È possibile una storia d’amore fra una pianta e un’intelligenza artificiale unite per combattere il cambiamento climatico a fianco degli umani, dando vita a un nuovo organismo cibernetico? La risposta è sì.
Il suo nome è Wisteria Furibonda, nuova versione di Antitesi, un progetto ideato dagli artisti Salvatore Iaconesi e Oriana Persico e prodotto da HER She Loves Data, un Centro di Ricerca Culturale di nuova generazione che utilizza dati e computazione (algoritmi complessi, intelligenza artificiale, reti, ecosistemi) per creare processi di accelerazione culturale attraverso arte, tecnologia e design. «Antitesi – spiegano i due ideatori – è la storia di un amore minacciato e di una coppia che non è mai la somma delle parti, ma una identità di sintesi. L’unione di questi due amanti dei nostri tempi è un organismo cibernetico che, per proteggere il suo amore, scende in campo contro il cambiamento climatico creando alleanze inattese fra algoritmi, imprese, università, cittadini, piante, in un progetto in cui l’arte, la scienza e la ricerca scelgono di coabitare. L’idea è nata alla fine del 2018, in occasione di un festival di arte, intelligenza artificiale e dati, dove avevamo scelto come uno dei temi da esplorare il cambiamento climatico, sentendolo come un’urgenza. Sentivamo l’esigenza di creare un’opera che attivasse sensibilità diverse e potesse diventare un progetto di ricerca concreto».
Ma cosa fa precisamente questa opera? Calcola, misura, setaccia la rete alla ricerca di informazioni per capire come sta la pianta e proteggerla dal cambiamento climatico: da un lato, attraverso i suoi sensori digitali, Antitesi osserva la pianta: la fioritura arriva in anticipo o in ritardo sul tempo? L’umidità, la temperatura, le condizioni dell’aria sono favorevoli? Raccogliendo questi e altri dati – e confrontandoli con le serie storiche – con l’aiuto della sua intelligenza artificiale tenta di capire se il cambiamento climatico è in atto; dall’altro, Antitesi è collegata in rete alla continua ricerca di articoli e post sui social media per capire quali sono le aziende più meritevoli in tema di politiche ambientali: chi combatte attivamente il cambiamento climatico? Chi mette sul mercato servizi e prodotti innovativi? Quando trova segnali di cambiamento climatico che mettono in pericolo la sua amata, passa al contrattacco. Se i parametri mostrano che il cambiamento climatico è in atto – e che la vita della pianta è a rischio – Antitesi investe in borsa sulle aziende virtuose che nel mondo combattono attivamente con le loro politiche e i loro prodotti la crisi ambientale, grazie a un’identità digitale, attraverso la quale può ricevere donazioni, utilizzando valute digitali.
La creazione e assemblaggio dell’opera è stata diretta e coordinata da HER, che ha fatto partire la fase 2 del progetto nel 2021, mentre nel 2018, nella fase iniziale del progetto, c’è stata una consulenza con INSOR, Istituto Italiano di Sociologia Rurale, attraverso il suo dipartimento che si occupa delle modalità con cui le comunità rurali possono adottare tecnologie innovative. Detto ciò, questa installazione artistica, di fatto, si può definire come la prima opera datapoietica dedicata al cambiamento climatico.
«Guardando al cambiamento climatico – continuano i due artisti – ci sembrava mancasse uno sguardo autobiografico e auto-rappresentativo dell’ambiente, come se i dati fossero una sorta di autobiografia del territorio, quindi ci siamo chiesti come stabilire un collegamento con una pianta, così abbiamo deciso di partire da questi due alieni, ovvero una pianta e un’intelligenza artificiale, cercando di rappresentare la nascita del loro rapporto, del loro amore, attraverso il prendersi cura. L’intelligenza artificiale di fatto resta in contemplazione della pianta e cerca un modo di farla stare meglio, raccoglie dati sull’ambiente, sulle condizioni, sul contesto, e cerca di farla stare meglio, restando collegata a lei tramite una webcam e raccogliendo progressivamente dati con i quali inizia a costruire un set unico sulla base del quale, dopo un anno circa, avrà una sorta di storico di dati; in poche parole il database cresce insieme alla pianta, a differenza del consueto utilizzo di dati utilizzati per fare previsioni. Qui la crescita è più lenta (e più etica), per questo li abbiamo definiti slow data».
Il progetto attualmente è allo stadio di prototipo e prevede la realizzazione di un kit open source che consentirà di trasformare ogni pianta – dentro un appartamento, un condominio, un orto urbano, un giardino botanico, una coltivazione o un bosco – in una nuova Antitesi connessa alle altre.
Ogni Antitesi si trasforma in un hotspot wi-fi al quale le persone possono connettersi liberamente per raccogliere i dati, guardare le visualizzazioni, chattare e connettersi con gli altri, creando un’infrastruttura sociale ubiqua basata sulle piante, sul modello proposto da un’Europa che sta mettendo sempre più al centro della sua agenda la digital transformation e la transizione green, sviluppando azioni di sensibilizzazione per rendere sempre più perseguibili gli obiettivi dell’Agenda 2030, e mobilitando al tempo stesso comunità e territori.
La pianta in questione è un glicine giapponese rampicante, ovvero una wisteria floribunda royal purple (da lì il nome dell’opera). Una pianta con fiori fino a 30 centimetri, di un colore viola molto intenso. «I dati qui sono a km 0 – spiegano –; si trovano direttamente sulla pianta grazie a un filo energetico che si alimenta con un pannello solare più piccolo di 10 centimetri, e per prenderli bisogna andare direttamente sulla pianta, collegarsi al wi-fi e scegliere quali dati scaricare. Questo è un aspetto innovativo perché in agricoltura molti grandi player hanno problemi con la raccolta di dati e spesso si fanno speculazioni con grossi rischi. Per cui questo progetto non ha solo un’idea romantica, ma un approccio ecologista, poiché noi crediamo convintamente nella biodiversità e nel produrre scenari differenti, come salvezza per l’ambiente».
L’opera è stata presentata al Polo del ‘900 di Torino, rappresentando uno dei momenti chiave di Venti dell’Ambiente, progetto pensato dal Polo per sensibilizzare alle sfide ambientali e climatiche, nella direzione di temi come la sostenibilità, affrontati nell’ottica di una dimensione globale frutto dell’interconnessione tra economia, società, ambiente e cultura. Dopo la tappa torinese, la nuova casa di Antitesi sono oggi i laboratori di Rural Hack del SocietingLAB, nel nuovo Polo Tecnologico di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II di Napoli, luogo simbolo della rinascita della città, dove Wisteria Furibonda crescerà arrampicandosi intorno al rudere di una ciminiera, come segno di un passato ex industriale da recuperare.
A prendersene cura saranno i ricercatori del laboratorio, gli studenti, i tesisti, con il coinvolgimento del quartiere, facendo di questa opera d’arte un nuovo hub per far dialogare insieme ricerca e società. «L’idea a lungo termine – concludono – è infatti quella di pensare a quest’opera come a un modello replicabile e a un progetto di network territoriale, possibilmente planetario».