Filmare RenziReport e la tragicommedia del giornalismo complottista in prima serata

Il servizio pubblico trasmette il video di un presunto testimone-per-caso che immortala un parlamentare mentre parla con un funzionario dello Stato, definito 007 per fare colore. E rappresenta il tutto come un film americano. Non è una cosa normale

Pixabay

Un parlamentare della Repubblica italiana è spiato. Si chiama Matteo Renzi, senatore di Italia viva. Forse ce ne sono altri ma ne basta uno per chiedersi se nel 2021 l’Italia è la solita Repubblica delle banane nella quale intrighi, spionaggi, dossier, servizi segreti eccetera eccetera la fanno ancora da padrone come nei decenni passati. Roba lontana, i servizi deviati, politici felloni, giornalisti equivoci. 

Siamo sempre qua, e già. Il giornalismo rischia di diventare “giornalismo” con le virgolette alla caccia di Watergate alle vongole con Sigfrido Ranucci al posto di Robert Redford – la storia che si ripete come farsa – che nel film faceva Bob Woodward. 

Non sappiamo nulla dei giri di Renzi e delle sue iniziative. Non è questo l’oggetto dell’articolo che state leggendo. Anzi, lasciamo proprio stare Renzi. Facciamo finta che a cadere nella rete di Report (allestita con soldi pubblici) sia un deputato di Fratelli d’Italia: ma è normale che il servizio pubblico metta insieme un presunto scoop nel quale si immortala il parlamentare mentre parla con una persona, peraltro un funzionario dello Stato definito 007 per fare colore,  rappresentando il tutto come un film americano con tanto di “testimone” lì per caso, con la voce artefatta (fa sempre effetto, evoca schifezze) che dice ho visto un personaggio “losco” – perché poi? – e racconta che dopo è arrivato il parlamentare e i due parlavano fitto fitto e allora ha pensato bene di filmare tutto con il cellulare inviando poi i video a – toh! – la trasmissione di Ranucci? Ma che combinazione! 

Il tutto infarcito di roba incomprensibile ai più volando pindaricamente dai soldi del Vaticano a Abu Omar alle nomine dei vertici dei servizi. Giornalisticamente inguardabile.

È chiaro che il parlamentare Renzi è stato seguito. Perché? Da chi? Report (con i soldi del contribuente) va alla caccia di cosa, esattamente? Non è un affare loro ma trattandosi di un senatore della Repubblica è una cosa che riguarda tutti: estremizzando, riguarda la democrazia. 

E già, perché il teorema concerne la crisi di governo e la caduta di Giuseppe Conte, insomma il complotto (nessuna allusione qui alla teoria bettiniana della presunta convergenza di interessi, mai ben chiarita, alla base del cambio Conte-Draghi), e il ruolo di Renzi nella vicenda.

Niente di meglio che un incontro segreto alle porte di Roma fra Renzi e Mancini (dopo – si sottolinea – che il leader di Italia Viva era andato a trovare in carcere Denis Verdini, che in questi retroscena è come il cacio sui maccheroni, anche se sfugge il nesso con lo scoop dal benzinaio). Il “testimone” filma, fotografa e manda tutto alla squadra di Ranucci. Era lì per caso. E gli asini volano.

Vedremo. Vedrà, se è il caso, la magistratura. Restano le domande su dove stiamo andando in questo Paese con misteri e sottomisteri: dagli “scoop” di Report, ai corvi della magistratura, dalle trattative vere o presunte fra la Rai e Fedez, in questi giorni c’è un puzzo di malapolitica e di cattivo giornalismo, una disfida di pezzi di Stato contro altri pezzi di Stato, un’aria torbida che ammorba un’Italia già flagellata da problemi giganteschi mentre si tenta di imboccare vie nuove per rimetterla in piedi. 

Politica, magistratura, Rai, sempre i soliti racconti scritti male, sempre i vecchi rumori di sciabole nel retrobottega di questa osteria politico-giornalistica che sforna roba avariata non appena si cerchi di ripulire l’aria. 

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