Il progetto di Giuseppe Conte per il Movimento Cinque Stelle «è solido, sta muovendo i primi passi che mi sembrano molto positivi. Chiaramente c’è da rimboccarsi le maniche, e lo faremo tutti insieme». Lo dice al Corriere Roberto Fico, presidente della Camera. Che sulle divisioni interne ai grillini minimizza: «Parlerei di confronto interno, non di spaccatura. Ed è il percorso per raggiungere insieme i nostri obiettivi».
Ma niente elezioni anticipate: «I parlamentari sono al lavoro. Abbiamo il dovere di avanzare sul cronoprogramma del Piano nazionale di ripresa e resilienza per avere accesso alle risorse europee. Per farlo dobbiamo avere un Parlamento forte e che lavora continuativamente. Questo non è interesse dei singoli deputati o senatori ma dell’intero Paese».
Fico è appena stato a Washington per una visita ufficiale con la speaker Nancy Pelosi, ma ha anche incontrato diversi esponenti progressisti. «C’è grande stima e fiducia nell’Italia», spiega. «Poi ho avuto anche altri incontri, al Dipartimento di Stato e con deputati e think tank che lavorano sulle relazioni Stati Uniti-Europa, così come sui temi dell’equità sociale e della transizione ecologica. Con i progressisti abbiamo condiviso diverse analisi proprio su questi temi».
Il tutto mentre in Europa il M5S prepara lo sbarco tra i socialisti. «I nostri eurodeputati sono al lavoro da inizio legislatura per definire l’ingresso in un gruppo», conferma il presidente della Camera. «Ci sono stati diversi confronti. Io stesso in diverse occasioni ho incontrato esponenti di Socialisti e democratici e dei Verdi. Sono d’accordo con il lavoro che stanno portando avanti Conte e i parlamentari europei. Però al di là di una specifica collocazione, sempre complessa se pensiamo alla storia e al percorso del M5S, la nostra stella polare devono essere i valori: diritti sociali e lotta alle diseguaglianze, tutela dei beni comuni e transizione ecologica, un salto di qualità e di coraggio sui diritti civili».
Molti però vedono il M5S appiattito sul Pd. «C’è anche chi dice il contrario. E io comunque non lo condivido», risponde Fico. «Il Movimento ha messo sul tavolo la difesa di alcune misure chiave per l’agenda del governo. Penso al reddito di cittadinanza e all’ecobonus, per fare due esempi. Credo che il M5S, com’è nella sua storia, possa imporre nuove riflessioni e così nuovi temi, come ha fatto in questi anni su ambiente e sostenibilità. Guardiamo il Paese in questo momento e nelle sue prospettive. Il Pil cresce ma l’Italia è ferma al palo sul tema dell’adeguamento dei salari: è divenuta urgente una discussione seria sul salario minimo. Lo stesso potrei dire sul terreno dei diritti civili, che devono vedere il Movimento, come è stato in passato, forza propulsiva, a partire dalla legge sull’eutanasia. Rilanciamo su questi fronti con coraggio».
Fico non parla di sconfitta sull’ecobonus. «È stato prorogato», dice. E «sul superamento del tetto legato all’Isee mi pare ci sia un consenso molto ampio e ne discuterà il Parlamento». Sul nuovo reddito di cittadinanza modificato spiega: «Personalmente sono orgoglioso che il nostro Paese abbia una misura simile di giustizia sociale che nel periodo da cui veniamo ha rappresentato per molti un’àncora. Le modifiche apportate non ne travolgono né il senso né il nucleo fondante, ma investono di più la connessione con le politiche attive del lavoro, che peraltro richiedono un ulteriore potenziamento».
Lo stop al ddl Zan al Senato, invece, «è stata un’occasione persa. Ma, ripeto, ascoltiamo il Paese: tanti aspettano una legge di civiltà contro l’omotransfobia. Auspico che si possa riprendere il filo». E il tema dell’eutanasia è finito nel cassetto. «È nel calendario dei lavori della Camera», risponde Fico. «Un segnale politico chiaro. Serve adesso trovare una sintesi alta e approvare un provvedimento necessario. Il Parlamento non può delegare ai giudici o alla Corte ciò che non è in grado o non vuole affrontare: si tratta anche di dignità istituzionale».