«Nipoti lontani dai nonni il giorno di Natale», diceva un anno fa Fabio Ciciliano, uno degli undici esperti del Comitato tecnico-scientifico. Dopo 12 mesi, il medico della Protezione Civile e della Polizia di Stato, in un’intervista al Corriere, capovolge la frase: «Se nipoti e nonni saranno vaccinati, potranno festeggiare sotto l’albero, e ancor di più a fine anno, seduti allo stesso tavolo». Ma con chi non è vaccinato, il consiglio è di limitarsi a scambiare gli auguri al telefono.
«I numeri di quest’anno rispetto a quelli del 2020 sono di gran lunga migliori grazie alla campagna vaccinale e alle misure di contenimento e mitigazione che sono state modulate durante questi mesi in base all’incidenza e ai ricoveri», dice Ciciliano. «Questo sistema ci ha consentito di accumulare un vantaggio innegabile. Nei Paesi esteri dove la copertura vaccinale è inferiore c’è maggiore impatto sugli ospedali. L’Italia è avanti e il vantaggio ci permette di affrontare queste settimane con meno ansia. L’impegno di tutti, dal governo al singolo cittadino, è di non perderlo, anzi di aumentarlo».
Il medico scommette sulla campagna vaccinale per bambini e ragazzi della fascia 5-11 anni, «che senza immunità rischiavano di mettere in pericolo sé stessi e la famiglia. Poterli far partecipare in sicurezza alle riunioni è un sollievo e questo induce a essere moderatamente ottimisti sul contenimento dei contagi che certo aumenteranno ma si auspica in maniera modesta. Per i più piccini, ora esclusi dalla vaccinazione, bisognerà essere ancora più attenti, anche a casa, senza esagerare. Ci sono le premesse per guardare il futuro con occhi diversi e parlo di un futuro non lontanissimo, verso la fase finale dell’inverno».
E in vista delle riunioni natalizie, Ciciliano spiega: «Abbiamo imparato già lo scorso anno i comportamenti virtuosi per evitare i contagi, anche durante le festività natalizie e il cenone di fine anno. Manteniamo queste abitudini responsabili, la mascherina se siamo in troppi e troppo ravvicinati in un unico ambiente, spalanchiamo le finestre ogni tanto durante le serate per favorire il ricambio d’aria. Vale nei ristoranti e a casa nostra. Il virus non conosce le feste».
I momenti critici saranno «quelli in cui ci si incontra tutti insieme, o quelli in cui ci si assembra per gli acquisti dei regali dell’ultimo minuto o a casa di amici incontrando persone sconosciute».
E se proprio non si vuole chiedere il Super Green Pass agli invitati, «il buon senso e il rispetto a casa possono essere sufficienti per trascorrere in sicurezza le serate». Poi aggiunge: «Io so tra i miei amici chi è vaccinato e chi no. Proprio per tutelarli, farò gli auguri per telefono a chi non lo è».
E il test antigenico negativo, «da solo, non può essere ritenuto sicuro al 100%. È necessario mantenere il distanziamento fisico, l’utilizzo corretto delle mascherine, possibilmente anche all’aperto, e igienizzarsi frequentemente le mani. Se tutti siamo disciplinati, il rischio di contagio si riduce notevolmente».
E sull’ipotesi avanzata dal collega del Cts Franco Locatelli di prevedere il tampone nei grandi eventi anche per i vaccinati con tre dosi, commenta: «Teniamo d’occhio gli indici epidemici dei prossimi giorni. Se dovesse rendersi assolutamente necessario, potremmo prendere in considerazione l’ipotesi come ulteriore meccanismo di controllo dei grandi assembramenti. Penso però che oggi la partita si giochi nel proteggere i non vaccinati evitando una nuova pressione sugli ospedali».