Charles Greville definì Holland House “la casa di tutta l’Europa”, aggiungendo che piaceva a tutti frequentarla e che, quando ne fosse giunta la fine, ci sarebbe stato un vuoto incolmabile. Il mondo ne avrebbe sofferto la perdita perché avrebbe «eclissato la gaiezza delle nazioni».
Un salone così brillante apparteneva in realtà più alla società francese e pochi erano gli esempi inglesi. In Inghilterra erano i mariti, i padri e i fratelli ad occuparsi di politica mentre le donne rappresentavano un piacevole contorno, una bella cornice che allietava i loro incontri. Holland House fu quindi una eccezione come lo fu la padrona di casa che aspirò ad esercitare un’influenza importante sulla politica del tempo.
In un’epoca che vedeva un crescente fervore religioso, il circolo di Holland House restò legato agli ideali dell’Illuminismo. Lo stesso Lord Holland non era credente e aveva assunto lo scozzese John Allen, un noto ateo, dapprima come medico e poi come bibliotecario, suo amico e confidente.
Negli anni venti però, durante la lotta per i diritti religiosi, Holland House diventò un rifugio per il dissenso. La dimora offriva ospitalità anche ai clericali e agli stessi sacerdoti liberali, nonché agli esiliati liberali di ogni tipo. Il più famoso dei quali, per noi italiani, fu Ugo Foscolo.
A questo proposito Lady Holland commentò: «Questa casa è piena al mattino di ebrei e dissidenti, persone di tutte le convinzioni, c’è perfino l’Arcivescovo di York, al quale ho mandato Mary (sua figlia) perché lo accompagni in biblioteca per distrarlo». Di grande interesse era per i frequentatori del Circolo la politica continentale: Lord e Lady Holland conoscevano bene la Francia e avevano vissuto per diversi anni in Spagna, la cui letteratura avevano introdotto in Inghilterra.
Pochi però mostrarono di seguire i coniugi Holland nella loro famigerata simpatia per Napoleone, mentre tutti accolsero con favore l’istituzione della monarchia di luglio in Francia nel 1830.
Il nuovo re dei francesi, Luigi Filippo, era un amico di lunga data degli Hollands con cui aveva cenato per la prima volta nel giugno del 1802. Talleyrand, ambasciatore di Francia a Londra nel decennio 1830-1834, vantava una conoscenza ancora precedente, dal 1791. Era, di conseguenza, naturale che Talleyrand e i suoi successori diventassero fedeli a casa Holland e che questa sostenesse la Francia, considerata un baluardo del liberalismo contro il dispotismo di Austria e Russia. Tuttavia, questi disaccordi, che finivano per essere trasferiti negli incontri e nelle decisioni governative, non rovinarono mai l’atmosfera del Circolo.
Radicato fu infine il rapporto del Circolo con gli storici, principalmente motivato dalla politica, tanto che lo stesso padrone di casa aveva iniziato a scrivere una storia che sarebbe servita a giustificare la rivoluzione whig del 1688.
Lady Holland adorava la sua posizione di grande ospite whig ed appariva sconvolta al solo pensiero che il marito avrebbe potuto perdere il suo ruolo politico. «Mamma cadrebbe in agonia», diceva il figlio Charles al padre, e Lord William Auckland così scriveva nel suo diario: «Lady Holland è profondamente intrisa di intrighi politici e, per preservare la quiete familiare, è necessario che Lord Henry Fox sia al potere».
Col passare degli anni Holland House divenne gradualmente la roccaforte dell’opposizione al governo conservatore e, ogni domenica, i leader del partito whig vi si incontravano.
Quando nel 1828 fu sciolto il Ministero di Lord Goderich, Lady Holland accarezzò l’idea che suo marito venisse elevato alla massima carica politica e che gli venisse affidato il ruolo di Ministro degli Affari Esteri. Quando si rese conto che tale progetto era fallito, andò a trovare Lord John Russell e gli parlò della sua amara delusione. «Perché Lord Holland non dovrebbe essere segretario per gli affari esteri?», chiese, «perché no? così come Lord Lansdowne per il dipartimento interno?». Russell allora le rispose in modo garbato: «Perché, dicono, signora, che aprite tutte le lettere di Lord Holland, e ai ministri degli Esteri potrebbe non piacere».
