1. Il ritorno di Stanley Tucci ai fornelli
«È una cosa malleabile il gusto, significa molte cose diverse. Si assaggia con la bocca, ma gusto significa anche estetica e tira in ballo la questione di cosa sia il buono e il cattivo gusto. Immagino sia per questo che l’ho scelto» (come titolo del libro, ndr). Per tutti quelli che lo hanno seguito in “Searching for Italy” (ne abbiamo parlato qui) o che lo amano da “Il diavolo veste Prada” in poi, Stanley Tucci ha appena pubblicato un nuovo libro, “Taste: My Life Through Food” edito da Penguin Books Ltd. Disponibile al momento solo in inglese, Taste è una via di mezzo tra un’autobiografia, un libro di cucina e un manifesto sul vivere bene, come sa chiunque conosca il potere di un pasto cucinato a casa. «Bisogna avere una certa conoscenza e una certa tecnica, sia per recitare che per cucinare – ha detto Tucci in una recente intervista. Devi capire come usare un coltello; devi capire quali sapori stanno fondamentalmente insieme. E poi, devi avere talento e passione. Devi avere tutte queste cose per ogni forma d’arte e la cucina è una di queste. La cucina è per certi versi forse più simile al teatro, nel senso che scompare e poi bisogna ricrearla. E forse quando la ricrei, sei una persona diversa. Penso che per questo motivo sia uno dei mestieri più affascinanti, ma anche una delle forme d’arte più interessanti».
2. In cucina con i lupi
Veniamo a un grande classico. Nel 1942 Mary Frances Kennedy Fisher dà alle stampe “Come cucinare il lupo”, ricettario di sopravvivenza in tempi di razionamento del gas e di sparizione di prelibatezze. Nato come un «libretto bizzarro sul modo migliore di convivere con la tessera annonaria, l’oscuramento e le altre miserie della Seconda guerra mondiale», nel giro di un decennio e archiviato il conflitto sui libri di storia, diventa uno stravagante libro di culto e, negli anni successivi, una delle opere fondamentali della letteratura americana del dopoguerra, al punto tale che il Time lo ha inserito tra i cento migliori libri di non-fiction di sempre. L’ironia e il politicamente scorretto abbondano tra gli ingredienti delle ricette e invitano a godere della vita, senza badare più del dovuto a quello che manca in dispensa.
3. La scoperta del fuoco
Come ci saremmo evoluti se qualcuno in Africa, migliaia di anni fa, non avesse scoperto il fuoco? “Il più grande uomo scimmia del Pleistocene”, best sellers del giornalista inglese Roy Lewis, narra le vicende di un gruppo di cavernicoli alle prese con alcune delle cose più pericolose su cui la specie umana abbia messo le mani: il fuoco, la lancia, il matrimonio e così via. Sempre sulla base di una elementare esigenza: quella di «cucinare senza essere cucinati e mangiare senza essere mangiati». Un classico della fantascienza a ritroso.
4. I dumpling spiegati a mia madre…
… E a tutti quelli che pensano che di raviolo al vapore ce ne sia una solo. Forse ci voleva un libro a fumetti per entrare nel magico mondo della pasta ripiena in versione orientale in tutte le sue declinazioni: fritta, dolce, salata. Ci hanno pensato Hugh Amano (chef) e Sarah Becan (illustratrice), autori di “Dumplings. Un libro di cucina a fumetti”, traduzione di Alessia Conti, per Quinto Quarto editore, è un’utile guida per scoprire tutto sui famosi ravioli asiatici e replicarli a casa: dagli impasti ai ripieni, dalle piegature alle salse, dagli utensili ai metodi di cottura, tutto spiegato passo passo con l’aiuto delle illustrazioni. Definitivo.
5. Il libro di Cucinare stanca
Sofia Fabiani aka @cucinare_stanca, pagina Instagram da quasi centomila follower, arriva domani in libreria con l’omonimo libro (si può preordinare qui, Giunti Editore). No sentimenti, no torta mimosa verrebbe da dire scorrendo le pagine di questo manuale per incapacy, come Fabiani chiama la schiera di follower che la segue sui social. «È un libro su come si leggono i libri, che Calvino mi perdoni, o meglio è un libro su come si utilizzano i libri di cucina, su cosa ci potete fare, su quanto potete discostarvi dalle indicazioni dell’autore» spiega l’autrice nell’introduzione. All’interno è strutturato come un grande gioco dell’oca in cui per passare al capitolo successivo bisogna superare il precedente. Senza pietà.
6. Perché amiamo così tanto il cioccolato
Se l’amico ciclista si concede qualche quadratino di cioccolato più volte durante la settimana, se nei giorni che precedono il ciclo torniamo a casa dal supermercato con confezioni di extrafondente da mezzo chilo, se il medico di vostra madre le ha consigliato di assumere tot grammi di cioccolato per combattere l’asma allergica che la atterra ogni santa primavera, c’è una ragione. E per una volta la gola non è la sola responsabile. In “Cioccolato. Teobromina 650mg” Arianna Rossoni spiega perché andrebbe considerato un farmaco naturale e accompagnato da un foglietto illustrativo. Spoiler: non fa così male come in genere si pensa. Una lettura perfetta per consolarci – con la benedizione della scienza – in vista delle abbuffate che ci attendono.
8. Dagli scarti nascono i frullati
Ikea si è impegnata a diventare una realtà completamente circolare entro il 2030 e non perde occasione per ricordarci che il viaggio verso l’obiettivo dello spreco zero passa inevitabilmente dalla cucina. Questa volta lo fa con questo libro, scaricabile (niente carta, of course) dove tra ricette antispreco e consigli per gestire gli avanzi, il confine del commestibile si sposta un po’ più in là. La buccia della banana? Fritta diventa una croccante alternativa alla pancetta mentre i gusci d’uovo, tritati, si possono usare per rimuovere i depositi di calcare in bagno. Da tenere a portata di mano.
8. Storie d’amore in cucina
Durante il regno Borbonico nel sud Italia si diffuse la consuetudine tra le famiglie dell’alta borghesia di avere a servizio un cuoco francese, chiamato Monsù, signore, dal francese monsieur. E proprio da una raccolta di ricette trascritte dal cuoco di casa e trovate per caso dall’autrice nasce l’ultimo romanzo di Costanza DiQuattro, “Giuditta e il monsù”, edito da Baldini+Castoldi. In una Ragusa Ibla fin de siècle si svolge la dolcissima e sfortunata storia d’amore tra Giuditta e Fortunato, da assaporare lentamente come una madeleine.
9. Un tuffo nel Risorgimento
A proposito di ritrovamenti fortunati, è uscito Menu risorgimento, il primo libro edito da Linkiesta nella collana Gastronomika. Lo ha scritto Samanta Cornaviera, appassionata di libri di cucina d’epoca, insieme con il collettivo Cougnet, partendo dal menu che nel 1911 venne servito a un pranzo organizzato sotto l’alto patronato del Re per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. L’inoffensiva lista delle vivande diventa il punto di partenza per un viaggio a ritroso nella storia; tra un’orata del mar Tirreno alla Vittorio Emanuele II con salsa Cavour e un filetto di bove alla Napoleone III con salsa Alleanza, una spuma di cappone alla Crispi e un’insalata alla Cairoli, si svolge l’intera epopea del Risorgimento, visto dalla prospettiva di un sontuoso banchetto.
10. Datemi una zucca…
Chiudiamo non con un libro ma con una carrellata di idee per intagliare una zucca in modo creativo. Abbiamo una decina di giorni per imparare a replicare almeno uno di questi trenta piccoli capolavori. Giusto in tempo per Halloween.