Linkiesta TalksCom’è andato il quarto appuntamento di Europa Futura, sull’istruzione

Durante l’incontro organizzato dal nostro giornale per far dialogare le associazioni giovanili con eurodeputati e cittadini che partecipano alla Conferenza sul futuro dell’Europa abbiamo parlato della riforma del programma Erasmus e di come migliorare il dialogo tra cittadini e istituzioni

L’Unione europea non è solo nei palazzi di Bruxelles, non è solo un insieme di istituzioni che dialogano tra loro, va oltre regolamenti, direttive e decisioni. L’Unione europea è fatta soprattutto dalle persone, dai cittadini europei, da idee e valori che condividono e che trasmettono alle nuove generazioni. Proprio per questo motivo la cultura e l’istruzione sono tra i temi principali in discussione alla Conferenza sul futuro dell’Europa. E il nostro giornale ne ha parlato durante il quarto appuntamento di Europa Futura.

Con Europa Futura, Linkiesta organizza un ciclo di cinque incontri, cinque dirette su Instagram e Facebook per far dialogare le associazioni giovanili, ambientali, culturali e sociali con gli eurodeputati e i cittadini che partecipano alla Conferenza, per far conoscere a tutti le potenzialità e le occasioni da non perdere durante questo grande evento democratico.

Al nuovo incontro di Europa Futura hanno partecipato l’eurodeputato della Lega Alessandro Panza; Paolo Barone, uno degli 800 cittadini europei che partecipano alla Conferenza; Giovanni Telesca, presidente di Erasmus Student Network Italia; Caterina Moser della Fondazione Antonio Megalizzi.

«Ho letto con interesse le proposte in tema di cultura e istruzione nell’ambito della Conferenza sul futuro dell’Europa. Ma non ho nascondo un certo scetticismo sull’impostazione della Conferenza, che abbiamo visto a volte essere anche un po’ approssimativa nell’organizzazione: nelle ultime settimane sembra migliorare, iniziamo a vedere risultati concreti, documenti prodotti, ma c’è ancora tanto lavoro da fare», dice Alessandro Panza, europarlamentare della Lega che partecipa alla Conferenza.

Tra le proposte concrete, Panza cita soprattutto una riforma del programma Erasmus, che secondo l’eurodeputato dovrebbe essere ripensato in alcuni punti: «Il programma Erasmus secondo me sarebbe più completo se, oltre alle esperienze all’estero, offrisse anche maggiori prospettive per lo studente che rientra nel suo Paese, in modo da avere delle ricadute sul territorio d’origine. Pensiamo all’Italia, uno Stato pieno di aree rurali, montane e insulari che si spopolano e vivono una fase di grande denatalità: serve quindi che chi matura esperienza all’estero possa poi tornare per far vivere piccoli borghi e piccoli centri. Ma ovviamente non può intervenire solo il programma Erasmus, deve essere uno sforzo congiunto di più programmi e più politiche di ampio respiro».

Alla quarta puntata di Europa Futuro ha partecipato anche Paolo Barone, uno dei cittadini del panel numero 2 della Conferenza sul futuro dell’Europa: «Con il passare del tempo i nostri lavori stanno guadagnando maggior concretezza e anche maggior visibilità. Io sono uno di quei cittadini che ha il timore che la Conferenza possa essere un po’ fine a se stessa se non ha un seguito».

Nei giorni scorsi Barone ha partecipato in prima persona a un evento a Firenze, nella badia di San Bartolomeo di Fiesole, in cui 138 cittadini provenienti dai 27 Stati membri (altri 62 collegati da remoto) hanno discusso di diversi temi e formulato 39 proposte riferite ai temi di democrazia, sicurezza, valori, diritti e Stato di diritto, per cambiare l’Unione europea.

«A Firenze si è vista un’organizzazione diversa, e un seguito, anche mediatico, diverso. E gli spunti emersi saranno discussi nella prossima sessione Plenaria, con gli esponenti di governi e parlamenti», dice Barone.

La Conferenza sul futuro dell’Europa vuole essere soprattutto un grande momento di condivisione di idee e proposte, che possono essere inserite sulla piattaforma online della stessa Conferenza (qui spieghiamo come).

Giovanni Telesca, presidente Erasmus Student Network Italia, ha presentato le proposte dell’associazione: «Sul programma Erasmus c’è stato un lungo dibattito iniziato nel 2018 sulla quantità di fondi che avrebbe dovuto finanziare il programma. Secondo noi l’inclusione sociale dovrebbe essere una delle priorità: come ha suggerito l’onorevole Panza in precedenza, inserire dei fondi in questo senso, che vadano a migliorare l’inclusività del programma Erasmus, segmento in cui secondo noi è ancora carente, può essere sicuramente un passaggio importante nella riforma del programma».

Il confronto tra le diverse componenti dell’Unione europea presenti alla Conferenza – eurodeputati, cittadini, associazioni – è una grande occasione, un momento democratico che non può essere sprecato.

È per questo che, come spiega Caterina Moser della Fondazione Antonio Megalizzi, un investimento importante sarebbe quello di migliorare la connessione tra le istituzioni europee e i cittadini.

«Esiste un gap comunicativo – dice – tra le istituzioni europee e i cittadini. Deve esserci sempre una conoscenza reciproca, istituzioni e cittadini devono dialogare di più e meglio. Proprio per questo abbiamo dato vita al progetto ambasciatori: 30 studenti universitari italiani che da settembre stanno attivando dei percorsi di cittadinanza europea nelle scuole per avvicinare gli studenti all’Unione europea. Anche perché nelle scuole non si parla di Unione europea. Invece noi siamo cittadini europei e dobbiamo sentirci tali. Pensiamo che possa essere utile sviluppare progetti simili in tutta Europa per far conoscere l’Unione europea più da vicino».

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