CINQUANTA SFUMATURE DI IBRIDO
Rieccoci a settembre. E se Capodanno è quando si comprano i quaderni nuovi, come ha scritto Guia Soncini, è in questi primi giorni post vacanzieri che si comincia a capire pure come sarà organizzato il lavoro ora che la maggior parte di noi si è vaccinato, dotandosi pure di Green Pass. Il trend è quello di non lavorare sempre da remoto, ma nemmeno sempre in presenza. La parola del momento è “ibrido”, cioè misto, un po’ in ufficio un po’ no. Sì, ma che “ibrido”?
C’è misto e misto E sì, perché non c’è un solo modello di ibrido. Ci sono le aziende che hanno diviso i dipendenti tra quelli che lavorano sempre da casa e quelli che lavorano sempre da remoto. Poi invece ci sono i datori di lavoro che hanno organizzato settimane ibride, in modo che tutti possano mescolare lavoro smart e non smart. Quelli che hanno garantito solo un tot di giorni al mese da poter fare a distanza. Quelli che chiedono almeno un giorno di presenza a settimana per mantenere contatti e relazioni. E poi c’è il ministro Renato Brunetta che vorrebbe far tornare i dipendenti pubblici in presenza, ma quella è un’altra storia.
La terza dimensione Alcune multinazionali intanto in Italia hanno siglato pure degli accordi per dare ai dipendenti l’accesso libero agli spazi di coworking. Qui si dovrebbero creare una sorta di sedi «intermedie», dove i team più piccoli di lavoratori potranno ritrovarsi senza necessariamente fare un’ora e mezzo di metro o tram.
Campagna o città? Ma c’è ancora molta incertezza sul da farsi, e non solo in Italia. Secondo un report di McKinsey, il 68% delle aziende americane non sa ancora quale modello ibrido applicherà. E questo non permette di fare programmi a lungo termine, come decidere di vivere fuori città definitivamente ad esempio.
Applichiamoci Ma il lavoro ibrido è meglio di niente, quindi vale la pena capire come farlo funzionare, dice l’economista di Stanford Nicholas Bloom. Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano, spiega pure però che «dettare regole rigide» non va bene e che «le policy più coraggiose ritagliano l’alternanza di presenza e remoto sulle mansioni e sulle persone». E insieme a Marco Bentivogli, Corso scrive su Repubblica che bisognerebbe pure fare un’analisi attenta dei risultati dello smart working nella pubblica amministrazione per migliorarne l’applicazione, anziché imporre modelli di lavoro rigidi e fare battaglie di retroguardia. Il messaggio, evidentemente, è per il ministro Brunetta.
LAVORATORI COL PASS
Nella prima conferenza stampa dopo la pausa estiva, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha fatto capire in che direzione ci stiamo muovendo: l’obbligo del Green Pass sarà presto allargato prima agli statali, poi anche agli altri lavoratori. Oggi Cgil, Cisl e Uil vedono Confindustria e Confapi per cercare un’intesa sulle regole del certificato verde, anche se avrebbero preferito la strada dell’obbligo vaccinale.
- In settimana si terrà la cabina di regia della maggioranza. Ma Lega o non Lega, si va verso un pass unico per tutti i lavoratori, pubblici e privati. Entro un mese dovrebbe essere esteso ai dipendenti pubblici e ai lavoratori dei settori in cui il pass è già necessario per i clienti. Quindi ristoranti e bar al chiuso, piscine e palestre, treni e aerei. Forse anche ai dipendenti dei centri commerciali. Poi, entro fine ottobre, sarà obbligatorio in tutte le aziende e le fabbriche.
- Il ministro Speranza sta lavorando con Brunetta per rendere obbligatorio il certificato per i dipendenti pubblici. Brunetta punta a un ritorno in ufficio, con lo smart working ridotto solo al 15%.
