Walter VeltroniLegge, scrive, gira un documentario su Paolo Rossi e si rasserena con il calciomercato

Walter Veltroni, già vicepresidente del Consiglio, ministro dei Beni culturali, sindaco di Roma e fondatore del Partito democratico, negli ultimi anni si è dedicato con impegno e dedizione alle grandi passioni extra politiche della sua vita: scrive romanzi e saggi, dirige film e documentari, interviene sul Corriere della Sera e sulla Gazzetta dello Sport. Qui risponde al questionario de Linkiesta, ispirato a The Interrogator di Monocle, ci parla dei suoi nuovi progetti e della sua serie preferita in questo momento: gli europei di calcio.

A che cosa sta lavorando?
A un documentario su Paolo Rossi e al terzo libro sul commissariato di Villa Borghese che uscirà in autunno.


Appena sveglio dove cerca le notizie del giorno?
Leggo i quotidiani sull’iPad. Vecchia abitudine in nuova modalità.

A colazione legge i giornali col caffè, con una spremuta o con che cos’altro?
Niente. Li leggo ben prima della colazione. Sono mattiniero.

Sotto la doccia cosa canticchia?
Sinceramente? Nulla.

In che ordine legge i giornali?
Corriere della Sera, Repubblica, Gazzetta dello Sport…

Che musica sta ascoltando ultimamente?
Jazz. E canzoni italiane anni Quaranta. Natalino Otto, Rabagliati…

Come la ascolta: in streaming, vinile, alla radio?
Spotify.

I magazine che non mancano sul divano nel weekend?
L’Espresso, Internazionale.

L’ultimo libro che le è piaciuto?
“Dieci storie quasi vere” di Daniela Gambaro che abbiamo premiato come opera prima al Campiello.

Che serie tv sta guardando?
Ora la serie che più attendevo: gli Europei di calcio. Prima mi hanno molto divertito “Brooklyn 99” e “Chiami il mio agente!”. Ma le mie preferite restano “Stranger Things”, “True detective”, “Fargo”.

Come vedrà le partite dell’Europeo?
Con tanta ansia e tanta speranza.

Torneremo nei cinema?
Spero proprio di sì. La fruizione amniotica e collettiva è impareggiabile.

Guarda ancora i telegiornali?
Sinceramente poco. Vedo quello di Enrico Mentana perché supera la dimensione del frammento, che non è per me, ricucendola in quella del racconto.

Social di riferimento?
Li uso poco. Guardo Twitter per la rapidità con cui lì circolano le notizie.

Ascolta i podcast?
Ho cominciato.

Si addormenta con un libro, con un magazine, con una serie tv, con un podcast o con un talk show?
Con Bonan e calciomercato. Non perché faccia dormire, ma perché rasserena, a fine giornata.

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Qui le puntate precedenti di La dieta culturale