Scenario QuirinaleIl calcolo di Calderoli: per eleggere Berlusconi basta partire da 430 voti

Il senatore leghista conosce il Parlamento come le sue tasche. Sono «i non ricandidabili quelli che possono venire in soccorso», dice. In cambio «della garanzia che non si vada ad elezioni». E aggiunge: «Se il presidente viene eletto entro le prime quattro votazioni sarà un uomo, se si va alla quinta potrebbe toccare a una donna»

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Non è ancora ufficiale, ma la data per il fischio di inizio della partita del Quirinale potrebbe essere il 24 gennaio. La prossima settimana il presidente della Camera Roberto Fico indicherà la giornata nella quale si terrà il primo voto per decidere il successore di Sergio Mattarella.

L’esito, però, è ancora incerto. Deputati e senatori sono spaventati dal fatto che l’elezione del capo dello Stato sia strettamente connessa alla continuità della legislatura. Ma il dibattito continua a ruotare attorno all’ipotesi della candidatura, in quota centrodestra, di Silvio Berlusconi.

E sul Corriere, il leghista Roberto Calderoli si lancia in diverse previsioni: «Se il presidente viene eletto entro le prime quattro votazioni sarà un uomo, se si va alla quinta potrebbe toccare a una donna. Ma non chiedetemi a chi corrispondono gli identikit». Deputato dal 1992 al 2001 e poi fino ad oggi senatore, Calderoli conosce il Parlamento come le sue tasche. Ha partecipato all’elezione di cinque presidenti della Repubblica ed è un maestro della tattica parlamentare.

«L’elezione entro i primi tre scrutini, con la maggioranza dei due terzi, ha il 30 per cento di possibilità. Al quarto o quinto scrutinio si sale al 70 per cento», spiega. «Impossibile fare previsioni, voglio vedere se c’è qualcuno che ha il coraggio di sbilanciarsi. Trovo positivo che si sia presa l’iniziativa di trovare un’intesa perché venga fuori un nome il più condiviso possibile, ma trovo che i protagonisti al momento siano ancora un po’ acerbi…».

Oltre all’ipotesi di Mattarella bis e di Draghi, Calderoli pensa ad altre candidature. «Il candidato deve essere scelto, se è interessato non deve dirlo, al massimo farlo capire», spiega. E su Silvio Berlusconi, «numeri alla mano, le possibilità ci sono tutte». Secondo il senatore leghista, bastano 430 voti. «Il resto arriva, dia retta a me…», dice. E sono «i non ricandidabili (quelli che non hanno chance per il taglio dei parlamentari e per il calo del consenso del proprio partito, penso in particolare a M5S e Pd) quelli che più possono venire in soccorso». In cambio «della garanzia che non si vada ad elezioni o di un futuro sereno…». O meglio, lo voterebbero «solo a fronte della garanzia che la legislatura arrivi fino in fondo».

Ma Calderoli non esclude neanche la rielezione di Mattarella: «La Costituzione non lo nega e il precedente di Napolitano lo conferma. Dunque, perché no?».

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