Secondo l’Istat, a dicembre si registra un «lieve aumento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori». Sale da 117,5 a 117,7, mentre al contrario «l’indice composito del clima di fiducia delle imprese scende da 114,8 a 113,1».
Sono variazioni modeste ma non trascurabili. L’indice di fiducia dei consumatori aumenta per un «miglioramento del clima personale, che passa da 110,0 a 110,4» e di quello corrente («da 115,2 a 115,6»). Sul piano economico, il clima è in leggero peggioramento: da 139,8 a 139,6, mentre il clima futuro scende da 121,0 a 120,8.
Per le imprese la situazione è variegata. Nell’industria manifatturiera il clima è meno buono: da 115,9 a 115,2. Nei servizi da mercato va da 111,3 a 110,2. Mentre nelle costruzioni si sale: l’indice va da 157,4 a 159,1 e nel commercio al dettaglio da 106,8 a 107,4.
Questa differenza tra settori mette in rilievo alcune diverse tendenze che segnano i comparti. Nella maifattura, per esempio, «migliorano leggermente i giudizi sugli ordini, mentre diminuisce l’ottimismo delle aspettative sulla produzione e le scorte sono giudicate in accumulo». Nei servizi di mercato, il calo riflette la diminuzione, marcata, degli ordini (soprattutto nel settore dei servizi turistici).
Per quanto riguarda le costruzioni, il miglioramento generale segue «il giudizio sugli ordini», in aumento, cui si abbinano «aspettative sull’occupazione, invece in peggioramento». Nel commercio al dettaglio le componenti «si muovono tutte in senso favorevole».