Gli stadi inglesi potrebbero tornare ad avere posti in piedi per i tifosi. Il governo britannico farà un tentativo durante questa stagione di Premier League per valutare la possibilità di regolarizzare la soluzione nei prossimi anni.
È un argomento di cui si discute da tempo in Inghilterra, e che in un certo senso volge lo sguardo al passato – un passato in cui, appunto, non c’erano i sediolini negli stadi – con parametri e condizioni tutte nuove, soprattutto in fatto di sicurezza: i posti in piedi, in uno stadio moderno, sono una soluzione molto efficiente, che lascia al tifoso la possibilità di scegliere come guardare la partita garantendo alti standard di sicurezza e migliorando le criticità delle attuali gradinate con sedute fisse.
È per questo che i settori con posti in piedi sono già una realtà in alcune nazioni europee, come Germania, Svezia e Austria. E negli ultimi anni è una soluzione sempre più spesso tenuta in considerazione nella fase di progettazione dei nuovi stadi: potrebbero diventare un’opzione anche per nuovi stadi italiani (o in caso di ristrutturazione di un impianto già esistente), in attesa di un’eventuale cambiamento della legge.
Il Celtic Park di Glasgow, il Niedersachsenstadion di Hannover e la Wirsol Rhein-Neckar-Arena di Sinsheim (casa dell’Hoffenheim) sono forse gli esempi più importanti e celebri di impianti che hanno un settore di Safe Standing con la tecnologia “Rail Seats”.
I seggiolini modello “Rail Seats”, riporta la rivista Archistadia, permettono al tifoso una libertà di movimento molto diversa rispetto a quelli fissi: si tratta di un elemento composito, caratterizzato da una seduta richiudibile e una struttura tubolare posizionata a circa un metro da terra che funge da appoggio per i tifosi della fila di dietro.
Da qui la maggiore libertà di movimento, la possibilità di stare seduto o in piedi in qualunque momento della partita rimanendo nel proprio spazio di manovra, in totale sicurezza e senza intralciare la visuale delle file di dietro.
Il vantaggio è che le “Rail Seats” non ingombrano più di un sediolino fisso – circa 48 cm – permettendo così di sostituire eventualmente le sedute fisse esistenti con le nuove: non è un caso infatti che in tempi recenti Manchester United, Manchester City, Liverpool, Chelsea, Wolverhampton abbiano installato le “Rail Seats” nei propri stadi. La loro speranza è che la legge cambi e si possa tornare a seguire la partita in piedi.
In Inghilterra infatti al momento vige l’obbligo di impianti all seater, solo posti a sedere. Ma le cose potrebbero cambiare a breve. A gennaio inizierà la fase di test, con i club interessati che potranno aderire all’esperimento entro il 6 ottobre 2021. Se le risposte – in termini di sicurezza e di comfort – saranno valide allora potrà arrivare il via libera dai legislatori.
Gli obblighi attualmente in vigore sono un’eredità degli anni ‘90 e del periodo in cui il calcio inglese – impantanato tra tifoserie violente, stadi fatiscenti e un livello competitivo molto basso – decise di rinnovarsi, mettendo la sicurezza negli stadi tra le priorità assolute.
Il primo documento che spinse in questa direzione è il Rapporto Taylor. Il documento è stato redatto da una commissione presieduta dal giudice Peter Taylor su mandato del governo britannico con l’obiettivo di far luce sulla strage dell’Hillsborough Stadium del 1989, in cui morirono 96 persone.
Secondo il rapporto Taylor stare seduti garantisce una maggior sicurezza perché «ognuno ha il suo piccolo pezzo di territorio in cui può sentirsi ragionevolmente protetto e non sbalzato dai movimenti e dalla pressione di altre persone», rendendo possibile sapere con precisione quanti e quali sono i posti occupati.
I posti a sedere riducono infatti il numero di tifosi all’interno di uno stadio, e l’uso delle telecamere – installate a partire dal 1991 – permette un controllo più preciso dei movimenti dei tifosi. «Stare in piedi non è intrinsecamente pericoloso, ma i posti a sedere si avvicinino a questi obiettivi meglio di qualsiasi altra singola misura. I benefici portati dall’obbligo dei posti a sedere spingeranno ad accelerare la conversione delle strutture».
Il football britannico, e tutto il mondo del calcio, doveva reinventarsi e aveva bisogno di rendere più appagante e sicura la fruizione delle partite. La sicurezza del pubblico e di tutto l’impianto durante gli incontri non era solo un obiettivo, ma una condizione indispensabile per confezionare un prodotto calcistico della massima qualità.
Dal 1994 gli stadi di prima e seconda divisione in Inghilterra e Galles sono per legge “all seater”. Ma nel corso degli anni si sono studiate soluzioni diverse, provando a rendere i posti in piedi una possibilità e non un problema.
I sondaggi condotti fra i tifosi in questi anni hanno ottenuto sempre più riscontri favorevoli verso la possibilità di questo tipo di soluzione per poter stare in piedi in gradinata. E le probabilità di vedere un nuovo provvedimento legislativo sono sempre più alte. Già ad aprile 2019 una petizione online chiedeva di consentire ai club di Premier League e Championship di introdurre i posti in piedi: ha raggiunto rapidamente le 100mila firme, cifra necessaria per portare una qualsiasi discussione in Parlamento.
Dopodiché bisognerà capire se un cambiamento voluto a Londra possa influenzare anche il resto del continente – come d’altronde accadde trent’anni fa per l’obbligo dei seggiolini.
Da qualche anno la Premier League è il punto di riferimento del calcio europeo, con un peso specifico e un prestigio che la rende seconda solo alla Champions League. Di sicuro è il campionato nazionale di calcio più ricco, più seguito e più potente – nell’accezione più larga del termine – del mondo. E se c’è un campionato che può generare spirito d’emulazione in tutta Europa, quello è certamente la Premier.