- Il governo approverà presto il decreto, quindi. Le due date indicate per l’entrata in vigore dell’obbligo sono il 27 settembre o il 4 ottobre.
- Mentre oggi va in aula il primo decreto Green Pass e si prospetta la fiducia.
LE RIFORME CHE VORREI
Draghi ha pure elencato le riforme che si dovranno approvare nelle prossime settimane. In primis concorrenza e fisco. Poi ci sono pure quella sugli ammortizzatori sociali e sulle politiche attive del lavoro. E va risolta anche la questione della quarantena Covid non riconosciuta più come malattia, per la quale ora il governo starebbe cercando i fondi dopo che l’Inps ha detto che i soldi per continuare a finanziarla sono finiti.
Nervi tesi È caldo il fronte del reddito di cittadinanza, su cui i leader politici si sono confrontati nel weekend al Forum Ambrosetti di Cernobbio, che segna la ripartenza dell’anno politico. Renzi a parte, che ha annunciato il referendum per abolirlo, il governo sta lavorando in realtà già alle modifiche del sussidio, sia sul fronte del sostegno alla povertà sia per le politiche attive del lavoro connesse.
- Giovedì si terrà l’incontro tra il ministro del Lavoro Orlando e i sindacati per la presentazione della proposta di riforma delle politiche attive, che avrà una dote di 5 miliardi. Si punta a garantire livelli di prestazione uguali nei centri per l’impiego da Nord a Sud. E per supportare i centri, ancora molto indietro nelle assunzioni, il piano è quello di coinvolgere le agenzie per il lavoro private. Che ad oggi sono le uniche che funzionano per il ricollocamento e reclutamento. Ma ci dovrebbe essere anche un tracciamento delle proposte di lavoro per i percettori del Rdc: dopo tre no, si perde il sussidio.
- Gli strumenti principali del piano sono la Gol, Garanzia per la occupabilità dei lavoratori, per reinserire chi perde il lavoro; e il Pnc, Piano nuove competenze, per la riqualificazione.
But, but, but Sulla riforma degli ammortizzatori è invece in corso un scontro tra il ministero dell’Economia e quello del Lavoro. La riforma di Orlando costa 8 miliardi. Troppi, secondo Daniele Franco. Bisogna capire quale sarà la cifra a cui si arriverà anche per capire quanto sarà davvero «universale» la riforma e quanti resteranno invece fuori.
Metodo Draghi E poi c’è il famoso decreto anti-delocalizzazioni, che tante polemiche ha sollevato durante l’estate. Il decreto messo a punto dalla viceministra grillina Alessandra Todde insieme a Orlando non piace a Giorgetti e nemmeno al presidente di Confindustria Bonomi. Nell’ultima bozza non ci sono più sanzioni e blacklist ma le aziende che hanno ricevuto aiuti pubblici pagheranno le politiche attive per riqualificare i lavoratori lasciati a casa. Oggi si riunirà al Mise un primo tavolo tecnico, poi ce ne dovrebbe essere un altro più politico, con l’intenzione di varare il decreto nel giro di due settimane.
PARLIAMO DI NUMERI
Mezzo pieno I dati Istat sul lavoro di luglio, primo mese di prova dopo lo sblocco parziale dei licenziamenti, dicono che lo tsunami occupazionale che si temeva per il momento non c’è stato. C’è stato un lieve rallentamento, ma solo tra i lavoratori autonomi, mentre il trend è positivo per gli under 35, che raggiungono addirittura un tasso di occupazione maggiore rispetto al periodo pre-pandemia.
Riecco il cuneo Di fatto, il mercato del lavoro non sta seguendo gli stessi livelli di rimbalzo del Pil. Il ministro Franco a Cernobbio ha detto che la crescita nel 2021 potrebbe superare il 5,8%, annunciando pure la prossima riforma del fisco, con interventi sul cuneo fiscale e sull’Irpef.
