di vita racchiusi in poche righe o in lunghi elenchi.

Come quello delle “Bugie che ci raccontiamo”, ma – ricorda – è incompleto, o il “Catalogo dei pranzi con la persona che ti ha scaricato”, dove passa in rassegna le diverse tipologie, da quello «senza rancore» alla «tregua armata» fino a «ti-restituisco-la-roba». Ma nessuno di questi, c’è da scommetterci, finirà senza dolori.

In gioventù, confessa qui Bob-Waksberg, aveva tentato di conquistare una ragazza regalandole una compilation personale di scritti, disegni ed elenchi, appunto. Una sorta di collage-biglietto da visita-istruzioni per l’uso che funzionasse come dichiarazione d’amore e racconto di sé. Inutile dire che la proposta fu respinta, ma il progetto è andato avanti accumulando materiali, riflessioni e idee surreali. Eccolo qua.

Dentro Bob-Waksberg ha ri-raccontato il suo matrimonio, attraverso la storia di una coppia e dei preparativi resi difficoltosi dalle pressioni familiari e dall’importanza delle tradizioni (non si tratta di anelli e riso da buttare, ma Caproni da sgozzare per il Dio della Pietra, mai meno di 28, e Pianti e Sbracciamenti e Grida delle Lamentazioni del Coro Strepitante che interrompono la cerimonia).

C’è anche “Occasione persa: uomo cerca donna”, pubblicato per la prima volta su Craigslist come se fosse una vera “missed connection”, cioè un genere di annuncio rivolto a sconosciuti incontrati sui mezzi con cui si vorrebbe iniziare una relazione. In questo caso, invece, l’incontro dura 60 anni, l’uomo e la donna invecchiano sulla metropolitana, fanno insieme migliaia di fermate e lui non troverà mai l’occasione e il coraggio di rivolgerle la parola.

«Un giorno, a metà pomeriggio, ti sei alzata mentre il treno rallentava a Queensboro Plaza. È stata dura per te compiere il semplice gesto di alzarti: non l’avevi fatto per sessant’anni. Reggendoti ai sostegni, sei riuscita ad arrivare alla porta. Lí hai avuto un momento di esitazione, forse nella speranza che io dicessi qualcosa, forse per darmi l’ultima possibilità di fermarti, ma invece di tirare fuori una valanga di conversazioni trattenute, non ho detto niente e ti ho guardata scivolare fuori oltre le porte scorrevoli che si stavano richiudendo». Se non fossero surreali, sarebbero strazianti. E viceversa.

Ma c’è anche una donna che passa in rassegna le passate relazioni (e delusioni) come se fosse una mappa di New York, delle regole per giocare a taboo che somigliano a istruzioni per vivere, un resoconto di uno strano amore estivo a metà tra la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’università. O un universo alternativo, l’«Anti-verso: Tutto ciò che è l’anti-universo avrebbe perfettamente combaciato – punto per punto – con tutto ciò che noi non siamo, come le due metà di un muffin. Lì avremmo trovato la soluzione ai nostri problemi e lí saremmo stati ispirati a diventare migliori anti-noi».

“Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata”, oltre a riassumere in una frase il senso di tutto BoJack, è un sommario di occasioni perse, tempistiche sbagliate, incomprensioni fatte durare tutta una vita. Alla disperazione non c’è scampo, ma non è nemmeno una cosa così terribile.

Perché nell’universo di Bob-Waksberg gli amori sono solo «cose che succedono in una lunga serie di cose che succedono», illudono e disingannano ma di sicuro non curano le ferite e gli errori di cui è fatto ciascuno. «Se vi dico che non si contano le volte in cui ho fatto la telefonata sbagliata, scelto le parole sbagliate, imboccato la strada sbagliata, sappiate che non lo sto dicendo per fare il modesto riguardo alle mie capacità di calcolo, che – ve lo assicuro – sono più che accettabili. Ma se ci fosse stato un altro me, un doppio contrario, qualcuno che faceva sempre la cosa giusta, be’, ho pensato che forse quel tipo avrebbe fatto strada».

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