Cloud, intelligenza artificiale e cybersecurity rappresentano i pilastri del programma di trasformazione digitale dell’economia europea che porterà enormi benefici sia alle imprese sia alla pubblica amministrazione. Le licenze software sono tra gli argomenti della transizione digitale sul quale si è dibattuto maggiormente poiché è fondamentale ripensare e definire meglio il loro perimetro.
Proprio questo è stato il tema del webinar “Cloud e concorrenza: lo strano caso delle licenze software”, organizzato dall’Istituto Bruno Leoni, al quale hanno partecipato Paola Generali, Presidente Assintel, e Mauro Minenna, Capo Dipartimento Trasformazione Digitale con la moderazione di Carlo Stagnaro e Carlo Amenta, rispettivamente Direttore ricerche e studi e Direttore dell’Osservatorio sull’economia digitale dell’Istituto Bruno Leoni.
In particolare, i due relatori hanno sottolineato la centralità del tema delle licenze software nel dibattito pubblico nazionale ed europeo, commentando lo studio del professor Jenny e il report Cispe. Per decenni, infatti, un numero limitato di grandi aziende ha avuto un ruolo centrale in termini di produttività, comunicazioni e suite di database software, esercitando un enorme potere nella negoziazione dei termini di tali licenze e causando la proliferazione di molte pratiche sleali, che secondo l’indagine del professor Jenny provocano danni permanenti alle imprese in tutta Europa.
Il report Cispe mette in risalto le pratiche sleali che privano i clienti della possibilità di scelta, ma dimostrare l’illegalità di queste pratiche, attualmente richiede indagini lunghe e costose. Oltre alle lungaggini burocratiche, i tempi e le risorse necessarie non permetteranno alle aziende più piccole di resistere al fallimento e a ciò si aggiungono anche le possibili azioni di ritorsione temute in caso di critiche mosse. Paola Generali, Presidente Assintel, e Mauro Minenna, Capo dipartimento Trasformazione Digitale – pur proponendo modalità diverse – credono che sia necessario trovare una soluzione, concordando sulla possibilità di definire regolamenti e/o codici che fungano da guida nel favorire la concorrenza e la digitalizzazione.
Paola Generali, concentrandosi sulla digitalizzazione delle imprese, ha affermato: «Per procedere verso la via della transizione digitale gli imprenditori devono poter testare i servizi digitali di cui hanno bisogno in modo da comprendere quale sia lo strumento più utile per la digitalizzazione della sua azienda. In quest’ottica formare in modo tradizionale è un fallimento sia per la scarsa efficienza sia per la lentezza delle tempistiche. L’obiettivo per la digitalizzazione del Paese deve essere quello di sviluppare il pensiero digitale dell’imprenditore».
Oltre al tema delle licenze, nell’ottica della trasformazione digitale del Paese promossa dal Pnrr, emerge anche la necessità di formazione delle imprese e della Pubblica Amministrazione per favorire il pensiero digitale degli imprenditori e dei funzionari: il Sistema Paese ha bisogno di servizi digitali che non siano la copia di processi cartacei.
Carlo Minenna, infatti, ha sottolineato: «Per promuovere la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è necessario comprendere i pilastri fondamentali del cambiamento e della trasformazione digitale per far sì che i servizi digitali non siano più un calco dei processi cartacei, ma siano pensati come processi completamenti informatici e tecnologici».
Il motore per avviare una concreta transizione digitale è l’approvazione a livello europeo del Digital Markets Act, legge in discussione al Parlamento europeo, che per Emmanuel Macron rappresenta uno degli obiettivi da raggiungere durante i sei mesi di Presidenza francese dell’Unione europea. Il Dma, infatti, è una legge di portata storica intorno alla quale si definiranno i principi e i processi che consentiranno l’accesso, l’uso e il contributo equo all’economia digitale per i decenni a venire. La sua approvazione avrà un forte impatto non solo in tutta Europa, ma anche a livello globale perché sarà il punto di riferimento per la concorrenza leale nell’era digitale.