Circolare ed ecofriendlyIn Italia il legno ha una seconda vita

Il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in legno ha registrato per il 2020 1.841.000 tonnellate di materiale raccolto e avviato a riciclo. Con questa attività, si scongiura l’emissione in atmosfera di 1,9 milioni di tonnellate di CO2 e si immettono sul mercato nuovi prodotti sostenibili

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Dalla cassetta di legno per l’ortofrutta alla cucina di casa, dal pallet al mobile di design, in Italia il riciclo del legno rappresenta un esempio di economia circolare che genera vantaggi economici e ambientali. Il 97% del materiale arrivato a fine vita diventa nuova risorsa per l’industria dell’arredo, utilizzato per la creazione di pannelli truciolari, linfa vitale per l’industria del mobile, ma anche per pannelli Osb, pallet block, blocchi di legno cemento per l’edilizia, pasta di legno destinata alle cartiere e compost.

Grazie a questa attività, si riesce a scongiurare l’emissione in atmosfera di 1,9 milioni di tonnellate di CO2. Il dato è emerso dal Rapporto sull’attività svolta nel 2020 da Rilegno, il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in legno, che ha fatto registrare per il 2020 1.841.000 tonnellate di legno raccolte e avviate a riciclo.

«Possiamo dire che la crisi dovuta alla pandemia vissuta in questi lunghi mesi non ha fermato il riciclo del legno», ha spiegato a Greenkiesta Nicola Semeraro, Presidente di Rilegno. «Il nostro Consorzio ha sempre continuato a operare garantendo la raccolta e l’avvio al riciclo del legno in tutta Italia. Ora guardiamo al futuro ancor più convinti che la sostenibilità e la circolarità siano valori chiave per lo sviluppo e il legno è certamente la risposta migliore per un’economia che vada di pari passo con il rispetto dell’ambiente».

Semeraro ha poi evidenziato i vantaggi economici e ambientali connessi al riutilizzo e al riciclo del legno: «come testimoniano due recenti ricerche del Politecnico di Milano condotte nel 2019/2020 il nostro sistema – filiera riciclo più filiera rigenerazione pallet – genera un impatto economico e occupazionale, con oltre 10mila posti di lavoro, e soprattutto un risparmio nel consumo di CO2 pari a quasi 2 milioni di tonnellate ogni anno».

Il legno è un materiale naturale, sostenibile per eccellenza, riciclabile all’infinito e che svolge un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico in virtù della sua capacità di assorbire anidride carbonica.

«La gran parte di tutto il materiale riciclato – ha continuato – è costituito da pallet, imballaggi industriali, imballaggi ortofrutticoli e per alimenti, ma una quota importante, pari a 638mila tonnellate, proviene dalla raccolta urbana realizzata attraverso le convenzioni attive con 4.549 Comuni italiani, dove confluiscono materiali provenienti dal consumo domestico come vecchi mobili, cassette per la frutta o per vini e liquori, fino ai tappi in sughero».

Rilegno gestisce una filiera basata su 1.979 consorziati, 421 piattaforme di raccolta private, 15 impianti di riciclo, 4.549 Comuni convenzionati per una popolazione servita che supera i 42 milioni di abitanti.

La raccolta degli imballaggi e una prima lavorazione per ridurne il volume tramite pressatura, frantumazione, triturazione o cippatura, avviene nelle piattaforme, convenzionate con il Consorzio, al servizio del tessuto produttivo e distributivo nazionale e delle raccolte differenziate comunali. Poi il legno viene indirizzato ai centri di riciclo localizzati soprattutto nel Nord Italia, dove avviene il processo di riciclo che permette al materiale di inaugurare un nuovo ciclo di vita, generando nuove risorse materia e quindi nuovi prodotti.

«L’industria del riciclo del legno post-consumo in Italia è orientata in modo prevalente alla produzione di pannello truciolare, impiegato nella fabbricazione di mobili, complementi d’arredo e rivestimenti per interni ed esterni di abitazioni e uffici – ha spiegato Semeraro – Oggi i produttori di pannello truciolare utilizzano solo legno che proviene dalla filiera del recupero post-consumo grazie alla ricerca industriale nel settore che con lungimiranza ha puntato a questo obiettivo. Negli anni le aziende del comparto hanno raggiunto un tale livello di specializzazione da poter oggi ritirare qualsiasi tipologia di rifiuto legnoso: i loro impianti infatti attuano processi meccanici di selezione e pulitura del materiale in entrata, con un basso impatto ambientale e un’alta resa produttiva. Il grande lavoro di ricerca conseguito dalle aziende del settore nell’ambito dei processi di raffinazione e di progettazione di nuovi macchinari le ha portate a diventare oggi una realtà esemplare, senza eguali all’estero».

Nella sfida della sostenibilità degli imballaggi, la fase cruciale è quella della rigenerazione e riutilizzo, durante la quale l’imballaggio viene verificato e riparato con l’obiettivo di immetterlo nuovamente sul mercato per essere riutilizzato. Guardando alla filiera della rigenerazione dei pallet in legno sono 827.000 le tonnellate (oltre 60 milioni) quelli usati, rigenerati e reimmessi al consumo.

Come ha spiegato Semeraro, il sistema del recupero e del riciclo del legno in Italia rappresenta un concreto esempio di economia circolare che in poco più di 20 anni ha creato una nuova economia in grado di raggiungere risultati importanti sia in termini ambientali, sia per la capacità di creare sviluppo e occupazione e che si pone all’avanguardia in Europa con una percentuale del 64,68% nel riciclo degli imballaggi di legno, ben oltre il target fissato dall’Unione Europea al 30% per il 2030.