Lo scrittore tanzaniano Abdulrazak Gurnah si è aggiudicato il premio Nobel per la letteratura 2021.
Il riconoscimento è dovuto alla sensibilità, compassionevole e intensa con cui l’autore, che scrive in inglese e vive nel Regno Unito, studia e analizza il fenomeno del colonialismo e il destino dei rifugiati, presi nello scarto tra culture e continenti diversi.
Tra le sue opere, si ricordano “Paradiso” (il suo capolavoro), “Sulla riva del mare”, “Il disertore”, editi da Garzanti.
Gurnah è nato nel 1948 a Zanzibar, dove è cresciuto. Alla fine degli anni ’60 è arrivato da rifugiato in Inghilterra. Qui ha lavorato come insegnante di inglese e letteratura postcoloniale all’Università del Kent.
La sua prima lingua è lo swahili, ma ha scritto e pubblicato 10 libri e diversi racconti in inglese. In tutta la sua opera analizza i problemi e lo spaesamento vissuto dai rifugiati, colti in uno iato tra culture e regioni diverse, tra una vita conclusa e una che deve nascere. Uno stato di incertezza senza soluzioni.
Il suo capolavoro, come si è detto, è “Paradiso”, del 1994. Un libro che esplora, attraverso una storia d’amore la collisione di due mondi e di due sistemi di pensiero nell’Africa orientale.
Come hanno spiegato i giurati dell’Accademia di Svezia, nella sua scrittura sono assenti gli stereotipi ed è evidente l’avversione per la semplificazione delle cose. Cerca di mettere in evidenza la diversità e al tempo stesso l’unicità dei vari punti di vista, che cambiano al mutare delle situazioni e delle prospettive.