Svalutazione totaleEcco perché l’Afghanistan è (anche) sull’orlo di una crisi economica

Il commercio di valuta si è interrotto domenica scorsa quando i talebani hanno preso il controllo di Kabul. La Western Union e MoneyGram non permettono più le transazioni verso il Paese, i bancomat stanno per finire i contanti e il valore della moneta nazionale è sceso al punto più basso mai registrato

Senior Airman Brennen Lege/U.S. Air Force via AP

La crisi in Afghanistan non è soltanto politica, bensì si sta aggiungendo un nuovo livello di tumulto. Il Paese è infatti sull’orlo di un crack finanziario ed economico, come spiega Axios in un articolo.

Cosa è successo? Partiamo dai mercati. Il commercio di valuta si è interrotto domenica scorsa quando i talebani hanno preso il controllo di Kabul. Senza la capacità di scambiare o il sostegno del flusso di dollari nel Paese, il valore della valuta afghana potrebbe crollare, l’inflazione potrebbe accelerare e il mix di violenza e caos potrebbe prolungarsi.

«I talebani hanno ancora accesso ai flussi di denaro che hanno sostenuto l’insurrezione, ma ciò non sarà sufficiente per un governo centralizzato che possa affermare un controllo più completo sul paese», si legge ancora.

Si passa poi all’accessibilità del denaro, compresi i servizi basilari di bonifico bancario. Western Union e MoneyGram infatti non permettono più le transazioni verso l’Afghanistan. La maggiore cautela da parte di queste banche non solo rischia di rallentare i flussi di denaro necessari per portare avanti il commercio e altre transazioni, ma interrompe un flusso di denaro che è «una fonte fondamentale di sostegno per molte famiglie afgane», riporta il Wall Street Journal .

Si passa poi ai bancomat, che più comunemente stanno finendo i contanti. Mentre la chiusura degli scambi con la maggior parte dei Paesi esteri, ha portato a un innalzamento dei prezzi per una serie di prodotti essenziali come la farina e l’olio. Secondo i residenti, i prezzi degli alimenti essenziali sono aumentati fino al +35% nell’ultima settimana a Kabul.

I talebani stanno cercando di negoziare con le banche per diventare presto operativi e i combattenti del gruppo stanno pattugliando l’intera città per garantire la sicurezza, si legge ancora.

Ma questo non basta, perché alla scenario si aggiunge anche il fattore storico. L’economia dell’Afghanistan ha sempre fatto affidamento sugli aiuti esteri che adesso rischiano di scomparire con la conquista del potere da parte dei talebani.

E sicuramente le nomine che il gruppo islamista ha fatto per i vertici della della banca centrale dell’Afghanistan non aiutano. Come spiega Bloomberg, i talebani hanno nominato Mohammad Idris a capo della commissione economica dei talebani: «affronterà le incombenti questioni bancarie e i problemi della gente», ha affermato su Twitter il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahed, capo della Afghanistan Bank. Poco si sa di Idris: «la commissione economica dei talebani ha operato nell’ombra negli ultimi 20 anni, con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha affermato che le sue attività includevano la raccolta di tasse illegali da imprese e agricoltori per finanziare l’insurrezione del gruppo militante», continua l’articolo.

Come se non bastasse c’è anche la svalutazione della moneta nazionale. L’afghani è in caduta libera: è scesa al suo valore più basso mai registrato. E del resto la dipendenza al mercato statunitense rende questo calo di valuta un freno importante in vista di possibili importazioni dell’estero.

«Se i talebani non riceveranno presto infusioni di denaro per difendere gli afghani, penso che ci sia un rischio reale di una svalutazione della valuta che renderà difficile comprare il pane per le strade di Kabul», dice Graeme Smith dell’Overseas Development Institute.

I talebani nel frattempo hanno esortato le persone a tornare al lavoro, ma la maggior parte dei funzionari del governo rimane nascosta o sta tentando di fuggire. Gli Stati Uniti hanno ufficialmente congelato le riserve estere dell’Afghanistan e il Fondo Monetario Internazionale ha interrotto l’accesso a prestiti o altre risorse.

«L’Afghanistan, purtroppo, stava già affrontando molteplici crisi.… Oltre a tutto questo, peseranno le difficoltà economiche», ha detto alla CNN Ajmal Ahmady, capo della banca centrale dell’Afghanistan fino alla caduta del governo e alla sua fuga dal paese.

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