Nonostante la pandemia il mercato digitale italiano ha tenuto meglio del previsto nel 2020, subendo una perdita di appena lo 0,6%. Numeri che hanno incentivato la spinta per una ripresa vigorosa: nel 2021 le stime di crescita prevedono il +3,5%.
È questa l’ultima analisi di Anitec-Assinform, che aggiunge: lo scorso anno il mercato digitale italiano ha registrato un lieve calo arrivando a 71,5 miliardi di euro (71.504 milioni), con una dinamica meno drammatica rispetto ad altri settori e nettamente migliore delle aspettative formulate lo scorso novembre, quando era stato previsto un calo più marcato (-2%).
«Il mercato digitale ha chiuso il 2020 meglio del previsto, quasi flat, in un contesto di calo generalizzato dell’intera economia causato dall’emergenza sanitaria» commenta Marco Gay, amministratore delegato della Digital Magics, nonché presidente di Confindustria Piemonte e Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’Ict.
Il digitale si candida come perno per la ripartenza anche dei settori con più tradizionalisti. «La ripresa si sta sviluppando a macchia di leopardo. Abbiamo davanti delle opportunità straordinarie, che devono essere applicate a tutti i livelli di impresa», continua Gay. Come? Una base da cui partire è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «Da una parte c’è il Pnrr e dall’altra la programmazione 2021-2027, quindi credo che con questi strumenti sia fondamentale concentrarsi sulle riforme».
Le riforme dovranno puntare sul miglioramento dell’occupazione e su nuovi ammortizzatori per le aziende, e dovranno mettere al centro dell’agenda governativa politiche attive in grado di consentire alle aziende di pianificare investimenti necessari alla crescita. «Sono centrali le politiche attive, perché nessun imprenditore ha piacere nel licenziare un dipendente. Il Pnrr può aiutarci in questa direzione, dopodiché servono misure per la riqualificazione professionale e la formazione digital dei lavoratori», puntualizza il presidente di Confindustria Piemonte.
In questo quadro generale a dare un importate contribuito è sicuramente la galassia delle startup e il mondo dell’innovazione. Anitec-Assinform stima che per il 2021 sia l’evoluzione e il controllo dell’attuale emergenza che l’aumento di fiducia nel clima economico complessivo lasciano intravedere un recupero del mercato, con una buona crescita e dinamiche in miglioramento in tutti i comparti e digital enabler. Tra questi ultimi, la maggiore crescita sarà su Intelligenza Artificiale, Blockchain, Cloud, Big Data, Cybersecurity, Piattaforme per la gestione Web. Queste dinamiche si riferiscono alla sola crescita fisiologica, a cui si aggiungerà l’ulteriore aumento degli investimenti in digitale che saranno finanziati dal Pnrr e per i quali non è stata ancora resa pubblica la pianificazione anno per anno.
«Il digitale non riguarda solo le tecnologie e l’interoperabilità – assolutamente necessarie, ma non sufficienti – ma anche la cultura e le competenze di chi lo fa, di chi lo gestisce e di chi lo usa. Per questo – argomenta ancora Marco Gay – il digitale bisogna saperlo pianificare, scegliere, utilizzare e ottimizzare, facendolo diventare la nostra normalità, non solo tecnologica ma anche culturale, con tutti i suoi limiti e le sue sfide, ma anche con tutti i suoi grandi benefici».
Se il digitale ha avuto un rimbalzo contenuto, il 2020 è stato un anno d’oro per le startup: si sono registrate infatti 1.777 nuove startup e 229 nuove Pmi innovative, per un totale di 2.006 nuove aziende Ict, contro le 1.701 del 2019. Un tasso di crescita del 18% che apre le porte a un 2021 ricco di investimenti.
La Digital Magics, per esempio, ha conquistato negli anni un posizionamento unico nel panorama dei business incubator ed è diventato leader sul territorio nazionale vantando una capillare presenza da Nord a Sud della penisola con 8 sedi nelle principali città. La società punta ad espandere il portafoglio di partecipazioni a più di 200 startup, con un target di valore a oltre 100 milioni di Euro entro il 2025 (al netto delle exit e dei write-off pianificati) che, rispetto all’attuale valutazione elaborata dal management, pari ad un equity value stimato in 50 milioni di Euro, rappresenta un incremento del 100%.
«C’è un’industria del mondo startup e dell’innovazione che sta crescendo, con un doppio binario di opportunità: quello di fare innovazione e contribuire alla creazione di aziende che possono diventare player nazionale; e quello del beneficio che questo ecosistema può portare alle aziende più tradizionali», prosegue Gay. La policy pubblica deve pertanto dedicare più attenzioni a questo tipo di industria, facendolo diventare il vero cardine della ripartenza: generatore e propagatore di innovazione diffusa. «L’agenda, le priorità di investimento e i finanziamenti ci sono, ora bisogna dare concreta esecuzione agli interventi, con competenza e garantendo tempi rapidi», aggiunge Gay.