La fine dell’Alleanza atlantica?Per contenere la Cina, Biden non si fida dell’Europa (e saranno guai)

L’accordo Aukus, che è l’intesa strategica, politica e militare tra Washington, Londra e Canberra attraverso cui gli Stati Uniti vogliono contrastare l’espansionismo di Pechino e proteggere Taiwan, è un’umiliazione per la Germania (che ha fatto troppo spesso prevalere i suoi interessi commerciali) e per la Francia (che ha giocato a lungo a fare la potenza nucleare autonoma). E questa decisione, che ha anche ricadute economiche, coinvolge pure l’Italia

Photo by Artem Beliaikin on Unsplash

Joe Biden considera l’Europa di Emmanuel Macron e Angela Merkel inaffidabile nella sfida strategica, politica e militare con la Cina e la umilia, come si fa solo con un alleato di poco conto. Questo è il senso dell’accordo Aukus, siglato tra Washington, Canberra e Londra, che impernia su queste tre nazioni una alleanza militare nel Pacifico per contrastare Pechino in vista di una possibile e imminente guerra fredda, o forse calda, per Taiwan. Prima conseguenza di Aukus è stata la rinuncia da parte australiana di un mega contratto di 50 miliardi di dollari con la Francia per l’acquisto di 12 sommergibili a trazione convenzionale, ora sostituiti da altrettanti sommergibili a trazione nucleare, forniti da Stati Uniti e Gran Bretagna.

Il tutto, questo punto è focale, al termine di una trattativa complessa svolta alle spalle della Francia, che è stata avvisata solo due ore prima dell’annuncio ufficiale. Inutilmente Jean-Yves Le Drian, ministro degli Esteri francese ha denunciato il «colpo alla schiena» e deplorato gli Stati Uniti: «Non si trattano così gli alleati! Biden ha preso una decisione brutale, unilaterale, imprevedibile che assomiglia molto a quanto fatto da Trump!».

Inutilmente, Emmanuel Macron ha richiamato gli ambasciatori francesi da Washington e Canberra, misura tanto provocatoria, quanto sterile. Di fatto, si chiude la fase di piena sintonia atlantica che ha unito Stati Uniti ed Europa dal 1945 a oggi. Si apre invece una fase che vede gli Stati Uniti impegnati allo spasimo nell’unico settore giudicato strategico e vitale, quello Indo-Pacifico, in funzione anti cinese e con un unico alleato affidabile nel Vecchio continente: la Gran Bretagna.

Mai, nell’ultimo secolo, la marginalità dell’Europa era stata così codificata da Washington. Con un di più di umiliazione e di grave danno economico (anche Fincantieri soffrirà dell’annullamento del contratto per i sommergibili all’Australia).

Le Monde ricorda con lucidità che l’accordo commerciale tra l’Unione europea e la Cina, fortemente voluto da Angela Merkel, così come la politica di “terza via” tra gli Stati Uniti e la Cina delineata da Emmanuel Macron sono concretamente e indiscutibilmente più che sufficienti a giustificare lo schiaffo ricevuto da Joe Biden con l’esclusione dal nuovo trattato militare Aukus per l’Indo-Pacifico: «È l’Unione europea che ha mancato di coerenza e di colonna vertebrale nella gestione dell’ascesa della Cina, in particolare per l’influenza di Berlino. E ora paga un caro prezzo».

L’Europa intera paga il prezzo della Germania di Angela Merkel, ma anche di Gerhard Schröder, volta alle ragioni dell’espansione del proprio mercato e delle proprie esportazioni a scapito di ogni valutazione politica delle conseguenze. L’Europa intera paga anche il prezzo della Francia di Emmanuel Macron, ma anche di Jacques Chirac e di François Hollande, sempre tesa al vano tentativo di imporsi come potenza nucleare autonoma, anche nel Pacifico, dove vivono due milioni di suoi cittadini, non piegata alla subordinazione a Washington, eredità pluridecennale del gollismo. È stato Macron a decretare la «morte cerebrale» della Nato e a opporsi a un allargamento all’Indo-Pacifico della operatività militare dell’Alleanza. Biden questo non lo ha dimenticato.

L’apertura commerciale alla Cina e le velleità di potenza della Francia avranno riflessi pesanti anche sull’Italia e sulle possibilità di Mario Draghi di giocare il suo prestigio internazionale sulla scena mondiale. L’Italia, peraltro fiaccata dalle stolide aperture dei Cinquestelle e di Luigi Di Maio alla Cina, ora è infatti costretta a prendere atto che per gli Stati Uniti di Joe Biden l’Europa è un alleato minore e poco affidabile nei confronti dei prossimi round contro la Cina.

Intanto, Boris Johnson celebra il primo trionfo di una Brexit che, affiancata con vigore da Washington, sbeffeggia i vecchi alleati europei.