Il Vietnam del centrosinistraRenzi fa la mossa del cavallo, propone Bonetti nel collegio di Roma e spiazza Letta

Il leader di Italia viva sta provando a stanare il segretario del Pd, uscito malconcio dal fallimento dell’operazione Conte per le suppletive nella Capitale. Ora la palla è dei dem, che rischiano di incartarsi

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Dopo la fuga in stile 8 settembre di Giuseppe Conte, spiazzato dalla minaccia di scontrarsi nel collegio di Roma Centro per la Camera dei deputati, Matteo Renzi ha calato la carta pesante della ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti. Destinatari della proposta: Pd e anche M5s. Un modo per snidarli. Deponendo le pregiudiziali sul M5s, che in quel collegio peraltro non esistono, Renzi ha fatto una delle sue mosse del cavallo ed è come se avesse detto a Enrico Letta: se dici di no, allora non vuoi costruire nulla di “largo”. 

Ma il Nazareno ha preso male anche questa e sembra pronto a far scendere in campo uno dei suoi, o Enrico Gasbarra (fortemente voluto dai “romani” guidati da Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini) o Cecilia D’Elia, della segretaria nazionale, che Enrico Letta preferirebbe: «Stavolta deve esserci una candidata», aveva detto, lanciando poi un uomo come Conte. Oppure l’ex sindacalista Annamaria Furlan, che alla fine potrebbe essere il nome che mette tutti d’accordo.

Fino a ieri sera nessun segno di vita da parte di Letta e dei suoi mentre un dem “romano” influente ci spiegava che certamente «il Pd candiderà un suo o una sua esponente, Enrico Gasbarra o Cecilia D’Elia». Vedremo se nelle prossime ore il Nazareno effettuerà un sua mossa o se andrà dritto per la sua strada, magari dovendo spiegare perché voleva un “campo stretto” Pd-M5s ma non un “campo largo” esteso ai riformisti.

La partita a scacchi dunque continua, ed è una guerra dei nervi che ha ormai qualcosa di stucchevole come tutte le cose nelle quali realtà e finzione si confondono e si mescolano: è a Roma Centro che bisogna risolvere il problema nazionale delle alleanze? È a Roma Centro che si gioca un pezzettino della corsa al Quirinale? Evidentemente si sta caricando questa elezione suppletiva di un significato generale che ostacola un po’ tutto: prima l’intesa di ferro Pd-M5s naufragata per la pavidità di Conte, adesso una possibile alleanza Pd-Iv-Azione persino con il M5s sol perché il seggio finirebbe a Iv.  Il paradosso è che il Pd stavolta è sul punto di dire no al tanto inseguito Campo largo che per essere una cosa seria prevede anche la «cessione di un collegio nostro» – dicono i dem – come infatti era avvenuto con l’avvocato del popolo. Discorso che però non vale per la ministra Bonetti, stimata ma non considerata troppo vicina, come si ricorderà furono le dimissioni sue e della Bellanova a determinare concretamente la crisi del Conte 2. 

Se Pietro Castellitto aveva parlato di Roma Nord come di «un Vietnam» c’è da dire che aveva sbagliato zona: è Roma Centro che sta diventando il Vietnam del centrosinistra. Per fortuna il giorno del voto, il 16 gennaio, non è lontano.

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