Di qua e di làUn paio di consigli a Luca Bernardo, candidato cerchiobottista

L’aspirante sindaco del centrodestra aveva iniziato la campagna elettorale col botto, sostenendo che per lui fascismo e antifascismo sono la stessa cosa. Poi ha dichiarato di non escludere i no vax all’interno della sua giunta. Abbiamo pensato per lui a punchline ancora più ambiziose

Claudio Furlan/Lapresse

A questo punto della campagna elettorale, ci vuole anche un po’ di generosità. Quindi perché non dare un contributo non richiesto al candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo?

Tranquilli, nulla che abbia a che fare con un programma: non si tratterebbe di un aiuto, ma di trascinare Bernardo su un campo che davvero non gli si confà. Il tormentone della sicurezza, del contrasto alla criminalità, della vicinanza ai commercianti danneggiati dal non poter andare a far shopping in auto fin davanti ai negozi del centro, è tutto fuorché un programma. Il contributo che gli voglio offrire è per arricchire e rendere più frizzante la sua retorica di cerchiobottismo e piede in due scarpe. Di un po’ qua, ma anche un po’ là.

Aveva iniziato col botto, sparando altissimo, quando disse che per lui fascismo e antifascismo non esistevano, anzi che lui tra fascisti e antifascisti non faceva distinzioni. Una bella strizzata d’occhio a un elettorato che qualsiasi politico sano dovrebbe mettere alla porta. Poi è stata la volta degli equilibrismi ecologici. Sì alla città green, ma con più auto in centro. 

A questo proposito Bernardo farebbe bene a dare una controllata alle campagna elettorale dei candidati della sua lista, dove si inneggia allo «sviluppo verticale della città»; insomma, per quanto riguarda il centro a fare esattamente quel che ha fatto Sala per le periferia, costruendovi tanti bei grattacieli. «Meravijoso!», come direbbe il suo compagno di candidatura romano, Michetti. Il nostro, rimasto senza comunicatore e senza soldi, per un po’ ha avuto altro a cui pensare.

Ma ora, rinfrancato dai bonifici, eccolo tornare più creativo che mai. La nuova pista sulla quale fare equilibrismi appartiene nientemeno che al circo no vax. Dalle parti di Bernardo c’è gente che si impressiona facilmente. Appena vedono qualcosa fuori dall’ordinario saltano in piedi. Devono aver visto una delle manifestazioni no vax/no green pass delle scorse settimane dicendosi: “accidenti, questi votano!”.

E allora ecco che il Bernardo cerchiobottista, doppioscarpista se ne esce con una nuova dichiarazione: «Nella mia giunta, non escludo di poter avere dei no vax. Da medico gli consiglierei di vaccinarsi, ma ognuno è libero di fare come gli pare». Del resto, stavolta sente di avere le spalle coperte, visto che Salvini va dicendo più o meno la stessa cosa, anche a costo di smentire i suoi governatori di regione. Bene. Ora tocca a noi. Diamo una mano a Bernardo con qualche suggerimento.

Potrebbe dire che nella sua giunta non esclude di avere corrotti. Lui consiglierebbe di essere onesti, ma la libertà è sacra. Oppure che è dalla parte di chi evade le tasse, ma che il bilancio pubblico ha bisogno di più introiti. O ancora che sta dalla parte di chi salta i tornelli della metro, ma bisogna aumentare le corse, costi quel che costi.

Potrebbe dire che, per lui, tra chi si ferma al semaforo e chi passa col rosso non c’è differenza.

In realtà la faccenda è seria. Perché Bernardo confonde il dover di amministrare una città anche nel bene di chi non lo vota, con l’ammiccare a tutti pur di averne il voto. La politica è fatta di progetti e scelte, della cui bontà convincere gli elettori. Il resto è ben che vada populismo, altrimenti direttamente presa per i fondelli.

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