Ante meridiemA Roma il buongiorno si vede dalla colazione

Le mattine sono spesso durissime: con questa personalissima lista che promette di riconciliarci con il resto del mondo, anche il partito del “non faccio colazione” diventa una categoria destinata a cambiare idea. Provare per credere

Mappare le migliori colazioni a Roma può gravare di responsabilità una scelta apparentemente frivola che consegna in punta di papille gustative dieci tappe dove, dentro una nuvola di latte montata in tazza grande, molti troveranno scritto il destino della propria giornata.

1. Gastromario
Chi avesse già sostato in questo nuovo bistrot nel quartiere San Giovanni a pranzo e a cena deve necessariamente chiudere il cerchio esperienziale con la colazione, a cui pensa Valentina De Caro. Giovane pasticciera con passaggi in famose pasticcerie romane e nelle partite dolci di alcuni ristoranti stellati, è co-proprietaria del locale dalle diverse anime insieme a Simone Romano e Francesco D’Agostino, due nomi già noti sulla scena ristorativa capitolina. Un posto in cui si comincia a tornare sempre volentieri: sul bancone, accanto alla pasticceria moderna, tra tarte au citron ed éclair, c’è la sezione lievitati, con gradite influenze francesi, dove il croissant è il vero protagonista della vetrina mattutina. Se siete fortunati, riescono a diventare salati nella pausa pranzo. Dove: via Voghera, 10.

2. Dal Francese all’Alberone
Per chi riesce a non fare colazione prima delle 10:30 o si volesse concedere un secondo round ad alto tasso glicemico, non molto lontano dall’indirizzo di cui sopra, c’è il wine bar di Nicolas Huberdeau dove terrine, pâté e formaggi Dop francesi non mettono in ombra la selezione di viennoiseries e boulangerie a cura del connazionale Thibaud Lacarin. Pain au chocolat, meglio detto chocolatines, croissant au beurre, cinnam roulé sfidano i salati croque-monsieur & patate o il Petit déjeuner del pecoraro basco che nella versione originale si accompagna a un calice di rosso. Uscire da qui con una baguette sotto braccio sarà il guilty pleasure che trasformerà subito quell’arrivederci sull’uscio in un poetico au revoir. Dove: via Cesare Baronio, 141.

 

3. Coco Bistrot
Attraversare la città ha senso solo se il lieto fine è addentare la sua bomba al pistacchio. Il posto si trova accanto a una officina di pneumatici targata Michelin: le pretese di questo bistrot sono in realtà diverse, seppur le stelle vi gravitano comunque attorno. La pasticceria è affidata a Melissa Dolci, nomen omen, premiata “Emergente pastry chef miglior dessert al piatto nel 2019”, con esperienze nell’alta cucina di Heinz Beck, Alessandro Pipero e uno stage sulla panificazione con Gabriele Bonci. Niente cornetti sfogliati per via degli esigui spazi del laboratorio ma una sfilza di veneziane, semplici o farcite, maritozzi con panna, fette di torte e crostate, bowls di yogurt da comporre, pancake classici o nella versione proteica che Melissa prepara tutte le mattine prima di occuparsi della linea dei dessert al piatto da fine pasto. Dove: via Cassia, 1835.

 

4. Pizzeria Salvatore Di Matteo Le Gourmet
Fare colazione dentro una pizzeria Napoletana? A Roma si può fare. Al dolce pensa Mary’ana Zelisko, pasticciera di origini ucraine che ha portato il vero babà in città. Un risveglio dal sapore partenopeo già dall’adagio della tazzina bollente di caffè sul banco, sublimato dai coriacei biscotti all’amarena, con un ripieno recuperato dal pan di Spagna della sua Delizia al limone; in alternativa ci sono le graffe, una rarità fritta da trovare nei rioni romani formato ciambella che ritrae il perfetto buongiorno: zucchero su polisaccaridi, al quale nessuno resta immune. Dove: via Vittoria Colonna, 32A.

5. The Hoxton Rome
Dalla West Coast americana al quartiere Parioli a Roma, per un ritorno alla vita di quartiere da vivere nella “open house” del primo hotel The Hoxton in Italia. Qui si mangia a tutte le ore del giorno respirando vibes californiane con un sentiment tutto italiano, già dalla prima colazione. Dalle 7 alle 11 del mattino gli occhi si specchiano al bancone di Cugino, dalla boiserie simil carta da zucchero, dove passare in rassegna l’estetica gentile di cornetti, baby maritozzi, cookies e le long cake alla banana, cioccolato o limone. Il suo alter ego è Beverly regno del breakfast dal gusto più internazionale con proposte sia dolci – tra cui la Granola home made con yogurt e frutta sciroppata e i pancake di Grano Saraceno con crema di ricotta, sciroppo d’acero e frutta di stagione – sia salate come Avocado Toast e Omelette di cui si può scegliere ripieno e topping. Dove: Largo Benedetto Marcello, 220.

