È uno degli effetti più concreti del boom dello streaming e della rivalità di giganti come Netflix, WarnerMedia, Disney+ e Amazon. Con l’aumento dell’offerta di nuove serie televisive e spettacoli, è cresciuto il valore degli studios dove vengono prodotti. Fondi di investimento come Blackstone e TPG sono già entrati a gamba tesa nel mercato e hanno investito più di quattro miliardi di dollari per acquistare studi e location per i set sia in America che in Europa. Insomma, i vecchi capannoni stanno diventando preziosi.
Per il mondo del real estate è una novità, ma tutto sommato prevedibile: il mondo esce dal Covid con la necessità di nuovi contenuti video per un’industria ormai globalizzata. In più, come spiega al Financial Times Carl Muhlstein il direttore generale dell’agenzia di intermediazione immobiliare Jones Lang LaSalle, la stessa economia degli studios sta cambiando.
Dieci anni fa non era un affare. Si trattava di affittare uno spazio per alcuni mesi di attività, con poche garanzie per i mesi successivi e, soprattutto, per eventuali nuove stagioni. L’arrivo di Netflix ha contribuito a cambiare il quadro. Avendo migliaia di serie televisive già programmate anche per gli anni successivi può permettersi di pianificare in anticipo l’utilizzo di spazi e location. Ha così ha stretto accordi di lungo termine per l’affitto di studios, minimizzando i rischi per i proprietari. È un nuovo modello di produzione, copiato subito da Amazon e da Apple, che ha aperto la strada alla rivalutazione del real estate.
Il post-Covid ha fatto il resto. La crescita vertiginosa delle produzioni ha portato alla necessità di nuovi spazi e, di conseguenza, all’ingresso dei fondi nel settore, che hanno investito comprando vecchie strutture e riadattandole alle nuove esigenze. È quello che è successo a un ex store IKEA di Burbank, in California, che ora ospita la produzione del game show di Netflix “Floor is lava”, in cui i concorrenti si sfidano a superare un percorso a ostacoli senza mai toccare il pavimento (ricperto, appunto, da una sostanza che somiglia alla lava). Lo stesso destino ha riguardato chiese sconsacrate, centri commerciali chiusi e fabbriche abbandonate.
Ad agosto Blackston ha investito 1 miliardo (insieme alla società edile Hudson Pacific) per sviluppare un sito di produzione di quasi 40 ettari a nord di Londra. Nel 2020 aveva fatto lo stesso a Hollywood. TPG ha speso più o meno la stessa cifra per acquisire la Cinespace Studios, che detiene strutture a Toronto e Chicago, che si somma all’acquisto dello studio Babelsberg, in Germania, dove nel 1927 fu girato il celebre Metropolis di Fritz Lang. In ogni caso il più attivo è la società di investimenti real estate Hackman Capital, che insieme a Square Mile Capital ha investito oltre due miliardi in progetti di questo genere: ha comprato gli studios più grandi di Scozia oltre ai Kaufman Astoria Studios a New York e i CBS Studio Center nella California del Sud.
Insomma, quella del real estate per il cinema (o meglio, per la serie tv) è la nuova corsa all’oro, la conseguenza concreta della guerra dello streaming tra i giganti della televisione. E sembra solo essere all’inizio.