DOSSIER CALDI
Addio Alitalia Nell’ultimo decreto infrastrutture si trovano le norme che disciplinano la cessione del marchio Alitalia. Ma la partita si gioca anche e soprattutto sui livelli occupazionali. Dopo la fumata nera della scorsa settimana, oggi si tiene un nuovo incontro tra i dirigenti della nuova compagnia Ita e i sindacati sul contratto del personale navigante. Per i piloti è previsto un taglio del 21% dello stipendio medio, del 25% per i comandanti, dell’11% per gli assistenti di volo, del 15% per il personale di terra. Prevista anche una riduzione dei turni di riposo e delle ferie. Il negoziato, insomma, è in salita.
- Intanto, i numeri del piano industriale, vista la crisi del settore, potrebbero essere rivisti al ribasso.
Nuvola Domani il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao presenterà la strategia per la nascita del “Cloud Italia” per l’implementazione del cloud nella pubblica amministrazione.
Ilva funesta Entro settembre si riuniranno i vertici della nuova holding pubblico-privato Acciaierie d’Italia per riscrivere il piano industriale e i nuovi livelli produttivi, che probabilmente saranno rivisti al ribasso. I sindacati hanno chiesto un incontro al governo per riprendere le fila del discorso sul futuro dell’impianto siderurgico.
POST QUARANTENA
Non è andato tutto bene I sindacalisti della Flai Cgil in Piemonte hanno raccontato le storie delle diverse paghe orarie ai braccianti a seconda del colore della pelle: chi è nero veniva pagato un euro in meno. Le leggi non hanno cancellato i caporali, ha scritto Michela Marzano.
Lavorare meno Ora anche la Scozia sembra vicina ad aggiungersi alla lista dei Paesi che sperimenteranno la settimana lavorativa da quattro giorni senza tagli di stipendio. A incoraggiare il piano del governo contribuiscono ora anche i risultati di un sondaggio secondo cui l’80% è convinto che potrebbe avere un effetto positivo sul proprio benessere.
- Anche in Cina si discute di orario di lavoro, dopo che l’Alta Corte ha stabilito che non si può chiedere ai dipendenti di lavorare 12 ore al giorno per sei giorni a settimana. Il cosiddetto orario «996», dalle 9 del mattino alle 9 di sera per sei giorni, molto diffuso nel mondo del tech, sarebbe quindi illegale.
- Da leggere anche il pezzo del New Yorker sul perché lavoriamo troppo e perché negli uffici lo stress è diventata l’unità di misura per giudicare chi lavora di più.
Restate in vacanza La sede centrale della Nike in Oregon ha dato ai propri dipendenti una settimana di ferie in più per concedere una pausa ristoratrice e combattere il burnout dopo un anno di pandemia. E lo stesso hanno fatto altre aziende come Bumble e Linkedin.
Restate a casa Google ha comunicato ai suoi dipendenti in giro per il mondo che sarà posticipato il ritorno in ufficio di tre mesi, spostandolo al 10 gennaio. La decisione è stata presa a causa della significativa diffusione della variante delta nel mondo, e in particolare negli Stati Uniti.
- Il New York Times, dopo quasi due anni, fa la conta di chi sono i vincitori e i vinti del boom del lavoro a distanza. E i primi sono molto di meno.
AGENDA Oggi l’Ocse diffonde uno studio economico sull’impatto della crisi Covid in Italia, si tiene l’incontro Ita-sindacati e Giorgetti è al Salone del Mobile di Milano. Domani Tridico è in commissione Lavoro alla Camera e il ministro Colao presenta la strategia “Cloud Italia”. Giovedì è previsto l’incontro tra Orlando e i sindacati sulla riforma delle politiche attive, e occhi puntati soprattutto sulle decisioni di politica monetaria in arrivo dalla Bce. Venerdì si tengono Ecofin ed Eurogruppo e dall’Istat è in arrivo il dato sulla produzione industriale.
Buona settimana,
Lidia Baratta
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