A volte il soft power può avere la forma di una caramella mou. Il junk food a stelle e strisce, quello più appiccicoso e zuccherino, tiene in pugno Londra e i londinesi. Oxford Street, vivace via dello shopping nel cuore della capitale britannica, è diventata il paradiso degli amanti dei dolciumi americani, il tempio del burro d’arachidi, della menta piperita e del cioccolato. Jolly Rancher, Mike and Ike, Peppermint Pattie, Oreo, Twinkies trovano spazio in 9 mega negozi distribuiti in appena 2 km di percorso, ce n’è più di uno ogni 250 metri.
I nomi si somigliano tutti: American Candy World, American Candy Land, Candy Surprise e Kingdom of Sweets, che rivendica di essere stato il primo ad aver aperto i battenti. Saltano all’occhio grazie al design accattivante, al rosa, al viola e all’arancione delle vetrine. Ma anche bendati non sarebbe difficile accorgersi della loro chiassosa presenza, il profumo pervade le vie nasali prima che gli occhi cadano sulle colonne di caramello.
Kingdom of Sweets all’ingresso del negozio ha posizionato un tubicino di gomma dal quale viene sparato del gas aromatizzato per attirare i clienti, un modo per vincere la concorrenza. E un po’ come le api vanno al miele, il negozio si popola di acquirenti di ogni età che escono soddisfatti e felici di aver visto un Big Ben fatto di Kit Kats alto quanto un bambino di 8 anni. I più piccoli vanno matti per caramelle sour, dal caratteristico gusto aspro e dolce. Ma il cliente tipo ha tra i 30 e i 50 anni. Sognare americano costa caro e non tutti i bambini possono spendere certe cifre. Una barretta di cioccolato americana costa quasi il doppio di una inglese, anche se vale molto meno.
Ravat, 30enne proprietario di un negozio nel quartiere londinese di Stoke Newington, sta vivendo la sua versione di sogno americano senza aver mai messo piede negli Stati Uniti. Le ha provate tutte, compreso il cibo biologico, prima di passare ai dolci americani. «Quando abbiamo iniziato eravamo già sul punto di morire. Prima la spesa media di un nostro cliente era pari a 2 sterline, ora siamo sulle 8 -10 sterline», ha detto Ravat a Nbc. Un affezionato cliente ha l’abitudine di presentarsi al negozio di Ravat ogni due settimane, dopo aver pedalato o corso per 8 miglia, solo per avere tra le mani i suoi adorati snack.
«Per il momento, i consumatori britannici sembrano non averne mai abbastanza di questi prodotti retró», ha spiegato l’esperta di trend gastronomici Shokofeh Hejazi al sito Time Out, il primo che ha raccontato questa nuova tendenza. È facile secondo lei capire perché.
Soprattutto in tempi caratterizzati da grande incertezza, le persone cercano delle piccole consolazioni dal sapore nostalgico. Vogliono “trattarsi bene”. All’apparenza, potrebbe sembrare strano perché gli adulti di oggi non avevano nelle dispense le caramelle Tootsie Rolls e le tortine Reese’s, ma questi dolci apparivano spesso nei telefilm con cui sono cresciuti. I loro personaggi preferiti addentavano i croccanti biscotti Pop-Tarts e il cioccolato Hershey.
Ciò che spinge i consumatori, dunque, è un senso di nostalgia per gli Stati Uniti. E non riguarda solo Londra, la richiesta di dolciumi americani è stata impressionate in tutto il Regno Unito nell’anno appena trascorso, complice la pandemia. Hancocks, il maggiore grossista britannico di prodotti made in Usa, ha notato un aumento significativo nella richiesta di snack americani. «Siamo i rivenditori di questi marchi da vent’anni ma la domanda è schizzata negli ultimi 12 mesi», ha rivelato il grossista lo scorso giugno al giornale Confectionery Production.
Il tormentone delle caramelle americane deve anche molto ai social. Su TikTok i video con l’hashtag #JellyFruitChallenge sono diventati virali, totalizzando più di 100 milioni di visualizzazioni. La sfida tossica è trangugiare il più possibile gelatine alla frutta. E così chi va nei negozi cerca proprio quelle caramelle che ha visto su TikTok e su YouTube. I bambini ci strascinano le mamme, le influencer fanno a gara a postare storie e foto su Instagram davanti a pile di caramelle gommose, sfoggiando i loro migliori outfit, e le star dei reality si fanno i video con Willy Wonka, citando però il film di Tim Burton con Johnny Depp e non il romanzo di Roald Dahl.
Le caramelle americane sono più stupide di quelle inglesi, di qualità inferiore, ma certamente sono meno noiose, più instagrammabili e più colorate, di questi tempi è un vantaggio non da poco. E va bene così, osserva il sito americano Takeout, specializzato in cucina e bevande: «Per alcuni americani, il cioccolato Hershey sa di vomito. Che si tengano pure i Mars, noi ci terremo il cioccolato Cadbury».
Nel Regno Unito le montagne di zucchero sembrano quindi avere la meglio sulla moda dell’healthy food e del cibo vegano e vegetariano. I quadratini colorati alla frutta amati dai Millennial non sono più di tendenza?