JoulupukkiCome stanno andando le vacanze di Natale nella città di Babbo Natale in Finlandia

Nonostante la variante Omicron, i turisti non mancano a Rovaniemi, capitale della Lapponia. Ma a causa delle restrizioni per la pandemia i bambini non possono mettersi sulle ginocchia di Santa Claus, e devono accontentarsi di vederlo attraverso il plexiglass

LaPresse

Covid, vaccini e tamponi sono parole comuni anche a casa di Babbo Natale. «Non si scherza! Babbo Natale appartiene a un gruppo ad alto rischio a causa della sua età», spiega Sanna Kärkkäinen, CEO di Visit Rovaniemi a Euronews. Dopo un 2020 da incubo, con un crollo dei turisti dell’80 per cento, la variante Omicron spaventa anche a queste latitudini e per questo anche i visitatori che arrivano nella piccola cittadina finlandese per vedere da più vicino il personaggio più amato da grandi e piccini devono adeguarsi, accontentandosi di vederlo da dietro un plexiglass e senza la possibilità di salire sulle sue ginocchia. Nonostante l’obbligo di mascherina e di distanziamento sociale, «il momento resta comunque magico», assicura Kärkkäinen. Se i più grandi, come dimostra il tweet dell’ambasciatrice britannica in Finlandia Theresa Bubbear, riescono ancora a emozionarsi, è lecito aspettarsi lo stesso anche dai più piccoli. 

Case, parchi giochi e tradizioni
Nonostante la variante Omicron e il rischio di un aumento dei contagi durante queste Feste, si respira un’aria felice a Rovaniemi e dintorni. Ciò che rallegra soprattutto è il ritorno dei turisti. «Stanno arrivando circa il 90 per cento dei voli charter verso la regione visti nel 2019, quando abbiamo raggiunto il picco con 724 voli», ha raccontato Elina Suominen, coordinatrice delle comunicazioni di Finavia, l’operatore aeroportuale finlandese, su Forbes. Un bene soprattutto per la cittadina di Rovaniemi, poco più di 63 mila abitanti appena 7 chilometri più a sud del Circolo Polare Artico.

Secondo la tradizione Babbo Natale avrebbe qui la sua “Casa Ufficiale”, denominazione giunta nel 2010 dopo 60 anni di onorato servizio. La casa nacque in un domenica di maggio del 1950, quando Eleanor Roosevelt arrivò a Rovaniemi per controllare di persona lo stato della ricostruzione postbellica della Finlandia. Da allora la storia è cambiata: prima della pandemia Rovaniemi contava quasi mezzo milione di visitatori e oltre 600 mila lettere provenienti da tutto il mondo per il celeberrimo ufficio postale di Babbo Natale. Pur con le dovute restrizioni i rituali non sono cambiati nel Villaggio di Babbo Natale: il suo celebre inquilino continua a essere il protagonista indiscusso di interviste televisive e domande dei suoi ospiti, alle quali risponde sostenendo di conoscere la città dalla quale vengono. Non c’è soltanto Rovaniemi tra le case di Babbo Natale: la tradizione finlandese sostiene che alle pendici del monte Korvatunturi ci sia la sua “abitazione segreta”, dove in origine avrebbe avuto il suo laboratorio di giocattoli.

Anche questa casa nacque in realtà nel Novecento, in particolare nel 1927 quando Markus Rautio, presentatore di un programma per bambini alla radio pubblica finlandese, dichiarò in trasmissione che la casa di Babbo Natale si trovasse lì e non al Circolo Polare Artico. Il nome Korvatunturi, che in finlandese significa “montagna dell’orecchio” perché ricorda la forma di un orecchio di lepre, diede origine alla leggenda: così, secondo la tradizione, Babbo Natale riuscirebbe a sentire tutti i desideri dei bambini, che poi annoterebbe in un grande libro dove li suddivide in buoni e cattivi.

Il Natale in Finlandia
Non è Natale solo a Rovaniemi: anche il resto della Finlandia si prepara a vivere questo periodo festivo. La decorazione dell’albero, i concerti, le saune e le cene in famiglia sono una tradizione consolidata per il Natale, in particolare per la Vigilia, che però quest’anno si scontra con le restrizioni legate al Covid. I casi in Finlandia sono quasi 3 mila ogni 24 ore (per un totale di 23 mila negli ultimi 14 giorni) e sono in crescita costante da settimane: per questo la premier Sanna Marin ha annunciato che bar e ristoranti dovranno chiudere alle 21 il 24 dicembre per evitare assembramenti. «Dobbiamo prendere sul serio questa situazione e reagire di conseguenza», ha dichiarato in conferenza.

Non sono previste restrizioni per quanto riguarda le occasioni pubbliche ma viene quasi naturale chiedersi se verranno rispettate, visto che il popolo finlandese resta pur sempre quello descritto dallo scrittore Philippe Teir sulle pagine del quotidiano francese Le Monde: «Noi siamo seguaci dell’allontanamento sociale. Non ci baciamo e raramente ci abbracciamo». Una di queste è la tradizione della joulusauna, sauna tipica del 24 dicembre e vista come una sorta di pausa dal lavoro fisico e un’opportunità di purificazione sia fisica che spirituale in vista delle vacanze.

Nonostante pochi ne abbiano una in casa l’usanza è ancora ben viva: spesso sono proprio i proprietari dei condomini a riscaldare gratuitamente quella presente nell’edificio per permettere a tutti di fare un bagno almeno alla Vigilia di Natale. «I finlandesi amano la tradizione. Dona un particolare senso di garanzia quando le cose vengono fatte in modo particolare, seguendo le regole dettate dalla consuetudine», ha raccontato Juha Nirkko, archivista della Società di letteratura finlandese, alla radiotelevisione di Stato YLE.

Non mancano le tradizioni anche a tavola: la cena della vigilia, da consumare in famiglia, prevede il porridge di riso con una sola mandorla (che si dice porti fortuna a chi la riceve); aringhe marinate in vari condimenti; gravlax (salmone stagionato), uova e sformati di ogni tipo, la vera prelibatezza della cucina finlandese. «Gli ingredienti sono tutti semplici, ma il piatto stesso richiede tempo per essere preparato, rendendolo cibo per occasioni speciali. In questi giorni, se qualcuno si prende davvero il tempo per fare uno di questi sformati, le persone restano impressionate dalla loro dedizione», sostiene Nirkko. E poi c’è il prosciutto, arrivato sulle tavole finlandesi soltanto nel ’800. «Il consumo di carne di maiale può essere fatto risalire all’aumento degli standard di vita in Finlandia e alla possibilità per un maggior numero di persone di permettersi il prosciutto. A quel punto i commercianti hanno iniziato a pubblicizzare il prosciutto come qualcosa di integrante al Natale, creandone la necessità», conclude Nirkko.

Altrettanto importanti sono poi i concerti di Natale, quest’anno cancellati. Un’importante occasione di socialità che salta per il secondo anno consecutivo: solitamente durante le festività natalizie, i fedeli affollano le chiese per cantare cori e inni sia sacri che profani. La speranza è che l’anno prossimo nelle chiese e gli auditorium di Helsinki e dintorni ritornino a risuonare canzoni come “Il passero la mattina di Natale”; “La canzone di Natale di Silvia” e “Ho visto il Natale nel mio cuore”. 

X