 

6. Pasticceria delle Rose
Riprendendo il vecchio nome di una storica pasticceria di zona che sorgeva qui negli anni ‘60 e dove uno dei proprietari veniva a riempire la calza della Befana, da circa un mese questo locale si presenta come la prima pasticceria gluten free 2.0 a Roma. L’80% della produzione è dedicata all’offerta celiaca che, però, non viene marginalizzata con una selezione a parte di prodotti. È stata creata, invece, una doppia linea che ragiona semplicemente per sottrazione: una identica selezione declinata su due binari, quello del con e del senza. A gestire la produzione Giorgio Derme, responsabile di laboratorio specializzato in pasticceria tradizionale e moderna, che per la prima colazione, accanto ai croissant gonfi di burro in mezzo ai quali l’integrale trova una sua dignità, sta mettendo a punto una portentosa brioche gluten free. Dove: via Appia Nuova 457.

 

7. Equo Hostaria
Da qui la città sembra sempre in ordine e silenziosa, persino alle spalle della trafficata Viale Marconi. Complice il luogo in cui sorge, un borgo rurale dei primi del ‘900 che un tempo era un agglomerato di botteghe artigiane. Attraversare questo atrio dalle 9:00 del mattino vi farà sentire nella vostra comfort zone, soprattutto davanti a una fetta di torta appena sfornata, come la tenerina gluten free, un trancio di quella alle mele, e ancora cassata al forno, caffè a km zero ed estratti di stagione. Poi si può cominciare a lavorare: la location si candida a posto del cuore dei freelance e vi sembrerà naturale prolungare la permanenza a pranzo. Dove: via Portuense 201.

8. Fax Factory
Defilato dall’area pedonale del Pigneto, Fax Factory è oggi uno dei luoghi che sta contribuendo a fare cultura di specialty coffee in città. A metà tra una caffetteria e una sorta di piccolo club dai risvolti artistico-culturali, ogni tazzina si rivela un viaggio sensoriale in piantagione con tanto di spiegazione al momento del servizio. Accanto al loro ottimo espresso e a estrazioni alternative, viene sfoderata l’arma dolce: una produzione artigianale, spesso ispirata dalla stagione, come la torta di zucca, cioccolato e cannella a cui si aggiungono le specialità del momento, spesso condivise sui social. “Giretto” è il nuovo biscotto che va a fare compagnia ai cookies con sale Maldon e all’assortimento ragionato e mutevole di brownie, carrot cake, ciambelloni, crostate oppure pancake, pure in versione proteica. Dove: via Antonio Raimondi 87.

9. Walter Musco
Tra un vernissage di torte e il cambio d’insegna che consacra la stagione della maturità del patron Walter Musco, ex gallerista da più di vent’anni al servizio della pasticceria, si trova sempre tempo per fare colazione. Di fronte all’esposizione di opere edibili che omaggiano Malevič, Pollock, Burri e Bansky, il bancone si rivela il vero volano dell’azienda, uno snodo di tradizione e quotidianità dove trovare cornetti all’italiana e sfogliati alla francese, brioche e ciambelle, sebbene il danese con crema alla vaniglia di Tahiti, mandorle, cannella e uvetta sia tra i lievitati che finiscono prima. Si viene dall’altra parte di Roma anche per i maritozzi con cui l’artigiano romano, ormai tre anni fa, ha fatto impazzire i giapponesi nel Sol Levante; poi ci sono quelle Sfoglie romane alla marmellata o alla crema che lui chiama Ciabattoni, come più nessuno ormai fa a Roma. Dove: largo Benedetto Bompiani 8.

10. Le Levain

In una posizione defilata rispetto al caotico rione Trastevere, c’è questa boulangerie & pâtisserie aperta qualche anno da un pugliese che è stato allievo di Ducasse. Giuseppe Solfrizzi ha dedicato il nome del suo forno al lievito, le levain nella langue d’Oltralpe, motore che accende ogni sua creazione da far tremare i vostri cinque sensi come vacilla un crème caramel. Individuare l’ingresso non risulterà difficile con quella ordinata fila che attende di varcare il regno della perdizione in fatto di burro (della Normadia) e sfogliati alla francese. Già dalla mattina il bancone delle colazioni mette in seria difficoltà al cospetto di croissant, pain au chocolat, tarte, mini cake, cannelés, muffin e quei cardamom bun dall’inconfondibile nota pungente e speziata, difficili da trovare a Roma, che ricordano un po’ le merende svedesi. Alle due estremità, la parte salata con panini farciti, baguette, quiche lorraine mentre all’opposto un arcobaleno di macaron e golose monoporzioni. In vetrina non c’è tempo di fare spazio che tutto il giorno è un continuo sfornare e per chi non va di fretta c’è la possibilità di accomodarsi su uno degli sgabelli del piccolo forno, non prima di aver ritirato il proprio caffè o cappuccino fai da te alla macchinetta. Dove: Via Luigi Santini 22 – 00153 Roma

Fuori Roma: Allure
Tecnicamente non è Roma ma se potessimo avvicinare una pasticceria all’Urbe vorremmo risvegliarci con i dolci di Giampaolo Zhan ed Elisa Jin che stanno conquistando Fiumicino. Le loro creazioni, benedette in esclusiva dalla mano di Giuseppe Amato, capo pasticciere tre stelle Michelin a La Pergola, pur vestendo alla francese rivelano una sensibilità tutta italiana. Durante la visita al mare i non puristi di cornetti e lievitati, farciti rigorosamente sul momento, non avranno difficoltà a lasciarsi tentare dalle monoporzioni, tra le ultime, la Ricotta, gorgonzola, pere e noci, e altri mignon moderni. Ma non fateci scegliere!

 

 

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