Una lettera in spagnolo interamente scritta a mano e indirizzata a padre James Martin, per ringraziarlo dello «zelo pastorale» e della «capacità di essere vicino alle persone con quella vicinanza che aveva Gesù e che riflette la vicinanza di Dio». A scriverla il 21 giugno è stato Papa Francesco, che ha voluto esprimere il suo apprezzamento al confratello gesuita impegnato nel ministero d’accoglienza delle persone Lgbtq e nella tutela dei loro diritti.
L’occasione è stata offerta dal webinar Outreach Lgbtq Catholic Ministry Webinar, che, tenutosi sabato scorso, era stato oggetto di una specifica mail di Martin al pontefice. In essa il sacerdote della Compagnia, che opera a New York ed è consultore per il Dicastero vaticano della Comunicazione, aveva anche allegato le foto di un nipote, recentemente cresimatosi in una parrocchia del New Jersey e a tal punto legato a Francesco da averne preso il nome durante il rito sacramentale. Fino a indossare, in quella giornata, dei calzini con l’immagine del Papa argentino: cosa che non è sfuggita a Bergoglio, che ne ha scritto in termini compiaciuti a padre Martin.
Ma, come accennato, il cuore della lettera di Francesco è tutta nelle restanti parole sul webinar e sull’impegno pastorale verso le persone Lgbtq: «Il nostro Padre celeste si avvicina con amore a ciascuno dei suoi figli, a tutti e a ognuno di loro. Il suo cuore è aperto a tutti e a ognuno. È Padre. Lo “stile” di Dio ha tre tratti: vicinanza, compassione e tenerezza. Così si accosta a ognuno di noi».
Sulla base di tale premessa messa in correlazione al «lavoro pastorale» di padre Martin, il Papa osserva: «Vedo che cerchi continuamente di imitare questo stile di Dio. Tu sei un sacerdote per tutti e tutte, come Dio è Padre di tutti e tutte. Prego per te affinché tu possa continuare in questo modo, essendo vicino, compassionevole e con molta tenerezza». E, infine, il ricordo nella preghiera «per i tuoi fedeli, i tuoi “parrocchiani”, per tutti coloro che il Signore ha posto accanto a te perché tu ti prenda cura di loro, li protegga e li faccia crescere nell’amore di nostro Signore Gesù Cristo».
Resa nota soltanto l’altro ieri da Vatican News, che ne ha pubblicato i passaggi salienti, e poi dallo stesso Martin, che ne ha postato sui social una riproduzione fotografica, la lettera bergogliana ha avuto un effetto deflagrante soprattutto in Italia. Anche perché non è sfuggito che è stata scritta quattro giorni dopo la consegna della nota verbale della Santa Sede sul ddl Zan, sulla cui effettiva conoscenza da parte di Francesco sussistono, al di là delle rassicurazioni di Oltretevere (mai finora espresse però attraverso un comunicato ufficiale), non pochi dubbi.
Ora la lettera, pur essendo di taglio spirituale e pastorale, ha contribuito a rinfocolare gli animi: a irritare e a creare non pochi malumori in ampi strati della Curia, della Cei e dei partiti di destra è infatti lo stesso approccio bergogliano di vicinanza e accoglienza verso le persone Lgbtq, che viene letto come un cedimento alle loro istanze rivendicative.
Non è un caso che su questo tema Francesco e James Martin siano da tempo oggetto di comune attacco da parte di conservatori di ogni latitudine a partire da quelli statunitensi. Se ne è avuta una delle riprove più eclatanti il 30 settembre 2019 dopo l’udienza concessa dal Papa al gesuita.
In quell’occasione Rorate caeli, uno dei blog conservatori d’Oltreoceano da tempo critico nei riguardi di James Martin e del suo libro “Building a bridge. How the Catholic Church and the Lgbt community can enter into a relationship of respect, compassion, and sensitivity” (edito in Italia per i tipi Marcianum Press col titolo “Un ponte da costruire. Una nuova relazione tra Chiesa e persone Lgbt” e con la prefazione del cardinale Matteo Maria Zuppi), aveva prima twittato: «A Roma è la festa di San Gay». Per poi aggiungere in un successivo tweet: «Se questo non è un erdorsement, nulla lo è. Francesco e James Martin: stessa battaglia».
Contattato da Linkiesta, padre James Martin, che, fra l’altro, non ha mancato di muovere critiche in passato al documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica “Maschio e femmina li creò. Per una via del dialogo sulla questione del gender”, in quanto irrispettoso delle persone trans, si è limitato a dichiarare: «Sono grato al Papa per questa bellissima lettera, che incoraggia e ispira tutti coloro che prestano servizio alle persone Lgbtq nella nostra Chiesa. Essa è inoltre un potente messaggio del Santo Padre alle persone Lgbtq di tutto il mondo, che ricorda che Dio è vicino a ciascuna di loro».