La Rai ha denunciato Fedez per diffamazione e danno di immagine, in seguito alla diffusione della registrazione della telefonata che aveva fatto ai dirigenti Rai prima del concerto del Primo Maggio.
Lo ha fatto sapere Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e capogruppo della Commissione parlamentare per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi: «Apprendiamo oggi che la Rai ha conferito mandato ai propri legali di procedere in sede penale nei confronti di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, in relazione all’illecita diffusione dei contenuti dell’audio e alla diffamazione aggravata in danno della società e di una sua dipendente avvenuti in occasione del concerto del Primo Maggio» ha dichiarato il deputato della Lega e capogruppo in Vigilanza Rai, in merito alla risposta alla interrogazione in Vigilanza sulle polemiche legate al concerto del Primo Maggio.
«Si tratta di un atto dovuto e doveroso – aggiunge Capitanio – perché su temi fondanti della nostra democrazia, come la libertà di espressione e il rispetto della persona, non è possibile scherzare né tantomeno organizzare show per un pugno di like»..
Lo stesso Fedez ha poi confermato di aver ricevuto la querela sui suoi account social. Nella serata di sabato 1° maggio, Fedez aveva pubblicato su Twitter una telefonata per mostrare le pressioni ricevute da parte di alcuni dirigenti della Rai, che lo avevano invitato a non fare discorsi polemici di tipo politico durante la sua esibizione sul palco del Concerto del Primo Maggio.
Nelle ore prima del proprio intervento, Fedez aveva anticipato che avrebbe parlato del disegno di legge contro l’omotransfobia e la misoginia (noto come “ddl Zan”) e dei tentativi di ostruzionismo da parte della Lega per bloccarne il percorso in Parlamento.
La telefonata è stata pubblicata da Fedez dopo che la Rai aveva emesso un comunicato, sostenendo che non ci fossero state forme di censura né che fossero stati chiesti «preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta».
Nella telefonata, di cui Fedez aveva diffuso sui social una versione ampiamente tagliata, tre diverse persone chiedevano al cantante di cambiare il suo intervento, giudicandolo inopportuno nel contesto del concerto e sostenendo che, al di là del merito, l’elenco di dichiarazioni omofobe di esponenti leghisti avrebbe dovuto prevedere la possibilità di controbattere degli interessati.
La versione integrale della telefonata (un audio di oltre 11 minuti diffuso con ogni probabilità dalla Rai, che aveva registrato la conversazione a sua volta), è stata poi pubblicata da Domani. L’audio integrale spiegava più chiaramente come si fossero articolate le pressioni dei dirigenti della Rai e degli organizzatori del concerto del Primo maggio.
«Noi speriamo solamente che emerga la verità: non abbiamo sete di vendetta e ci siamo già dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di Fedez di venire in audizione in Vigilanza. Quella sera sono state fatte e dette cose troppo gravi, sarebbe offensivo del nostro ruolo fare finta di niente» conclude Capitanio