OutsiderL’Ucraina potrebbe essere la sorpresa degli Europei

La squadra allenata da Andriy Shevchenko è arrivata prima in un girone eliminatorio ostico, con Portogallo e Serbia. L’ex stella del Milan negli ultimi tre anni ha dato alla sua formazione un approccio propositivo e un gioco scintillante: sarà un avversario duro per chiunque, e agli ottavi potrebbe esserci un incrocio con l’Italia

Lapresse

L’Ucraina è uno di quei territori in cui il calcio e la politica proprio non possono separarsi. L’abbiamo visto anche negli ultimi giorni, con le proteste della Russia riguardo la maglia dei gialloblu: sulle divise c’è la rappresentazione stilizzata dei confini ucraini, che includono anche la Crimea e i territori filo-russi di Donetsk e Lugansk. Appena sono state diffuse le immagini online Mosca ha presentato ufficialmente una lettera di proteste alla Uefa.

Sono sette anni ormai che il calcio in Ucraina convive con una realtà che rende tutto più incerto, pericoloso, impossibile. Un esempio su tutti: il 23 agosto 2014 la Donbass Arena di Donetsk fu danneggiata dall’esplosione due ordigni, da quel momento in poi lo Shakhtar – che lì giocava le sue partite in casa – ha abbandonato l’impianto, spostandosi prima all’Arena L’viv di Leopoli e poi allo Stadio Metalist di Kharkiv.

In questo contesto la Nazionale ucraina ci ha messo un po’ per ritrovare la serenità. Gli ultimi Europei, nel 2016, sono stati disastrosi: tre partite e tre sconfitte in un girone non impossibile con Germania, Polonia e Irlanda del Nord, e zero gol segnati.

A quel punto la federcalcio ha chiamato in panchina Andriy Shevchenko, ma ci è voluto un po’ per risollevare il morale della squadra: il primo grande obiettivo, la qualificazione ai Mondiali 2018, è fallito, nonostante un raggruppamento non proibitivo che ha visto i gialloblu scavalcati da Islanda e Croazia.

Negli ultimi anni la musica è cambiata. Dopo qualche anno di rodaggio il ct è riuscito a consolidare la formazione attorno a un gruppo ampio, di 15 o 16 elementi fissi che gli permettono di variare l’undici titolare in base alla partita e all’avversario.

The Athletic ha sintetizzato l’approccio del nuovo corso della Nazionale ucraina in pochi passaggi chiave: «Da quando ha preso il comando, Shevchenko ha iniziato a costruire una nuova squadra, più orientata all’attacco, sostituendo lo stile speculativo del passato. Il ct vuole che la squadra giochi un calcio dominante in tutte le partite, e questo ha portato alcune sconfitte dolorose, come il 4-0 contro la Spagna in Nations League lo scorso settembre».

È vero che ultimamente la squadra di Shevchenko ha offerto un gioco più pragmatico, meno proattivo, soprattutto contro formazioni sulla carta più forti – come nella vittoria per 1-0 sulla Spagna a ottobre in Nations League. Ma la miglior versione dei gialloblu è quella che comanda il flusso della partita partendo dal controllo del pallone, una fitta rete di passaggi e un pressing molto alto.

È cosi che l’Ucraina si è qualificata come prima nel girone eliminatorio, con 20 punti su 24 (in 8 partite), chiudendo davanti a squadre teoricamente più pronte come Portogallo e Serbia. Anzi, le prestazioni migliori sono arrivate proprio nelle partite più importanti: il suo apice l’Ucraina l’ha raggiunto nel 5-0 a Leopoli contro la Serbia, e poi contro i campioni d’Europa in carica, sconfitti 2-1 a Kiev.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, però, il ct Shevchenko – che sarebbe anche un’ex stella del calcio mondiale, nonché vincitore del Pallone d’Oro – non gode di un’ottima reputazione in patria, nonostante i risultati. Anche qui c’è una motivazione che ha a che fare con la politica.

Lo ha spiegato il Guardian in un articolo di presentazione della squadra: «Nessuno risparmia critiche a Shevchenko: il Paese è in un momento di ucrainizzazione e Sheva è stato ampiamente attaccato per la sua incapacità di parlare ucraino. Parla fluentemente inglese, russo e italiano, e ha promesso di tenere una conferenza stampa in ucraino a breve, ma non basta. Alla domanda sulla sua identità, Shevchenko ha detto “vivo a Londra, mia moglie è americana, i miei figli hanno la doppia cittadinanza, ma io rimango profondamente ucraino».

Sembra assurdo criticare il ct, risultati alla mano. Ma in questo momento la nazione cerca nel calcio anche una nuova forza in grado di rappresentare il Paese oltre il perimetro del campo: non a caso lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva pubblicato su Instagram due foto con la nuova maglia della Nazionale – quella con la Crimea e tutto il resto – scrivendo che la divisa porta «molti simboli importanti che uniscono il popolo ucraino».

Ma se la squadra dovesse riuscire a entrare in bolla e isolarsi da tutto il resto allora potrebbe dire la sua a Euro 2020: è indubbio che l’Ucraina arrivi a questi Europei con una consapevolezza tecnica e psicologica molto diversa rispetto al recente passato.

L’esordio di questa sera contro i Paesi Bassi, l’avversario tecnicamente più forte del girone, sarà un primo banco di prova, un modo per testare la squadra sul palcoscenico più importante e magari mandare un avvertimento a tutte le altre Nazionali: agli ottavi potrebbe incrociare l’Italia. Un risultato positivo stasera potrebbe essere il primo passo verso un percorso importante, un piazzamento storico: l’Ucraina non ha mai superato i gironi nella sua storia, ma stavolta ha tutto per diventare la vera sorpresa del torneo.

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