Riccardo Noury: A livello nazionale, oltre all’azione della commissione Esteri, quali attività sono state portate avanti?
Laura Boldrini: Come deputate impegnate nel sostenere il processo democratico in Bielorussia, anche noi abbiamo preso delle iniziative. Mi piace soprattutto ricordare quella, a cui altri hanno aderito, che in Italia è stata veicolata dalla Federazione italiana dei diritti umani in collaborazione con Supolka, l’associazione della diaspora: l’adozione di un prigioniero o di una prigioniera politica. Ho voluto adottare Maria Kolesnikova, una delle tre leader dell’opposizione, e le ho scritto una lettera. Mi piace condividerla con i nostri lettori.
«Carissima Maria, sono Laura Boldrini, una deputata italiana ed ex presidente della Camera. Conosco la tua storia e sono molto ammirata dal tuo coraggio. Ti scrivo perché immagino tu stia vivendo giorni difficili e vorrei che ti giungesse la mia parola di sostegno e di conforto. Qui in Italia stiamo combattendo contro la diffusione del Covid-19 che non accenna a fermarsi, e con le conseguenze che la pandemia sta provocando sulle condizioni materiali di vita di tante persone. Ma anche in un periodo così negativo, non bisogna perdere la speranza. Le avversità vanno sempre affrontate con coraggio e fiducia nel futuro, certi che verranno giorni migliori per i cittadini e le cittadine dei nostri Paesi. So che a te non mancano né il coraggio né la speranza per un avvenire più sereno. Sappi che sono al tuo fianco e insieme a me lo sono tante persone. Ti mando un grande abbraccio».
Mi è arrivata la ricevuta di ritorno che rappresenta la conferma che Maria ha avuto la mia lettera. Ora penso di scriverne un’altra e di mantenere questa corrispondenza, anche se lei purtroppo non potrà rispondere. La lettera che le ho inviato è stata tradotta in bielorusso grazie a Supolka, quindi lei l’ha letta nella sua lingua.
Chiaramente avrei voluto affrontare tanti temi, ma la censura è tale per cui se si tocca anche minimamente un argomento che viene considerato scomodo, la lettera non viene consegnata o ne viene eliminata l’intera parte ritenuta censurabile. Essendo io stata definita “persona non grata” dal regime, mi sembrava cauto non inserire temi che avrebbero messo Maria in difficoltà. Quindi è stata soprattutto una lettera di conforto, la quale però nascondeva tante altre domande che purtroppo non mi sembrava opportuno fare.
Lia Quartapelle: In questo momento è fondamentale far arrivare tutto il nostro supporto a coloro i quali continuano a resistere, per far sentire loro di non essere soli, che noi sosteniamo la loro battaglia per la libertà e la democrazia. Per questo, anche le attività fuori dall’Aula e dalla commissione sono tante e importanti. Io ho adottato una ragazza, Vitaliya Bondarenko, che tra l’altro è stata appena condannata a quattro anni di detenzione in una colonia penale di sicurezza generale.
È una ragazza di poco più di diciotto anni – ne compirà diciannove il cinque di giugno –, una studentessa delle scuole superiori, ed è stata condannata a quattro anni di detenzione per aver partecipato alle manifestazioni pacifiche del 10 di agosto 2020. Prima del suo processo, fissato a febbraio del 2021, Vitaliya era scappata all’estero per poi rientrare in Bielorussia il 27 febbraio, poco prima che fosse emanata la sentenza. Era tornata per amore, per ricongiungersi col suo ragazzo di 17 anni, anche lui arrestato per aver preso parte alle manifestazioni e condannato a tre anni di carcere minorile.
Le ho scritto una lettera qualche settimana fa per il suo compleanno. Anche io, proprio come Laura, con grande difficoltà, perché non è permesso dire nulla in queste lettere: non puoi raccontare ciò che pensi davvero della sua situazione, non puoi darle il conforto e il supporto che vorresti. Allora le ho mandato una poesia. Gliel’ho mandata scrivendo: «Mi piacerebbe lasciarti come regalo per il tuo compleanno una poesia di Alexandros Panagulis, poeta e politico greco». Non ho spiegato chi è e spero che quando uscirà dal carcere potrò mandarle i libri di Panagulis. La poesia si intitola Scintille:
«Ogni scintilla
promessa di fuoco.
E ci sono migliaia di scintille
Qualcuna di queste
accenderà il fuoco».
L’ho fatto nella speranza che queste parole le dicano qualcosa, però è comunque una ragazza di diciotto anni in carcere per aver partecipato spontaneamente a una manifestazione totalmente pacifica. Chissà se sia in grado, nel dramma che sta vivendo, anche di rendere politica la sua esperienza, per quanto devastante e ingiusta possa essere sul piano personale. Io le auguro di sì, spero che le persone con cui è in carcere la aiutino a sentirsi parte di una storia e di un movimento più grandi, ma non è detto che sia così.
Tra i prigionieri politici adottabili ci sono moltissimi minori e ragazzi giovanissimi, ragazzi di sedici anni o altri appena maggiorenni condannati ad anni di carcere. Questo è impressionante, spiega la durezza e la spietatezza del regime.
da “Le donne di Minsk. La rivolta pacifica per la democrazia in Bielorussia”, di Laura Boldrini e Lia Quartapelle, Infinito edizioni, 2021, pagine 105, euro 14