Con l’equipaggioIl viaggio traumatico dalla Libia e la vita dei migranti a bordo della nave Ocean Viking

Il racconto di una giornata passata tra i naufraghi partiti dalla costa africana e soccorsi dall’imbarcazione della Ong SoS Méditerranée, tra sofferenze, paure ma anche momenti di sollievo. In attesa di un porto dove sbarcare che al momento non c’è, perché a rallentare la decisione delle autorità italiane ci pensa anche Matteo Salvini

(AP Photo/Santi Palacios

È trascorsa un’altra notte tranquilla a bordo della Ocean Viking, la nave della Ong SoS Méditerranée. In questo momento ci sono 555 naufraghi, salvati durante sei soccorsi avvenuti in meno di 36 ore tra la mattina di sabato e la giornata di domenica.

È stato un lavoro duro che ha impegnato tutto l’equipaggio della nave umanitaria, perché le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà sono arrivate una dietro l’altra e in ogni caso si trattava di situazioni davvero complicate. In particolare, il penultimo intervento ha portato in salvo 253 persone accalcate l’una sull’altra su un barcone di legno, di quelli zeppi come non se ne vedevano da anni.

A bordo, in realtà, c’erano in totale 400 persone ma i restanti naufraghi sono stati salvati dalla Sea Watch 3, perché nessuna delle due Ong avrebbe potuto, da sola, prendere in carico un così alto numero di migranti.

Dopo il primo soccorso, quando a bordo si è cominciata a creare folla e la mole di lavoro è aumentata, alcuni naufraghi, nonostante la fatica di un viaggio e la paura di morire, si sono rimboccati le maniche e hanno cooperato con la crew di SoS Méditerranée per accogliere e gestire i nuovi arrivati. «L’avete fatto con noi, la facciamo noi con voi per altri», dicono due ragazzi che per tutte le sei ore di lavoro non si sono mai seduti, nemmeno per bere un sorso d’acqua.

Acqua. Acqua. È la prima cosa che i naufraghi accolti durante gli ultimi due salvataggi hanno chiesto come prima cosa. Stravolti, mezzi nudi, completamente zuppi e del tutto disidratati. Erano sulla barca da moltissime ore, sotto il sole… poi è sceso il buio ma la temperatura nel mediterraneo centrale, anche di sera non cala mai tanto.

Una volta asciutti e salvi, il numero totale è arrivato a 555 anime, tra cui quasi 100 minori non accompagnati. Ora sono tutti sul ponte della Ocean Viking, parlano, pregano, cantano, provano a trovare un po’ di felicità dopo l’orrore della Libia, perché una cosa appare chiara: tutti hanno subìto violenze e torture inaudite. «Fuck Libia!» urla un gruppetto guardando il mare, anche se il futuro che li attende è incerto e di sicuro sarà molto complicato.

Intanto la Ocean Viking ha richiesto un porto di sbarco alle autorità marittime competenti di Malta e Tunisia, poiché i soccorsi sono avvenuti nella loro regione di ricerca e salvataggio. L’RCC maltese ha negato la responsabilità, e l’MRCC tunisino non hanno risposto.

L’Ocean Viking ha inviato la richiesta anche alle autorità marittime italiane, ma al momento nessuno ha risposto. SoS Méditerranée, dunque, resta in attesa, così come in questo momento attende un porto anche la Sea Watch 3 che ha a bordo 263 migranti. A rallentare la decisione delle autorità italiane c’è di mezzo anche Matteo Salvini che in queste ore ha minacciato di lasciare il governo se la ministra Lamorgese consentirà lo sbarco di tutti i naufraghi. Il leader della Lega ha detto di aver parlato con il Presidente Draghi e di aver dato come tempo limite agosto per risolvere la questione.

Alla fine di luglio 2021, secondo i dati del ministero dell’Interno, sono 27.834 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 13.336 ma c’è stata di mezzo la pandemia, il severo lockdown e poi c’è stato il lungo fermo amministrativo che ha bloccato per mesi tutte le Ong. Anche la Ocean Viking è stata bloccata per cinque mesi a Porto Empedocle ed è stata “rilasciata” solo a dicembre 2020 dopo la terza ispezione della Guardia Costiera Italiana.

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