Era l’inizio degli anni Settanta quando Ettore Sottsass teorizzava, sotto forma di testi e disegni per il magazine Casabella, racchiusi nella serie “Il Pianeta come Festival”, una visione dello spazio urbano e della società interamente incentrata sul concetto di libertà.
Libertà dai condizionamenti socioculturali, ma anche libertà dal lavoro: l’architetto e designer, uno dei più influenti del suo tempo a livello italiano e non solo, credeva fermamente che in ogni uomo si trovasse un artista e che la tecnologia non fosse che un mezzo per aiutare la coscienza del singolo a svilupparsi e a vivere in armonia con la natura.
Se fosse ancora vivo adesso probabilmente su quest’ultimo punto correggerebbe un po’ il tiro, ma il fulcro del suo pensiero, che in generale ha avuto il grande merito di trovare un punto d’incontro tra bellezza e funzionalità e che è stato uno dei grandi propulsori della pop culture made in Italy, è anche il motivo ispiratore de “Il Pianeta”, una rassegna culturale e un festival immersivo che si terrà a Milano dal 14 al 16 ottobre.
Organizzato da Terraforma, il festival di musica sperimentale che ogni anno si tiene a Villa Arconati, questo evento – diffuso in tutta la città e articolato in più giorni – si inserisce nell’ambito del progetto “Visioni e Suoni della Città che Cambia”, curato dalle associazioni Threes e Mmt Creative Lab e sostenuto da Fondazione Cariplo.
L’obiettivo è quello di portare i visitatori a esplorare lo spazio fisico, digitale e sociale di Milano grazie ai temi cari al Terraforma, ovvero la musica nella sua accezione più ampia e avanguardistica, l’architettura e la sostenibilità ambientale. Ci saranno concerti dal vivo, passeggiate sonore, talk e mostre a cielo aperto.
L’inaugurazione della rassegna “Il Pianeta” si terrà allo Spazio Maiocchi il 14 ottobre alle 19 con tre manifesti e una sonorizzazione attraverso cui quattro artisti hanno dato la loro interpretazione dello studio di Sottsass: c’è la videoartista italo-australiana Rebecca Salvadori, lo studio di design Formafantasma, l’artista visivo Giulio Scalisi e la compositrice e produttrice italo-olandese Grand River, il cui paesaggio sonoro potrà essere ascoltato inquadrando con il proprio cellulare il codice Qr stampato sui poster.
«Leggere Ettore Sottsass mi ha fatto soffermare nuovamente sul valore del tempo come risposta. Prendersi il tempo è la soluzione per uscire dalla meccanicità del fare» spiega Rebecca Salvadori. «Milano è la città dove sono nata e dove ho vissuto i miei primi anni, prima che la vita mi portasse a Venezia, Berlino, Londra. Ora, dopo una lunga assenza, sento un rapporto nuovo con questa città. Euroemptiness è il mio linguaggio grafico: un archivio di forme e colori statici e in movimento in continuo divenire che, relazionandosi tra loro, generano ogni volta una nuova combinazione. Per “Il Pianeta” ho elaborato una combinazione nuova, che potesse portare l’attenzione sui tempi lunghi di questo lavoro, mostrando elementi del 2014 in dialogo con elementi del 2021».
Meno personale e più politico l’artwork di Giulio Scalisi «Nelle pagine di “Casabella”, Sottsass immagina una serie di luoghi e architetture prestate all’uso di una società che si è emancipata dalla necessità del lavoro: io provo a immaginare gli individui che potrebbero andare a riempirli. Ho immaginato un essere umano che cerca di liberarsi da quei costrutti che lo separano dagli altri attraverso sistemi di classificazione che si esprimono attraverso razza, classe sociale, genere o intelletto. Questo gruppo eclettico e multiforme di individui, nella mia opera, si dirige compatto verso gli ambienti di Sottsass».
Perché proprio questo tipo di rappresentazione? «L’immagine descrive un’appartenenza, non tanto a un luogo, ma a una predisposizione mentale condivisa: che non è disegnata da un pensiero esterno/istituzionale determinato a priori, ma da una volontà distribuita fra gli individui di voler creare una zona protetta dalle dinamiche tossiche del capitalismo. Nel mio rapporto con la città di Milano i luoghi assumono un valore nel momento in cui riescono a essere catalizzatori di esperienze, significative e catartiche».
Il programma prosegue poi con il concerto Community Garden (il 15 ottobre alla Fabbrica del Vapore), una riflessione sonora sull’importanza di poter utilizzare spazi urbani condivisi, e con le due passeggiate sonore (sabato 16 e domenica 17 ottobre) che punteranno a coinvolgere il tessuto sociale urbano e le comunità locali con pratiche di ascolto inedite.
Inoltre, gli artwork commissionati a Salvadori, Formafantasma e Scalisi rimarranno visibili fino al 28 ottobre in una sorta di mostra a cielo aperto: gli oltre 120 manifesti creeranno un percorso espositivo urbano, dalle vie del centro alle periferie.