In realtà Lord Holland avrebbe avuto diritto ad un ruolo più importante nella vita politica del suo paese quando nel 1830 i Whig arrivarono al potere, ma pagò il prezzo della sua ambiguità sulle questioni coloniali. Questo a causa di sua moglie che era una grande ereditiera di piantagioni in Giamaica, coltivate da schiavi. Eppure lui era un convinto sostenitore dell’abolizione della schiavitù e la stessa Lady Holland, che era la persona più interessata a perpetuare quegli abusi, era troppo saggia per esporre un’opinione chiara sulla questione.
Lady Holland spesso litigava con Henry Peter, barone di Brougham e di Vaux, deputato whig che fu poi nominato Lord Cancelliere. Lamentava il fatto che lui «non sopportava di essere contraddetto e di ascoltare opinioni divergenti. Esprimeva la sua opinione e non ascoltava quella di un’altra persona». Questo giudizio, pronunciato da una donna che, a sua volta, era determinata nel suo pensiero e poco tollerante nei confronti dei pensieri altrui, ci dà la misura del forte carattere di Lord Brougham.
Il Barone, di contro, la accusava di perseguitarlo con amaro disprezzo a causa di un affronto che sembrava le avesse fatto sua madre e lasciava sempre Holland House nel momento in cui lei iniziava ad ordinare e a darsi delle arie. Comunque, qualunque ne sia stata la causa, lui e Lady Holland furono in guerra per molti anni e la spiegazione più probabile sta nel fatto che Brougham fosse un pensatore troppo indipendente per conformarsi alla fedeltà richiesta dai proprietari di Holland House che pretendevano una stretta frequentazione e l’assoluta devozione nei confronti del defunto Charles James Fox.
Nel 1816 Brougham riprese i rapporti con Lord Holland come se nulla fosse accaduto e, da quel momento, continuò a cercare il suo consiglio e la sua amicizia, fino alla morte di quest’ultimo nel 1840. Ma non con Lady Holland che, nel 1839, tentò una riconciliazione inviandogli un invito a cena che lui rifiutò.
Lord Brougham aveva dimenticato che, da giovane e promettente avvocato, era entrato nell’aristocrazia whig proprio grazie al salotto di Holland House. Essere invitati a cena da Lady Holland non significava semplicemente ritrovarsi tra amici ma avere l’opportunità di conoscere intellettuali, letterati, e, soprattutto, uomini politici inglesi, scozzesi ed europei.
A tale proposito Lord Macaulay, che abbiamo già conosciuto, ricorderà come Lady Holland abbia riservato la sua gentile ospitalità agli uomini che guidarono in quegli anni la politica europea e come lo fece non solo per orgoglio personale ma anche per il grande amore che ebbe per suo marito.
Se è vero che Lord Holland proveniva da una potente famiglia, impegnata nella politica, e lui stesso aveva una impareggiabile conoscenza degli affari esteri, Elisabeth lo superò fondando il salotto di Holland House e tenendolo sempre attivo. Fu lei che, insieme ad altre donne whig, come Lady Georgiana, Lady Melbourne e Lady Cowper, tenne in vita il partito e ne favorì la coesione per trent’anni.
Queste ladies organizzavano gli incontri tra leader politici, di cui spesso divennero consigliere al posto dei loro mariti, e cercavano anche di catturare forze giovani per il partito. Lady Holland sostenne William e John Russell, figli del Duca di Bedford, curò la loro educazione sociale e politica e li portò con lei in alcuni viaggi all’estero presentandoli alle persone che avrebbero potuto aiutarli in futuro nella loro carriera politica.
da “Lady Elisabeth Webster Holland. Regina d’Europa”, di Anna Pia Giansanti, Ventura edizioni, 2021, pagine 200, euro 15