«Guai giudiziari? Quali guai? Tutte le vicende di Silvio Berlusconi sono finite con un’assoluzione. E sull’unica sentenza passata in giudicato è acceso il faro della Corte europea dei diritti dell’uomo». Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia a Repubblica spiega che non ci sono ostacoli nella avanzata del Cavaliere verso il Quirinale. E in questo percorso, spiega, «il Gruppo Misto sarà determinante, li abbiamo già contattati. Dalla quarta votazione possiamo farcela».
La candidatura ufficiale di Berlusconi arriverà «fra qualche giorno, quando ci sarà il vertice del centrodestra», dice Tajani. «Per noi è il miglior candidato possibile e non è divisivo come dice la sinistra: ogni presidente ha una sua storia, pensiamo a Mattarella, che è stato un autorevole rappresentante della sinistra Dc prima di salire al Colle».
Tajani difende la scelta: «Ha presieduto vari governi. Ha collaborato con Conte dall’opposizione. Ha sostenuto l’unità nazionale con Draghi. Ha dato ampie dimostrazioni di essere un uomo di Stato. Ha fatto stringere la mano a Bush e Putin, col quale si è sentito l’altro giorno e che di recente ne ha ricordato il ruolo per rendere meno tesi i rapporti tra Oriente e Occidente. Per non dire dell’impegno sulla questione energetica, causa del caro bollette, per cercare di dividere la Russia dalla Cina». E assicura, anche Meloni e Salvini «hanno entrambi già detto che lo appoggeranno lealmente. Io mi fido. Il centrodestra sarà coeso».
Il vicepresidente di Forza Italia dice anche di aver parlato con Gianni Letta «e mi ha autorizzato a dire che il suo sostegno al presidente non è in discussione. Per tutti noi l’ipotesi A è Berlusconi e l’ipotesi B è la prima lettera del suo cognome».
Al netto dei franchi tiratori, i voti del solo centrodestra però non bastano. Ma «c’è un folto gruppo di parlamentari, quelli del Misto, che non stanno in alcun partito e saranno decisivi», assicura Tajani. «Sono in contatto con i nostri parlamentari e dirigenti. Ne abbiamo un numero piuttosto consistente. Poi parleremo anche con Renzi». E «dalla quarta votazione possiamo farcela».
Restano contrari però il Partito democratico e il Movimento Cinque Stelle. «Non può essere che i candidati unitari sono solo quelli della sinistra», commenta Tajani. «Pure Mattarella non fu eletto da tutti eppure non si può dire che sia stato divisivo, ha anzi dimostrato di essere un presidente sopra le parti. Chi va al Quirinale si toglie la maglia della sua squadra e indossa quella della nazionale. A essere inaccettabile è il veto. Non è democratico dire: se c’è Berlusconi non mi siedo al tavolo. Noi siamo disposti a confrontarci con tutti, su tutti. Letta e Conte no».
Intanto, il processo sulle «cene eleganti» izierà proprio mentre si vota per il capo dello Stato. «Tutti i processi sono sempre finiti in nulla. Vedi Ruby. Il punto è un altro», dice Tajani. «Come fa la sinistra a porre un veto su Berlusconi dopo aver ipotizzato la nascita di un governo Ursula, con la partecipazione di Forza Italia? Come fa a giudicare inadatto il capo di un partito con cui oggi guida il Paese? È un controsenso».
Poi Tajani spiega: «Il governo rischia se Draghi va al Colle, non se ci va Berlusconi. Soltanto Draghi può tenere unita la maggioranza. Non possiamo pensare di sostituirlo con un altro tecnico. Senza di lui l’esecutivo di unità dura lo spazio di un mattino». E conclude: «Le ricordo che fu proprio Berlusconi a volere Draghi prima alla guida della Banca d’Italia, poi alla Bce, contro il volere di Merkel e Sarkozy. Il miglior garante di Draghi, per proseguire la legislatura e portare avanti il Recovery, è proprio Berlusconi».