Niente proroga. Il blocco dei licenziamenti resta fissato al 30 giugno: salta la proroga al 28 agosto per le aziende che avessero chiesto la cassa integrazione Covid dall’entrata in vigore del decreto Sostegni bis entro la fine del prossimo mese.
Confermata invece la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, dal primo luglio, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021 con l’impegno a non licenziare per tutto il periodo in cui ne usufruiscono. E dunque potenzialmente fino a fine anno.
Questo l’esito del percorso di approfondimento tecnico nel governo svolto sulla base delle proposte del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, del Consiglio dei ministri di giovedì scorso che prevedono, sottolineano dal governo, un insieme più complessivo di misure per sostenere le imprese e i lavoratori nella fase della ripartenza.
«Mi sembra che a mancare sia la volontà del ministro di affrontare i veri problemi del mondo del lavoro», commenta il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un’intervista al Messaggero. «Dispiace che questa ulteriore “sorpresa” da parte del ministro Orlando metta in ombra quanto di positivo è contenuto nel decreto Sostegni Bis come, per esempio, il recupero dell’Iva derivante da crediti fallimentari».
Dal Partito democratico sottolineano che il pacchetto lavoro approvato nel decreto Sostegni bis «conferma l’impostazione data dal ministro Orlando con una serie di opzioni a disposizione delle aziende, alternative ai licenziamenti». Il decreto infatti, secondo il Nazareno, «contiene importanti misure per sostenere la ripartenza delle imprese dopo la pandemia e il mantenimento dei livelli occupazionali».
Mentre per Bonomi c’è un problema di metodo: «Se, come dice la sottosegretaria Nisini, si fanno imboscate, mi chiedo qual è il livello di interlocuzione, come si fa a lavorare insieme sulle riforme delle politiche attive del lavoro che dovrebbero vedere il concorso di tutti, dallo Stato alle imprese, ai sindacati. Confindustria aveva investito su questi rapporti, c’era un tavolo sul quale confrontarsi: siamo invece di fronte ad un ministro che propone un provvedimento di blocco al 28 agosto mentre in contemporanea il Parlamento vota lo stop ai licenziamenti fino al 30 giugno. Ma che certezza hanno adesso le imprese che si stanno riorganizzando? E che immagine diamo come Paese? Guardi che a ritrovarsi in difficoltà è il Paese, non Confindustria», dice al quotidiano romano.
Dello steso parere anche i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. «Non possiamo assolutamente permetterci il rischio della perdita di ulteriori centinaia di migliaia di posti di lavoro», si legge in una nota congiunta.
Scesa in campo anche del segretario del Pd, Enrico Letta, per blindare il ministro Orlando: «Sulla questione cruciale del blocco licenziamenti e della Cig ho letto critiche superficiali e ingenerose nei confronti del ministro Andrea Orlando, che lavora, su tema delicato per milioni di italiani, con tutto il nostro sostegno e apprezzamento».
Sempre secondo il Partito democratico, le misure nel provvedimento, che vanno «dalla cassa integrazione ordinaria gratuita fino a fine anno per le imprese che si impegnano a non licenziare al contratto di rioccupazione a tempo indeterminato, dal rafforzamento del contratto di solidarietà al contratto di espansione per favorire la staffetta generazionale nelle aziende fino agli sgravi contributivi del 100% per i lavoratori assunti nei settori del commercio e del turismo», saranno sufficienti per evitare un’emorragia di lavoratori.