Variante occupazioneCrescono i posti di lavoro, ma sono soprattutto autonomi e over 50

I dati Istat di novembre 2021 confermano la tendenza positiva. In un anno sono aumentati di 494mila unità, di cui 448mila a termine, mentre si accorcia il gap rispetto al periodo pre-pandemia. Tornano a salire gli indipendenti, ma ne mancano all’appello ancora 210mila

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Il mercato del lavoro italiano continua a registrare segnali di ripresa, seguendo e inseguendo l’andamento della curva epidemiologica del Covid-19. A novembre 2021, quando i contagi erano un decimo di quelli attuali, l’Istat ha registrato 64mila posti di lavoro in più in un mese, 494mila in più in un anno. Con gli occupati che tornano sopra la soglia dei 23 milioni per la prima volta dall’inizio della pandemia.

La crescita di novembre riguarda quasi esclusivamente gli autonomi, che segnano un incremento di 66mila unità dopo mesi di perdite, e gli occupati over 50, tra i quali i posti di lavoro sono aumentati di 97mila unità. Mentre nella fascia più giovane (15-24 anni) si contano 17mila posti di lavoro in meno e 29mila inattivi in più, ovvero quelli che non hanno un lavoro e non lo cercano.

E mentre i contratti a termine crescono di 19mila unità in un mese, si perdono 21mila contratti a tempo indeterminato. Frutto, probabilmente, dello sblocco generalizzato dei licenziamenti avviato da inizio novembre. Che però, a guardare i numeri, non avrebbe prodotto finora quello tsunami occupazionale che si temeva.

Guardando i numeri sui 12 mesi, è evidente che la ripresa venga trainata soprattutto dai contratti a termine: in un anno se ne contano 448mila in più (165mila in più rispetto a febbraio 2020), contro i 42mila contratti a tempo indeterminato aggiuntivi. Più contenuto l’aumento degli autonomi, che si fermano a +4mila, e che rispetto a febbraio 2020 registrano ancora un gap di 210mila occupati in meno.

Tra ottobre e novembre 2021, l’occupazione cresce in misura leggermente maggiore tra le donne rispetto agli uomini (+38mila contro +27mila), dopo la frenata del mese precedente. E il tasso di occupazione cresce soprattutto tra i 50-64enni, con +97mila posti in più, segnando in questa fascia una diminuzione sia della disoccupazione sia dell’inattività. Tra i 25-34enni, l’incremento occupazionale si ferma a +8mila unità. Segno meno, invece, per i più giovani tra i 15 e i 24 anni, con 17mila posti di lavoro in meno e 29mila inattivi in più. E soprattutto nella fascia intermedia 35-49 anni, che registra 23mila occupati in meno ma un incremento delle persone alla ricerca di una occupazione parallelo alla diminuzione degli inattivi.

Al netto della componente demografica, però, su base annua a crescere di più è l’occupazione tra gli under 35 (+6,6%) e tra gli over 50 (+2,5%). Più contenuta, all’1,5%, la crescita della fascia d’età intermedia.

Il tasso di disoccupazione è sceso nel complesso al 9,2%. Calano anche gli inattivi, che nei mesi di picco della pandemia avevano raggiunto numeri record. Negli ultimi tre mesi si contano quasi 200mila occupati in più. E rispetto a gennaio 2021, l’incremento è di 700mila occupati. Rispetto ai livelli pre-pandemia, però, il numero di occupati è ancora inferiore di 115mila unità. Il tasso di occupazione, pari al 58,9%, è superiore di 0,2 punti, ma resta al 49,9% per le donne contro il 68% degli uomini. Mentre il tasso di inattività è ancora leggermente maggiore rispetto a febbraio 2020.

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