Letta e i suoi predecessoriIl circo mediatico-politico sulle quotidiane pensate del Pd

A sinistra, lanciare idee serve semplicemente a dimostrare di essere vivi, senza pretendere di risolvere i problemi. Anche perché non è interesse di nessuno

LaPresse

Com’è che il segretario del Pd (non questo, qualunque) se ne esce con la quotidiana stupidaggine e parte il concerto dei notisti, degli editorialisti, dei direttori, dei registi, dei sociologi, degli psicanalisti, degli attori, delle fidanzate degli attori, dei presentatori, dei chitarristi, dei vicepresidenti di circolo, dei rettori, dei pronipoti dei partigiani, dei vignettisti, dei romanzieri anticamorra, delle cugine degli uscieri della Rai e delle meglio schiatte democratiche che ruminano i però e i presupposti, le finalità e i ma anche, i valori e le anime, i temi e i tempi, l’issue dell’Atac e la costituency del punto di riferimento fortissimo nell’avvicendamento Conte/Barbara D’urso e tutto il ben di dio in cui si formula bello e importante il dibattito di sinistra: com’è che succede?

Dice: almeno lì si parla, si ragiona, mentre dall’altra parte c’è la platea festosa che assiste alla competizione tra Giorgia e Matteo per chi è più credibile col rosario in mano e a rivendicare l’orgoglio bianco che più bianco non si può. Ed è vero.

Ma la pochezza di questi qui non fa buono lo spettacolo che danno quelli là, che in trent’anni non ne hanno imbroccata nessuna salvo quella – e lì son bravi – di costruire le ragioni del proprio potere sull’atroce falso di una sinistra che ha conferito al Paese il profilo migliore, e quando nun je areggeva era per via del nuovo malgoverno, per il pentapartito frutto delle Br, per il furfante del Raphaël, per il potere corrotto e corruttore del gangster di Arcore e su su fino al caudillo di Rignano che non ha fatto star sereno il compagno Enrico.

Perché la faccenda è questa: che se si smuove quel po’ po’ di roba ogni qual volta il segretario pro tempore ne dice una – che sia la tassa democratica contro l’egoismo dell’un percento o il brevetto libero contro l’imperialismo di Big Pharma – non vuol dire che c’è fermento intorno a roba scottante: vuol dire che nel circolo de sinistra si ammollano di mano in mano la patata bollente finché si intiepidisce scomposta nel solito purè di cose non fatte nell’attesa del prossimo giro d’irresoluzione.

Nel frattempo le cose le fanno gli altri, ai quali, come si dice quassù, gli va anche abbastanza mica male, perché la sinistra di restituzione e di governo è un avversario così prezioso che se non c’è te lo inventi.

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