Nel presentare i risultati dei primi sei mesi del 2021 di Intesa Sanpaolo il Ceo Carlo Messina ha fatto il punto elencando dati e obiettivi del Gruppo bancario. Partendo da un quadro generale dell’attuale situazione economica del Paese: «I dati del Pil dimostrano che il nostro Paese si sta muovendo nella giusta direzione. Non dobbiamo, però, perdere di vista le gravi conseguenze provocate dall’emergenza sanitaria, sociale ed economica in termini di diffusione della povertà e aumento della disoccupazione, in particolare femminile e giovanile», dice Messina.
Intesa Sanpaolo, sottolinea il Ceo, anche in questo delicato momento per il Paese è pronta ad essere un punto di riferimento per una crescita sostenibile e inclusiva grazie agli oltre 400 miliardi di prestiti a medio e lungo termine che hanno reso disponibili a imprese e famiglie nell’arco temporale del Pnrr.
Messina si mostra soddisfatto degli esiti del recente stress test Eba: anche nello scenario avverso della patrimonializzazione si colloca ben al di sopra dei requisiti regolamentari, con un Fully phased-in CET1 Ratio del 10% una volta considerata la cessione – già avvenuta – delle filiali Ubi a Bper e la neutralizzazione dell’impatto relativo al programma di incentivazione a lungo termine Lecoip.
«L’utile netto, pari a 3 miliardi di euro, rappresenta il miglior dato – come primo semestre – a partire dal 2008. Un risultato molto significativo – che non beneficia ancora delle sinergie derivanti dall’integrazione con Ubi Banca stimate a oltre 1 miliardo – perfettamente in linea con l’obiettivo di un risultato netto almeno pari a 4 miliardi nel 2021», dice Messina.
I proventi operativi netti sono i più alti di sempre (+1,7% rispetto al primo semestre 2020) grazie al miglior primo semestre di sempre per le Commissioni (+13,2% rispetto al primo semestre 2020). La significativa riduzione dei costi operativi (-2,3% rispetto al primo semestre 2020), la riduzione di 1,6 miliardi dei crediti deteriorati lordi nei primi sei mesi con il più basso flusso di crediti deteriorati del primo semestre di sempre, lo stock di crediti deteriorati e NPL ratio ai livelli più bassi dal 2007, il Common Equity ratio pari a 15,7%, ben al di sopra dei requisiti regolamentari anche nello scenario avverso dello stress test EBA, collocano Intesa ai vertici di settore permettendo una significativa remunerazione degli azionisti.
Oltre ai 694 milioni di dividendi cash pagati a maggio 2021 Intesa prevede una ulteriore distribuzione di 1,9 miliardi da riserve da pagare il 20 ottobre 2021 e 1,4 miliardi da pagare, sotto forma di interim dividend, il 24 novembre 2021.
«Dei 4 miliardi di dividendi complessivamente erogati nel 2021, circa 1,5 miliardi sono direttamente a favore delle fondazioni bancarie – a sostegno della loro azione inclusiva a sostegno del territorio, delle iniziative sociali e culturali e delle persone in difficoltà – e a favore di famiglie e privati. A questo importo, si aggiunge il beneficio indiretto per l’economia reale derivante dal fatto che gran parte degli investitori istituzionali nostri azionisti che beneficiano dei dividendi gestiscono i risparmi di famiglie e privati», spiega Messina.
Dal 2014, senza considerare le distribuzioni previste per questo autunno, Intesa ha distribuito agli azionisti un totale di 15 miliardi di euro. «La forza del nostro bilancio ci consente di assicurare un impatto concreto sull’economia e sulla società: dal 2014 sono circa 128.000 le imprese italiane che abbiamo sostenuto nel percorso di rientro in bonis (circa 5.000 nel solo primo semestre dell’anno), le sospensioni su finanziamenti a famiglie e imprese è stata pari a un valore di 109 miliardi, i prestiti erogati con garanzia statale sono stati pari a 29,5 miliardi, mentre quelli concessi con garanzia Sace sono stati pari a circa 10 miliardi. Proseguiremo negli interventi volti alla riduzione del disagio socioeconomico causato dalla pandemia destinando 150 milioni, ovvero il 50% del nostro Fund for Impact, a nuovi progetti e iniziative», afferma ancora il Ceo.
Infine Messina si è concentrato sugli scenari internazionali: «Le Banche estere si concentreranno per essere sempre più leader nei Paesi in cui operano, in particolare dove hanno quote di mercato significative. La sostenibilità sarà confermata elemento strategico. Il Capitale Umano rimarrà una delle chiavi del nostro successo. Particolare importanza avranno il fintech e gli investimenti nel digitale. Le misure da mettere a disposizione dell’attuazione del Pnrr ricopriranno un ruolo centrale, mentre un focus sempre maggiore verrà riservato agli aspetti Esg, al green, al digitale, alla crescita inclusiva, alla salute e alle nuove generazioni».